Italia delle Regioni
La qualità dell’aria nelle nostre città: occorre dare maggiore informazione al monitoraggio dell’aria nei singoli comuni. Secondo la ricerca di Legambiente “Mal’aria di città 2016”, ben 48 città italiane sono risultate fuorilegge oltre il livello di Pm10. Maglia nera a Frosinone Scalo con 115 sforamenti. Per Legambiente: “Per contrastare lo smog serve una strategia nazionale per la qualità dell’aria e un piano per una nuova mobilità”.
A Frosinone la maglia nera dell’inquinamento atmosferico della regione Lazio, avendo superato la soglia minima nel corso del 2016 per 85 giorni. Frosinone è risultata la seconda città più inquinata d’Italia dopo Torino, mentre al terzo posto si è posizionata Milano. Rieti ha superato il limite di guardia sei volte, mentre Latina in tre giorni. A Roma nel 2016 il livello di guardia è stato superato 13 volte sulla Tiburtina, 10 a largo Preneste e in Via Magna Grecia, ed 8 giorni a Corso Francia.
A conferma di ciò l’analisi dei dati scientifici di Mal’Aria di città 2016, il dossier annuale di Legambiente sull’inquinamento atmosferico e acustico nelle città italiane. Delle 90 città monitorate dall’associazione ambientalista nella campagna PM10 ti tengo d’occhio, nel 2015 ben 48 (il 53%), hanno superato il limite dei 35 giorni di sforamento consentiti di Pm10. Le situazioni più critiche si sono registrate a Frosinone che guida anche quest’anno la classifica dei capoluoghi di provincia dove i giorni di superamento nel 2015 sono stati 115; seguita da Pavia con 114 giorni, Vicenza con 110, Milano con 101 e Torino con 99. Dei 48 capoluoghi fuori legge il 6% (Frosinone, Pavia e Vicenza) ha superato il limite delle 35 giornate più del triplo delle volte, andando oltre i 105 giorni totali; il 33% lo ha superato di almeno due volte e il 25% ha superato il limite legale una volta e mezza.
La politica antinquinamento dei comuni. Lo stato di attuazione del “Protocollo d’intesa” tra Governo, Regioni e Comuni del 7 gennaio 2016: una traccia ecologica per le amministrazioni comunali. Il “Protocollo d’intesa” sottoscritto tra Ministero, Conferenza delle Regioni e Comuni italiani il 7 gennaio 2016 rappresenta la traccia operativa per migliorare la qualità dell’aria mira prioritariamente ad incoraggiare il passaggio a modalità di trasporto pubblico a basse emissioni, disincentivare l’utilizzo del mezzo privato, abbattere le emissioni, favorire misure intese ad aumentare l’efficienza energetica.
Il documento disciplina la collaborazione tra le parti, al fine di definire e attuare misure omogenee su scala di bacino per il miglioramento e la tutela della qualità dell’aria e la riduzione delle emissioni di “gas climalteranti”, con interventi prioritari nelle città metropolitane, utilizzando in modo coordinato gli strumenti normativi e finanziari previsti dall’ordinamento, promuovendo altresì il coordinamento delle reti di monitoraggio della qualità dell’aria da parte del sistema delle Agenzie regionali di Protezione Ambientale e dell’ Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale ISPRA, le azioni di informazione e divulgazione mirate alla corretta comunicazione dei rischi ambientali e sanitari ai cittadini.
In particolare in Italia Governo, Regioni e Comuni si sono impegnati a favorire e promuovere politiche attive in particolare su specifiche materie e azioni positive. Occorre dare maggiore informazione al monitoraggio dell’aria nei singoli comuni, vicino a industrie con evidenti immissioni di gas nell’aria, o nei pressi di vie o di svincoli ad altissima concentrazione di traffico
Viene ribadita la necessità del controllo e della riduzione delle emissioni degli impianti di riscaldamento, il passaggio a modalità di trasporto pubblico a basse emissioni, le misure di sostegno e sussidio finanziario per l’utenza del trasporto pubblico, l’introduzione al livello nazionale del limite di 30Km/h all’interno dei centri abitati, la promozione e diffusione di buone pratiche agricole volte alla limitazione delle emissioni di ammoniaca derivanti dalla somministrazione di fertilizzanti azotati, le misure innovative per la dissuasione e la repressione della sosta di intralcio e la sincronizzazione dei semafori con monitoraggio dell’intensità di traffico.
Infine l’omogeneizzazione e soprattutto la condivisione ed l’interoperabilità di dati e informazioni sulla qualità dell’aria quantomeno in tempo quasi reale. Infatti tali dati e informazioni sono oggi disponibili solo sui siti web ufficiali delle singole Agenzie, ma prodotti ed esposti secondo modalità e formati differenti tra loro.
Occorre dare maggiore informazione al monitoraggio dell’aria nei singoli comuni, in quanto i cittadini hanno diritto di sapere anche nei piccoli centri il livello di qualità dell’aria che respirano, vicino a industrie con evidenti immissioni di gas nell’aria o nei pressi di nodi viari stradali o di svincoli ad altissima concentrazione di traffico, seppur in alcune ore del giorno. Le strutture comunali, qualora non l’abbiano già fatto, dovranno adottare provvedimenti in merito alle risultanze dei monitoraggi sulla qualità dell’aria e le minoranze in consiglio comunale vigilino sull’applicazione di tali azioni di controllo e prevenzione in ambito di salute pubblica.
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