M5S e la paura del doppio turno

È un rapporto quasi matematico quello che vede i partiti carismatici avere contemporaneamente  percentuali “bulgare” a livello nazionale e fare enormemente fatica a livello locale. Anche al Berlusconi dei primi anni accadeva che i risultati nazionali non rispecchiassero assolutamente quelli locali, perché spesso le persone sui territori non avevano il giusto radicamento o le capacità per attrarre intorno a sé un consenso sufficiente a vincere nei comuni.

Ora questo fenomeno sta contagiando anche i 5 Stelle. Il Movimento di Grillo nei sondaggi nazionali sta compiendo un corsa solitaria con numeri impressionanti (oltre il 32%), diversamente, a livello locale, i risultati dei sondaggi sono del tutto scoraggianti.

Al nord e al centro, sia nei principali centri che nei comuni sopra i 15.000 abitanti, i grillini rischiano di non arrivare da nessuna parte al ballottaggio. Dato sconfortante per un movimento che sta prepotentemente puntando alla guida del Paese ma che nei territori non riesce a selezionare una classe politica all’altezza. Già, perché chi mastica un po’ di politica locale sa bene quanto il simbolo conti veramente poco e la differenza venga fatta dai singoli individui che compongono le liste elettorali. Candidati spesso improvvisati che si trovano ad essere eletti senza avere idea di come approcciarsi al mondo delle istituzioni.

Questa evidenza nella sede della Casaleggio&Associati è diventata una priorità che sta non poco preoccupando i vertici. Un risultato negativo a livello territoriale potrebbe avere anche grosse ripercussioni nazionali che potrebbero causare dubbi sulle capacità dei pentastellati, invertendo il trend di crescita nei dati elettorali. Oltretutto i dati più sconfortanti arrivano proprio dal Nord, ricco e popoloso, sintomo forse che l’appeal su determinate fasce di popolazione sta lentamente svanendo.

Purtroppo ora è quasi impossibile correre ai ripari, anche perché il rigido protocollo grillino prevede procedimenti per la selezione dei candidati decisamente macchinoso e a 30 giorni dalla presentazione dei candidati sindaco non è più possibile trovare soggetti che possano giocarsi il ballottaggio.

Il principale contendente è a sorpresa il centrodestra che bene o male corre quasi ovunque unito con decisamente maggiori ciance di puntare alla vittoria. Ovviamente in questo contesto la crisi del PD non fa altro che alimentare una dispersione di voti che però come visto, sui territori ha ripercussioni decisamente meno critiche.

Ora Grillo dovrà riuscire a gestire la partita delle amministrative in modo da attutire il colpo sul movimento perché sicuramente gli avversari non perderanno occasione per attaccare i 5 stelle e scompattare le fila. Qualche intervento tampone almeno nei capoluoghi di provincia potrebbero risollevare la situazione tamponando il problema, ma di sicuro nei prossimi mesi la battaglia si potrebbe decisamente inasprire.

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