#greenitaly

Eni: amministrazione Trump valuta piano trivellazione Artico Richiesta riguarda acque al largo dell’Alaska – L’amministrazione Trump sta valutando un piano presentato dall’Eni per trivellare un’area dell’Artico, al largo delle coste dell’Alaska. Lo riporta l’agenzia Bloomberg, secondo cui il Bureau of Ocean Energy Management del Dipartimento degli affari interni ha avviato l’esame della richiesta avanzata dal colosso petrolifero italiano. L’eventuale disco verde all’Eni potrebbe rappresentare il primo passo con cui Donald Trump punta a rovesciare la politica portata avanti negli ultimi anni dal predecessore Barack Obama, volta a limitare al massimo lo sfruttamento delle acque incontaminate dell’Artico. Anche se il piano dell’Eni riguarderebbe un’area al di fuori della zona ‘off limit’ creata da Obama, dove Eni è già presente insieme a Shell e Repsol: quella del Mare di Beaufort, su cui la società italiana – riporta sempre Bloomberg – ha una concessione che scade alla fine dell’anno.(ANSA)

Parchi: Realacci, ‘renderli protagonisti dello sviluppo’ – “L’obiettivo della riforma è rendere i parchi protagonisti dello sviluppo del Paese coniugando la tutela e la valorizzazione del territorio e delle biodiversità con la buona economia”. Lo ha detto Ermete Realacci, presidente della Commissione Ambiente della Camera che oggi ha varato il ddl di riforma dei parchi. Secondo Realacci – che parla di esame approfondito del provvedimento nel passaggio in commissione – il Piano triennale è “uno strumento di programmazione nazionale per tutto il sistema, con priorità nei finanziamenti per le aree protette regionali e marine”; è poi previsto che “il ministero dell’Ambiente emani linee guida per la nomina dei direttori delle aree marine protette”. Con il testo approvato “entrano nei consigli direttivi degli enti parco nazionali un rappresentate delle associazioni scientifiche e uno degli agricoltori o dei pescatori per orientare le attività economiche locali verso la sostenibilità”. Quanto alle ‘quote rosa’ “negli organi direttivi deve essere ‘tenuta in considerazione la rappresentanza di genere'” (ad oggi infatti nei 23 parchi nazionali solo un presidente e due direttori sono donne, mentre nei consigli direttivi lo sono soltanto 14 su 230). Per la maggiore tutela della biodiversità in linea con quanto chiede l’Europa, è previsto “un’importante ruolo di valutazione da parte dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra)”. Oltre al divieto a nuove trivelle e allevamento di cinghiali, viene proibito anche lo sci fuori pista (eliski). Gli enti gestori delle aree protette vengono inclusi nell’elenco dei “soggetti beneficiari del 5×1000”. Inoltre “per promuove la sinergia operativa tra Comitato nazionale delle aree protette, Comitato paritetico per la biodiversità e Comitato per il capitale naturale” e per fare un punto sulle attivitá e i risultati, “il ministro dell’Ambiente convoca entro gennaio 2019” e poi “ogni tre anni la Conferenza nazionale ‘La Natura dell’Italia”. (ANSA)

Ddl parchi, Pellegrino (Si): uno scempio normativo che consegna aree protette a lobbies Ddl parchi, Pellegrino (Si): uno scempio normativo che consegna aree protette a lobbies – “La Commissione Ambiente della Camera ha licenziato uno scempio normativo che consegna alle bramosie delle lobbies che governano i Governi uno dei beni piú preziosi del nostro Paese: le aree protette. Alle proposte emendative delle associazioni di tutela ambientale e alle motivate proteste di tutto il mondo ambientalista Realacci e il PD hanno risposto in Commissione con tempi forzati nella discussione e con votazioni a raffica. Una fretta sospetta visto che non è un decreto in scadenza, non c’è l’urgenza, non c’è emergenza”.  Lo afferma la deputata di Sinistra Italiana Serena Pellegrino, vicepresidente della Commissione Ambiente di Montecitorio.  “Invece di lanciare nuove politiche di conservazione della biodiversità, delineare forme innovative di gestione dei Parchi e aumentare le risorse ad essi destinate, prosegue Pellegrino, con il  testo unificato si rende commerciabile, attraverso il sistema delle compensazioni finanziarie, il patrimonio naturale italiano, si consente che la crisi crescente delle piccole comunità venga risolta con la svendita del territorio ai “sovrani” delle fossili o dell’energia, etichettando lo scempio come ‘nuova economia’.  La proposta di legge appare una sorta di contro riforma e non centra il suo fondamentale obiettivo: quello della tutela e di una seria, non strumentale, valorizzazione del patrimonio naturale italiano, nella consapevolezza che da essa dipende il benessere economico e sociale delle future generazioni.  Abbiamo proposto  – conclude Pellegrino – delle modifiche per rendere questa riforma degna di questo nome ma dispiace vedere il PD portare a termine un disegno di occupazione e di mala gestione degli Enti Parco che li renderà sempre più subalterni agli interessi locali. Enti che saranno governati da Presidenti e direttori succubi della maggioranza di turno. Dopo i regali alle lobby delle trivelle e delle fonti fossili, dopo i passi indietro nello sviluppo delle fonti rinnovabili, ecco un’altra dimostrazione delle non-politiche ambientali di questa maggioranza. Mi auguro che durante la discussione in Aula ci possano essere sani ripensamenti”, conclude Pellegrino.  (ilVelino)

Ambiente. Marocco sempre più verde, rinnovabili al 36% Zerouali, direttore agenzia Masen: puntiamo a 42% entro 2020. – “Oggi in Marocco il 36% dell’energia viene da fonti rinnovabili, quindi siamo in anticipo sulla nostra tabella di marcia, con cui puntiamo ad arrivare al 42% di energia da fonti rinnovabili entro il 2020”: a parlare con la DIRE è Ali Zerouali, direttore dei partenariati e della cooperazione internazionale per Masen, l’agenzia marocchina per l’energia sostenibile. Il colloquio si tiene a margine della sessione dedicata alla produzione energetica dal Forum Crans Montana, patrocinato dal re del Marocco nella città di Dakhla, nella regione del Sahara Occidentale. Secondo Zerouali, uno degli obiettivi di Masen è “condividere il nostro know-how e la nostra esperienza con tutti i paesi che lo desiderano e aiutarli a sviluppare centrali di energia rinnovabile che siano competitive e che permettano di proporre il prezzo piú basso”. L’anno scorso alla Conferenza sul clima Cop22 il Marocco ha firmato un’intesa con Germania, Spagna, Francia e Portogallo per lo scambio di energia rinnovabile tra Marocco ed Europa. “Il progetto”, conclude Zerouali, “è ancora in corso e ci stiamo lavorando”. (Gif/Dire)

©Futuro Europa® Le immagini utilizzate sono tratte da Internet e valutate di pubblico dominio: per segnalarne l’eventuale uso improprio scrivere alla Redazione

Condividi
precedente

Taxi!

successivo

Cammino della Magna Grecia, Lettera Aperta al Ministro Franceschini

Rispondi

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *