Alfano, il suo nuovo Partito
Nuova sigla nel panorama politico italiano. Nel weekend Angelino Alfano ha archiviato l’esperienza del Nuovo Centrodestra, nato dalla costola dell’ormai fu PDL e che ormai da anni fa da stampella al Governo a guida PD.
Il Ministro degli Esteri ha lanciato Alternativa Popolare, cancellando definitivamente dal simbolo ogni richiamo al centrodestra, con lo scopo di attingere da quei “moderati” da tutti invocati, ma che oggi sembrano latitare tra i sondaggi elettorali.
Stando alle dichiarazioni di questi giorni, la radicalizzazione dei partiti classici ha lasciato al centro “una prateria di milioni di voti” che sarà colmata quindi dai tre principali attori che si stanno posizionando in questo segmento elettorale. Sicuramente la scelta di Alfano, come dimostra la linea politica dell’ultimo mandato, è quella di aprire porte a destra e sinistra per strappare qualche poltrona a seconda di chi vincerà le elezioni.
Di certo la tradizione centrista della Seconda repubblica ha sempre portato una tendenza ad alleanze di centrodestra ma, vista la particolare situazione politica e la tripolarizzazione in atto, si potrebbero manifestare attitudini democristiane e lasciare la scelta dell’alleanza solamente post voto. Insieme ad Alfano, un questo “grande centro” dovrebbero inserirsi anche Stefano Parisi, ex pseudo delfino berlusconiano, candidato alla carica di Sindaco di Milano la scorsa tornata elettorale e l’Highlander Casini, pronto a seguire il fido Angelino.
C’è da dire che questo cambio dell’NCD ha subito un percorso, per così dire, bottom-up, partendo dalle realtà locali e regionali (in molti Consigli NCD è da tempo superata) per poi arrivare fino al partito nazionale. La posizione neutra impostata dall’ex segretario del PDL sta già scatenando le preoccupazioni dei molti consiglieri regionali, specialmente di Veneto e Lombardia, che di traslocare sotto l’ala del PD proprio non ne vogliono sapere. Già, perché soprattutto per la Regione governata da Roberto Maroni, che andrà a rinnovo insieme al Parlamento, potrebbero prospettarsi coalizioni ben diverse da quelle che attualmente governano la Regione.
Insomma, ancora molto rimane da delineare ma Alfano è convinto che sulla scia di quello che sta succedendo in Europa, dal ridimensionamento della destra olandese, ai sondaggi che vedono il leader centrista francese Macron balzare davanti alla ultranazionalista Marie Le Pen, possa anche in Italia ritrovare uno spazio che l’area di centro non vede da molto tempo.
Le incognite in gioco sono ancora tante perché ogni singola variabile potrebbe scatenare effetti diametralmente opposti, soprattutto quando queste si chiamano Silvio Berlusconi o Matteo Renzi. I due leader silenti affilano le armi per la grande battaglia e non è da escludere che alla fine si assista ancora una volta ad una battaglia a due tra centrodestra e centrosinistra.
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