Forever young (Film, 2016)

Forever Young di Fausto Brizzi, ovvero quando la stupidità incontra il cinema. Un film che è il vuoto assoluto, imbarazzante per idee e contenuti, persino per realizzazione tecnica. Brizzi replica e porta alle estreme conseguenze il suo modo di fare cinema, da Notte prima degli esami in poi, passando per Maschi contro femmine, Femmine contro maschi e Pazze di me. Lo schema è quello del film corale, della commedia a episodi, con tante esistenze che s’intrecciano per cercare di comporre uno spaccato della vita italiana contemporanea. Il problema è che siamo lontani anni luce dalla commedia all’italiana, al punto di far apparire il cinema dei Vanzina e di Neri Parenti – non diciamo De Sica e Mastrocinque! – un modello irraggiungibile.

Troviamo l’avvocato salutista dedito alla corsa (Teocoli), il genero ciccione (Fresi) e la figlia, entrambi violinisti (Zanella), che con la nascita del nipotino ricuciono un rapporto. C’è il vecchio dj (Lillo) spodestato in radio dal nuovo che avanza (Nick) che si reinventa attore comico. Abbiamo l’estetista cinquantenne (Ferilli) che vive un’impossibile storia d’amore con il figlio ventenne (Caserio) della migliore amica (Ranieri). Infine c’è Bentivoglio, impresario radiofonico cinquantenne, fidanzato con una ragazzina che ogni tanto perde la testa per una coetanea, prima per la sua estetista (Indovina), infine per la Ferilli. Su tutto questo aleggia il tema portante Forever Young, canzone degli Alphaville, uscita nel 1984, cantata nel film da Nina Zilli, mentre la colonna sonora è il pezzo Sangue e vita, composta e interpretata dai Santa Margaret.

Forever Young è un film scritto e sceneggiato in maniera prevedibile, le migliori battute sono contenute nell’episodio del vecchio dj – ben interpretato da Lillo e Frassica – ma anche nel segmento di Bentivoglio – attore dal talento indiscutibile – pure se nel finale entrambi stemperano la loro forza comica. Fotografia artefatta e televisiva, sequenze finte di una Roma che non avrebbe bisogno di costruzioni scenografiche irreali per apparire bellissima, musica fastidiosa e ripetitiva, sequenze girate a imitazione di sé stesso che ricordano il vecchio successo Notte prima degli esami.

In definitiva un film inutile, che avrebbe aspirazioni alte, sociologiche, ma che vola bassissimo, a livello di fiction televisiva di terz’ordine. Evitatelo, se potete.

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Regia: Fausto Brizzi. Soggetto e Sceneggiatura: Fausto Brizzi, Marco Martani, Edoardo Falcone. Fotografia: Marcello Montarsi. Montaggio: Luciana Pandolfelli. Musiche: Bruno Zambrini. Scenografia: Maria Stilde Ambruzzi. Costumi: Elena Minesso. Produttore: Fausto Brizzi, Mario Gianani. Produttore Esecutivo: Olivia Sleiter. Casa di Produzione: Wildside. Interpreti: Fabrizio Bentivoglio, Sabrina Ferilli, Stefano Fresi, Lorenzo Indovina, Lillo, Claudia Zanella, Teo Teocoli, Nino Frassica, Pilar Fogliati, Luisa Ranieri, Emanuel Caserio, Francesco Sole, Massimo Morini, Riccardo Rossi, Anna Pettinelli, Zero Assoluto.

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[NdR – L’autore dell’articolo ha un suo blog “La Cineteca di Caino”]

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