Mediterraneo, polemiche sui salvataggi delle ONG

S’arroventa ogni giorno di più la polemica sulle attività di salvataggio di migranti clandestini, svolte dalle organizzazioni non governative nel Mediterraneo. Lo spunto è stato fornito dal rilevamento statistico di un notevole incremento di sbarchi sulle coste italiane, circa ottomila, nelle ultime settimane. Ad accendere la miccia, ci pensa il Movimento 5 Stelle e il vice presidente grillino della Camera, Luigi Di Maio, trascinando nel vortice delle repliche tutta una serie di soggetti, che si sente evidentemente chiamata in causa.

A sostegno delle proprie argomentazioni, Di Maio cita due rapporti di Frontex, l’Agenzia europea della guardia costiera e di frontiera, in cui si riferirebbe di loschi contatti tra scafisti e Ong, enti accusati – in alcuni casi – di aver trasportato sulle loro navi anche criminali.

Nella mischia, si gettano a testa bassa Salvini e la Lega Nord. Il leader padano presenta un esposto per verificare l’operato di quelle che definisce “pseudo-associazioni umanitarie”, paventando l’ipotesi che le stesse, in violazione alle leggi del diritto internazionale, costituiscano un elemento strutturale del grande business della tratta di esseri umani.

In posizione intermedia si colloca il procuratore di Catania Carmelo Zuccaro, il quale – pur ravvisando una sospetta proliferazione di Ong nel Mediterraneo – ne fa un distinguo tra buone e cattive. In un’intervista al quotidiano La Stampa, Zuccaro tutela la reputazione di note sigle come Msf (Medici senza frontiere) e Save the Children, ma avanza dubbi su ben cinque delle nove associazioni umanitarie attive in mare – fra cui alcune tedesche e la maltese Moas – a proposito delle quali sarebbero emerse prove di relazioni dirette con i trafficanti libici, sollevando inquietanti interrogativi sulla natura delle coperture finanziarie per sostenere i costi ingenti di soccorso.

I pentastellati hanno presentato alla Commissione europea un’interrogazione prioritaria, onde accertare tre specifici aspetti legati alle operazioni condotte dalle Ong: l’osservanza delle norme internazionali, la sussistenza o meno di  favoreggiamento anche indiretto al traffico di esseri umani e l’indicazione delle fonti di finanziamento utilizzate per effettuare i salvataggi in mare.

Sul fronte opposto alle iniziative e dichiarazioni di M5S e Carroccio, si schierano  naturalmente le Ong, supportate dalle sdegnose proteste del PD, della CEI (Conferenza Episcopale Italiana) e dello scrittore Roberto Saviano. Mentre Di Maio afferma che i soccorsi umanitari sono una responsabiltà di cui devono farsi direttamente carico gli Stati, senza delega alcuna ai privati, le organizzazioni non governative ribadiscono con vigore la trasparenza del loro ruolo e il rigoroso rispetto delle norme internazionali. Le operazioni di salvataggio – dichiara Valerio Neri, direttore generale di Save the Children – avvengono sotto il coordinamento della Guardia Costiera Italiana.

Di fatto, le Ong vanno a occupare uno spazio colpevolmente lasciato vuoto dall’incapacità della UE di stabilire una linea di condotta comune tra Paesi membri, in tema d’immigrazione clandestina. Il dato oggettivo è che molte vittime di conflitti e povertà, ma tra questi anche individui di malaffare e terroristi, continueranno a sfidare la morte sui barconi. E’, senza ombra di dubbio, innegabile che associazioni come Msf e Save the Children adempiano con onorabilità ed efficacia alla causa umanitaria, ma resta, comunque, legittima la volontà di verificare la credibilità di altre organizzazioni, di cui è stato segnalato lo sconfinamento in acque libiche, quasi a prestare un servizio di taxi marittimo a domicilio; a confermare tale aspetto, la raccolta di varie testimonianze dalle quali emerge come i barconi, su cui stipare anche fino a un centinaio di persone, siano sempre più fatiscenti e dotati di proposito – dai trafficanti – di motori da appena 25 cavalli, in grado di percorrere solo le poche miglia necessarie a raggiungere le navi delle Ong più vicine alla costa.

Alla radice della diatriba, permane il problema di fondo di un’Unione che – a tutt’oggi – non riesce a garantire un funzionante sistema europeo di aiuti innervato su canali legali, per far transitare in sicurezza i flussi migratori che scelgono la via del mare.

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Un Commento

  • Sono completamente d’accordo colle conclusioni di La Nave. Se la smettessimo di buttare sempre tutto in política e polémica ideologica e ci dedicassimo seriamente a verificare i fatti? Il Procuratore di Catania ha fatto male a parlare di questo problema, perché, come ha detto il Ministro Orlando, i magistrati devono parlare cogli atti, ma il problema che ha sollevato esiste. Si lasci la Magistratura fare il suo compito in tutta libertá e con le risorse indispensabili.

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