I sovranisti abbandonano Trump
Trump è riuscito ancora una volta a stupire il mondo. Dopo aver condotto una campagna elettorale incentrata su un neoisolazionismo e un protezionismo che, nella sua idea, avrebbe dovuto ridare all’America quel lustro internazionale ormai da tempo smarrito, nei fatti si sta mostrando totalmente differente. Gli interventi in Siria e le minacce alla Corea del Nord mostrano una politica totalmente differente proiettata ad un interventismo internazionale nella “risoluzione” dei conflitti mondiali.
Questa nuova visione internazionale, ha fatto sì che i molti sostenitori in Italia della politica “nazionalista e sovranista” abbiano preso in parte le distanze dal neo presidente statunitense. Il primo a prendere le distanze è stato il leader leghista Matteo Salvini che non ha apprezzato lo scontro con la Russia sulla questione siriana.
In effetti la posizione di Trump ha scombussolato i piani di tutto quel movimento che in Italia conduce la propria battaglia elettorale sul tema dell’identità nazionale. La scelta di una politica interventista ha spiazzato tutti, soprattutto perché le azioni belliche non sono di certo giustificabili né spendibili elettoralmente. Tutti quelli che a Novembre hanno festeggiato l’elezione del Tycoon ora sembrano sviare da considerazioni in merito alle azioni intraprese dagli Stati Uniti.
Oggi, l’unico baluardo del nazionalismo nel mondo occidentale sembrerebbe essere la candidata all’Eliseo Marine Le Pen alla quale anche i nostri leader sembrerebbero aggrapparsi strenuamente nel tentativo di non perdere definitivamente questo diffuso sentimento che anima da diverso tempo il continente europeo.
Se Trump dovesse continuare su questa strada, mistificando tutto quanto detto in campagna elettorale, potrebbe perdere l’appoggio dei molti populisti europei che hanno plaudito alla sua ascesa e trovarsi da solo nella lotta per immigrazione ed economia.
Per quanto riguarda il nostro Paese, è ormai da diverso tempo che si fatica a parlare di Trump, soprattutto dopo l’intervento missilistico in Siria. I suoi sostenitori guardano con apprensione a questo cambiamento perché potrebbe condizionare e non poco la propria corsa verso le elezioni politiche. Condizionare negativamente, in quanto, tutto il Trumpensiero spesso decantato in Italia potrebbe essere utilizzato proprio contro di loro.
E allora tutti a tifare per Le Pen, nella speranza che, nonostante i sondaggi la diano in calo, possa risollevare le sorti del nazionalismo. Se come presumibile non dovesse vincere, per i movimenti di tutta Europa, specialmente quelli italiani, che avevano costruito la propria propaganda sul nazionalismo spinto, potrebbero perdere tutto quel potere emotivo accumulato fino ad ora, per ridare spazio finalmente ai più tradizionali movimenti liberali e socialdemocratici che da sempre segnano la storia e la ricchezza del mondo moderno.
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