Referendum Scozia: l’opinione di Thomas Lundberg (UniGlasgow)

La Scozia ci riprova. A poco più di due anni di distanza dall’ultimo referendum che vide gli indipendentisti sconfitti, a Edimburgo e nel resto del Paese tira di nuovo aria di divorzio. O forse no. Già, infatti, nonostante l’SNP della Prima Ministra Sturgeon abbia ufficialmente chiamato un altro referendum, che vedrà la Scozia andare al voto proprio nel bel mezzo delle negoziazioni per l’uscita del Regno Unito dall’UE, gli ultimi dati di YouGov suggeriscono che quasi la metà (49%) degli scozzesi sia contro la scissione. E’ solo una questione di tempistiche sbagliate, o i nipoti di Braveheart non vogliono davvero tradire la corona inglese? Futuro Europa ne ha discusso con Thomas Lundberg, professore e politologo dell’Università di Glasgow.

Che impatto avrà la Brexit sul futuro della Scozia?

Questa e’ una bella domanda! Nessuno lo può sapere adesso, certamente è una questione molto complicata, che implica temi economici e di natura politica.

Che grado di indipendenza politica e tipo di incentivi economici sarebbero necessari per mantenere a galla le relazioni tra Londra e Edimburgo?

Difficile da dire. Nonostante l’SNP si dica disponibile a negoziare un accordo che mantenga la presenza della Scozia nel mercato unico europeo, pur rimanendo parte del Regno Unito, credo che in realtà voglia solamente l’indipendenza, e che quindi proponga delle opzioni che non siano realmente navigabili. Non sembra comunque che Londra sia disponibile a cedere molta più autonomia di quella attuale, a parte forse maggiori poteri a livello europeo sulle politiche agricole e della pesca comune, via Westminster.

Verrà inclusa una clausola specifica sulla Scozia nelle negoziazioni tra Londra e Bruxelles? Ha fatto bene la Sturgeon a indire la data del nuovo referendum in concomitanza alle negoziazioni per la Brexit?

Non vedo come la Scozia possa ricevere uno ‘special status’, ciò complicherebbe ulteriormente i già difficili negoziati tra Londra e Bruxelles. Sturgeon sicuramente mira a rendere la vita difficile al governo britannico, ma la PM May sembra già averlo messo in conto. La Sturgeon vuole creare maggiori tensioni con Londra con l’intento di aggravare la già critica situazione e far perno sul sentimento di insoddisfazione di molti scozzesi.

Che posizione dovrebbe assumere l’UE dato che oltre il 60% degli scozzesi ha votato a per rimanere in Europa al referendum sulla Brexit?

Non penso che l’UE possa far nulla oltre lasciare che sia il Regno Unito a sbrigarsi i suoi affari domestici senza interferenza esterna. Se alla fine la Scozia diverrà indipendente, allora sicuramente prevedo una UE molto ricettiva e aperta nei confronti di Edimburgo, in quanto il Paese e’ già in linea con molti dei criteri previsti per l’ammissione. Il punto di snodo potrebbe eventualmente riguardare gli ‘opt-outs’, e se verranno mantenuti o meno alcuni dei privilegi che vengono attribuiti al Regno Unito, vedi Schengen. L’UE in ogni caso non può permettersi di essere vista a interferire negli affari interni di un paese ancora non membro.

Ci sono altre opzioni disponibili sul tavolo negoziale? Ad esempio, per quanto tempo potrebbe una Scozia indipendente sopravvivere fuori dall’UE e dal Regno Unito?

Non saprei dire cosa potrebbe succedere se la Scozia diventasse indipendente e rimanesse fuori da entrambi i blocchi. Certamente prevedo problemi economici nel breve periodo, e mi aspetterei dal governo che avanzasse immediatamente una richiesta di accesso al mercato unico europeo, o mantenesse perlomeno qualche privilegio nell’accesso al mercato britannico almeno fino a quando non diventerà membro effettivo dell’UE. In ogni caso, le conseguenze politiche di tale incertezza si farebbero sentire per molto tempo.

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