Francia, veleni di una campagna
Oggi la Francia al ballottaggio. Nel corso della campagna presidenziale francese è emerso qualcosa che, ai miei occhi, è sinistramente inquietante. Durante il dibattito televisivo, la candidata del FN Marine Le Pen, ha praticamente accusato il rivale, Emmanuel Macron, di avere conti bancari all’estero e quindi di evadere imposte. Non lo ha fatto in modo diretto, limitandosi a dire “spero che non si scopra che lei ha un conto nelle Bahamas”. Cosi ha evitato una querela per diffamazione, ma la stoccata era comunque chiara e velenosa. Dietro ad essa vi è in realtà tutto un submondo di voci che circolano nelle reti sociali, accusando Macron, appunto, di evasione fiscale e conti all’estero (Bahamas o Isole Cayman). Macron ha quindi subito sporto denuncia contro ignoti per la diffusione di voci tendenziose dirette a influenzare il voto. Quello che è inquietante è che non si tratterebbe di atti isolati, spregevoli ma comunque inquadrabili in una logica perversa di lotta politica interna, ma le fonti sono state identificate come facenti capo a gruppi di sostenitori di Trump e, vedi caso, di Putin.
Devo pensare che né l’uno né l’altro siano così sprovveduti da credere di poter influire sugli orientamenti elettorali dei francesi a favore di Marine Le Pen con mezzi così grezzi e scoperti, quindi possiamo generosamente pensare che non siano stati essi a promuovere queste manovre e magari ne siano all’oscuro (ma il precedente delle interferenze russe nella campagna elettorale americana non depongono bene). Sta’ però di fatto che, obiettivamente, sia Putin che Trump tifano per Marine Le Pen. Putin l’ha ricevuta al Cremlino e si è fatto fotografare sorridendo accanto a lei. Le simpatie di Trump per l’estrema destra in Francia e altrove non sono un segreto.
Ci si può chiedere: perché tanta simpatia per una ritorno del nazionalismo para-fascista in Francia, cioè nel cuore dell’Europa? Temo che la risposta sia semplice: sia Trump che Putin hanno in odio l’integrazione europea e cercano di bloccarla e possibilmente distruggerla. Perché nei rispettivi disegni di dominio, e magari in condominio, l’Europa dovrebbe essere una zona amorfa da controllare e colonizzare. Se non ci fossero altri motivi, questa sarebbe una ragione sufficiente per difendere l’ideale di un’Europa solidale e forte, che sfugga al dominio altrui e si ponga come protagonista autorevole del proprio destino.
Gli scellerati antieuropei, i vari Salvini e Meloni, con il loro falso patriottismo, questo non lo capiranno o non lo ammetteranno mai. Preferiscono andarsi a prosternare a Mosca ed esaltare Trump, nuovi modelli di una destra che non deve prevalere nella vecchia Europa.
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