Volere volare (Film, 1991)
Volere volare è il film più riuscito di Maurizio Nichetti, regista promettente uscito dalla scuola di Bruno Bozzetto, inventore di un genere originale, a metà strada tra la citazione del cinema muto e il cartone animato, caratterizzato da elementi surreali e fantastici.
Vediamo in sintesi la trama. Maurizio (Nichetti) è un doppiatore di vecchi cartoni animati americani, raccoglie suoni dalla vita quotidiana per usarli nel suo lavoro. Il fratello Patrizio (Roversi) lavora nello stesso studio ma è doppiatore e regista di film porno, realizzati con l’ausilio di alcune ragazze che frequentano la loro casa. Martina (Finocchiaro) fa un lavoro ancora più strano, è una sorta di assistente sociale erotica di casi clinici, assurdi professori – bambini, necrofili, rapinatori sadici, guardoni, cuochi che amano spalmarla di cioccolata. A un certo punto scocca la scintilla amorosa tra i due strani personaggi, ma per Maurizio l’emozione e l’imbarazzo sono così grandi da trasformarlo, poco a poco in un cartone animato.
Volere volare è un film così originale da meritare il David di Donatello 1991 per la migliore sceneggiatura, tanto è costellato di trovate geniali e di una comicità slapstick senza precedenti. Mai volgare, nonostante il tema, sebbene la Finocchiaro reciti molto spesso completamente nuda, ruolo per lei insolito, così come è strano vedere nudi femminili in un film di Nichetti. Molte citazioni di cartoni animati classici in questo Roger Rabbit all’italiana, ancora artigianale e prezioso, costruito con tecnica sopraffina. Nichetti è un piccolo Woody Allen che si ispira a Charlie Chaplin e Buster Keaton, comicità silenziosa, corporea, tutta gesti e movimenti, votata al surreale. Angela Finocchiaro è bravissima e del tutto a suo agio in una parte non facile da infermiera del sesso che sfoggia nudi integrali senza inibizioni. Guido Manuli è l’anima dei cartoni animati, disegnati in perfetto stile Bozzetto.
Peccato soltanto che, dopo questo promettente e maturo lavoro, la genialità di Nichetti si sia andata stemperando sempre più, fino ad affievolirsi e scomparire quasi del tutto. Stefano Quantestorie (1993), Palla di neve (1995), Luna e l’altra (1996) e Honolulu Baby (2001) non sono sullo stesso livello e rappresentano il preludio al definitivo abbandono. Nichetti aveva fatto sognare sin dal suo esordio con Ratataplan (1979) e Ho fatto splash (1980), ma forse anche le idee migliori hanno una fine, al punto che oggi si occupa soltanto di film televisivi e di insegnamento, oltre a essere giurato in importanti festival internazionali. Angela Finocchiaro è stata la sua musa ispiratrice, spesso presente nelle sue opere, attrice congeniale per un tipo di comicità surreale e clownesca, costruita ai limiti del disegno animato. Altri tempi… da riscoprire.
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Regia: Maurizio Nichetti, Guido Manuli. Soggetto e Sceneggiatura: Maurizio Nichetti, Guido Manuli. Effetti Speciali: Quick Sand, Filmidea. Musiche: Manuel De Sica, Peter Westheimer. Produttore: Mario Cecchi Gori, Vittorio Cecchi Gori, Ernesto Di Sarro. Casa di Produzione: Bambù Cinema e TV, Cecchi Gori Group per Tiger Cinematografica e Penta Film. Durata: 94′. Genere: Commedia, animazione. Interpreti: Maurizio Nichetti, Angela Finocchiaro, Patrizio Roversi, Mariella Valentini, Ianniello Amerigo, Lidia Biondi, Nathalie Brandenburg, Adriana Canese, Andrea Cavalli, Valeria Cavalli, Laura Celoria, Rocco Cosentino, Sergio Cosentino, Stefano Dondi, Luigi Gravier, Mario Gravier, Enrico Grazioli, Patrizia Guzzi, Aldo Izzo, Franco Maino, Riccardo Magherini, Pierluigi Nobile, Francisca Oehme, Rossana Olmo, Mario Pardi, Remo Remotti, Osvaldo Salvi, Massimo Sarchielli, Renato Scarpa, Maria Rosaria Secci, Regina Stagnitti, Giuseppe Tosca, Simone Triet.
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[NdR – L’autore dell’articolo ha un suo blog “La Cineteca di Caino”]