Verso il G7 di Taormina
E’ fin dai primi tempi del G7, nel lontano 1975, quando l’allora Presidente francese Valery Giscard d’Estaing convocò il primo Summit delle principali economie industrializzate, che i colloqui del G7 sono improntati a un senso di informalità tra i Leader, di schiettezza del dialogo, di trattazione dei principali temi di attualità internazionale alla presenza dei funzionari di fiducia dei Capi di Stato e di Governo convenuti, di brevità dell’incontro e che culminano con la sottoscrizione di una Dichiarazione congiunta contenente gli impegni politici pattuiti tra i Leader convenuti e le posizioni comuni che hanno trovato nella discussione delle principali questioni globali al centro del dibattito internazionale, integrando, contemporaneamente, con il loro contributo il coordinamento economico globale di cui si occupa il G20.
Del resto un simile approccio è imprescindibile nel contesto internazionale contemporaneo, in cui il progresso tecnologico, i minori tempi di trasporto e la liberalizzazione delle Politiche nell’Unione Europea e nei rimanenti Paesi dell’Economia mondiale, sottoposti alle influenze della globalizzazione volenti o nolenti, hanno incrementato i flussi commerciali e finanziari tra i vari Paesi e suscitato implicazioni non di secondo piano per l’andamento dell’Economia dell’Unione.
Il mandato viene assunto a rotazione da ciascun Paese che ne fa parte e questa volta sarà il turno dell’Italia, che sta esercitando la Presidenza di turno del G7 dal 1 gennaio 2017 e che si protrarrà fino al 31 dicembre 2017. I Paesi coinvolti sono: Canada, Francia, Germania, Giappone, Italia, Regno Unito, Stati Uniti e UE. Il 26 e 27 maggio sarà Taormina la sede che ospiterà i lavori del Vertice dei Capi di Stato e di Governo dei Paesi del G7. Il tema scelto per essere il filo conduttore: “Costruire le basi di una fiducia rinnovata”. Titolo che è tutto un programma e che, emblematicamente, racchiude in se il senso del proposito dei “Grandi” della Terra convenuti di impegnarsi ad adottare politiche che siano più rispondenti alle aspettative dei cittadini.
L’Unione Europea, abitualmente, è presente ai lavori dei partecipanti al Summit “come membro non enumerato”, che non può, cioè, né presiedere né ospitare nelle sue Sedi istituzionali i Vertici. La UE, quest’anno sarà rappresentata dal Presidente del Consiglio Europeo, Donald Tusk e dal Presidente della Commissione Europea, Jean-Claude Juncker.
I Pilastri selezionati e che saranno al centro del Programma di lavoro sono tre: Tutela dei cittadini; sostenibilità economica, ambientale e sociale e riduzione delle disuguaglianze; innovazione, competenze e lavoro nell’Era della nuova Rivoluzione della produzione. Il compito del nostro Paese sarà quello di ospitare e organizzare gli incontri tecnici ed informali preparatori al Vertice del 26 maggio prossimo e le varie sessioni delle riunioni Ministeriali, identificare le priorità d’azione e i settori d’intervento, predisporre le bozze dei documenti interlocutori e redigere i testi conclusivi finali dei lavori e il Comunicato definito dai Leader riassuntivo delle principali questioni globali discusse durante l’anno e che dà il senso di quello che i Capi di Stato e di Governo del G7 hanno di comune accordo definito e deciso di realizzare oltre che gli impegni di indirizzo politico che hanno tra di loro contratto.
Al Vertice di Taormina converranno oltre i Paesi del G7 anche i vertici di alcune Organizzazioni Internazionali, i Capi di Stato e di Governo dei Paesi di outreach e dei Paesi ospiti della Presidenza, affinché il dialogo con i Paesi delle economie emergenti, con i Paesi in via di sviluppo diventi sempre più stretto ed efficace. I lavori si articoleranno in due giornate e culmineranno con la redazione di un Comunicato conclusivo.
L’interesse dei sette grandi e conseguentemente l’oggetto della loro attenzione, si sta progressivamente allargando, da quanto era in un primo tempo oggetto di attenzione: l’interesse per le questioni legate alla stabilità finanziaria e al coordinamento macroeconomico, a una maggiore sensibilità verso temi di impronta più Sociale, ma di non minore impatto nelle Società moderne: dallo sviluppo dell’Africa e non solo ai cambiamenti climatici, dalla sicurezza alimentare alla risoluzione delle crisi internazionali, dalla migrazione ed accoglienza dei rifugiati all’empowerment delle donne.
L’impatto con la Società civile è una sfida sempre di estrema importanza per le Presidenze dei G7 di turno e non poteva non esserlo anche per l’Italia che ha fin da subito intrattenuto un fitto dialogo con i vari rappresentanti dei cosiddetti “Engagementgroups” del G7 (business7, Civil7, ThinkThank7, Labour7, Science7, Women7 e Youth7) che presenteranno le proprie Raccomandazioni d’indirizzo ai “7 Grandi” sui temi pattuiti per l’agenda del G7.
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