Cronache dai Palazzi

Montecitorio ha approvato la norma sulla legittima difesa ma il testo è ancora atteso a Palazzo Madama dove si prevedono tensioni. “Inviterò i senatori a correggere la legge nella parte in cui risulta meno chiara e logica”, ha affermato il segretario del Pd, Matteo Renzi, di nuovo alla guida del suo partito. Hanno votato no tutto il centrodestra (Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia), con l’aggiunta di Sinistra italiana, Mdp e Movimento Cinque Stelle. I voti favorevoli sono stati 225 (Pd, Ap, Civici e innovatori), 166 quelli contrari e 11 gli astenuti. La norma approvata dalla Camera dei deputati prevede che, in caso di aggressione di notte in casa, in negozio o in ufficio, la reazione verrà considerata legittima difesa, per di più di fronte a violenza, minaccia o inganno. Per Davide Ermini (Pd) “il dibattito sulla legittima difesa valida solo di notte è totalmente fasullo”. Per i senatori di Articolo 1, il partito di Pierluigi Bersani, “questa legge porta il Paese sull’orlo del Far West”. Il centrodestra definisce la “riforma confusionaria” mentre i pentastellati si sono opposti ad a “una legge di propaganda del Pd”.

Così, mentre Ap parla già di “vittoria”, il Pd di Renzi frena l’entusiasmo e la presidente della commissione giustizia, Donatella Ferranti, chiarisce: “Nessuna licenza di sparare, nessuna giustizia “fai da te”, spetterà sempre al giudice stabilire se la reazione è proporzionata all’offesa”.

Il centrodestra compatto, dalla Lega a Forza Italia, compreso Raffaele Fitto – che definisce la legge un “guscio vuoto” – la legge sulla legittima difesa del Pd ha l’aria di non essere incisiva e decisiva, come si evincerebbe dalla formula “fatta salva la proporzionalità della reazione all’offesa”. In sostanza nel 2006 la Lega aveva già presentato un testo sulla legittima difesa nel caso in cui si reagisce ai ladri che entrano in casa – testo condiviso da Fratelli d’Italia – ma il suddetto testo è stato ritenuto forse un po’ duro da Forza Italia.

La proporzionalità tra offesa e difesa è, in pratica, il punto non condiviso dal partito di Salvini, che insisterebbe invece sulla legittima difesa automatica (escludendo cioè la valutazione del giudice) ogni volta che si è aggrediti all’interno del proprio domicilio. L’unico punto della nuova legge condiviso da tutto il centrodestra è il rimborso da parte dello Stato delle spese legali per chi, processato, viene poi assolto in quanto ha esercitato per l’appunto una difesa legittima. La copertura, come è stato calcolato, richiederebbe 295.200 euro l’anno a partire dal 2017.

Il fatto che ci si possa difendere solo di notte “fa perdere credibilità”, come ha affermato anche Matteo Renzi seguendo il consiglio di un sostenitore. Non si possono prevedere procedimenti diversi tra le ore del giorno e quelle notturne. O ci si può difendere sempre oppure non ci si può difendere mai. Il testo così scritto sarebbe, in effetti, fonte di diverse ambiguità che devono essere necessariamente risolte anche per guadagnare il consenso, ad esempio, di Forza Italia e poter così superare l’esame a Palazzo Madama, dove i numeri sono più risicati. Magari prima della prossima gara elettorale.

Su un altro fronte resta aperta la questione delle Ong per quanto riguarda il salvataggio dei migranti nel mar Mediterraneo. Nel rapporto riservato sui salvataggi in mare, gli analisti di Frontex – l’Agenzia dell’Unione europea che gestisce il pattugliamento delle frontiere esterne (aeree, marittime e terrestri) degli Stati dell’Unione – mettono in discussione le modalità di salvataggio messe in atto dalle Organizzazioni non governative, presupponendo il favoreggiamento delle attività dei trafficanti. Così si legge sul  rapporto dell’agenzia europea: “Si deve tenere conto che quanto le navi delle Ong intervengono in varie operazioni di salvataggio, simultaneamente o in periodi di tempo ravvicinati, i migranti di naufragi diversi vengono caricati insieme sulle varie imbarcazioni delle Organizzazioni. E questo provoca difficoltà alle autorità italiane per identificare i possibili scafisti tra gli stranieri”. Per di più, “i telefoni satellitari consegnati agli scafisti contengono la lista dei contatti con i numeri diretti delle navi delle Ong e i migranti vengono istruiti dai trafficanti a segnalare la propria posizione”. Accuse consistenti che i responsabili delle associazioni rigettano con sdegno: “I nostri obiettivi sono esclusivamente umanitari”.

In pratica l’indagine messa in campo dal procuratore di Catania, Carmelo Zuccaro, ha preso il via da un’accusa concreta rintracciabile all’interno del rapporto riservato di Frontex: “Nel 90 per cento dei salvataggi eseguiti dalle navi delle Organizzazioni non governative nel 2017, le imbarcazioni coinvolte sono state individuate direttamente dalle Ong e soltanto in seguito è stata data comunicazione al centro operativo di Roma”. L’ipotesi, da valutare e soppesare, è che vadano alla ricerca dei migranti prima di ricevere una concreta richiesta di aiuto. Le organizzazioni non governative hanno chiaramente respinto come “infamie” le accuse sollevate dall’organismo dell’Ue, sottolineando di avere “come unico obiettivo il salvataggio di vite umane”.

“I conti non tornano – ha affermato Marco Bertotto di Medici senza Frontiere – e Frontex ha fatto solo un’analisi campione su 10 giorni del 2017, la realtà è ben diversa”. Sulla stessa lunghezza d’onda Riccardo Gatti di Proactiva Open Arms: “La nostra coscienza è pulita al 300 per cento. Ci stiamo consultando con gli avvocati. Sull’operazione della nostra nave Golfo Azzurro, di cui parla il dossier, abbiamo video e documenti da mostrare”. In sostanza tutte le Organizzazioni respingono l’ipotesi di collegamento operativo con i trafficanti definendola “odiosa e inesistente”. Alla base non ci sarebbe nessun business o tanto meno un traffico illecito intessuto sulla pelle dei migranti. Le due Ong tirate in ballo, Sea-Watch e Jugend Rettet ,ma anche Lifeboat Project e Sos Mediterranee, hanno chiesto un incontro a Fabrice Leggeri, il capo di Frontex, Agenzia Ue della guardia costiera e di frontiera. Le controparti si incontreranno a Berlino il 12 maggio con l’obiettivo di chiarire.

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