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Ambiente. Simeoni a Pigliaru: stop trivelle, a rischio mare. Presidente corso al suo omonimo sardo: serve intervento congiunto – Un intervento congiunto che coinvolga i governi italiano e francese, per scongiurare il rischio di trivellazioni petrolifere al largo delle coste della Corsica e della Sardegna. L’appello, rivolto al presidente della Regione Francesco Pigliaru, è del presidente del Consiglio esecutivo corso Gilles Simeoni, che denuncia uno studio della società norvegese Tgs Nopec per consentire l’esplorazione di giacimenti di petrolio e gas nel Mare di Sardegna, su una superficie di 20.200 chilometri quadrati che va da dalle coste corse di Propriano a quelle sarde di Oristano. “Dobbiamo fare in modo che in tutto il Mediterraneo ci sia il divieto totale di nuovi permessi di ricerca o sfruttamento di idrocarburi- spiega Simeoni- sulla base degli accordi per il clima, compreso quello di Parigi del 12 dicembre 2015. Il Mediterraneo è infatti un mare chiuso, particolarità che aumenterebbe l’impatto di questi interventi causando inquinamento irreversibile”. Simeoni si rivolge anche al principe Alberto II di Monaco, per avvertirlo dei pericoli che l’esplorazione alla ricerca di petrolio porterebbero al santuario marino Pelagos, istituito con l’accordo del 25 novembre 1999 tra Francia, Italia e principato di Monaco, che si trova in prossimità delle zone individuate per lo studio della società norvegese. (Dire)

Trivelle. Pigliaru: diciamo no, siamo con la Corsica “già espressa nostra contrarietà a governo, ora la rinnoveremo”. – “Siamo accanto alla Corsica nell’esprimere un no deciso contro ogni progetto di prospezione geofisica nei nostri mari che potrebbe determinare situazioni di grave rischio per i cetacei e per tutto l’ambiente marino limitrofo alle coste. Abbiamo giá espresso la nostra posizione di contrarietà al ministero dell’Ambiente e la rinnoveremo”. Così il presidente della Regione Francesco Pigliaru, appoggiando la presa di posizione del presidente del Consiglio esecutivo della Corsica Gilles Simeoni, che ha diffuso oggi un comunicato contro il progetto di ricerca con metodo airgun proposto dalla società norvegese Tgs-Nopec geophysical company nel tratto di mare tra Sardegna e Corsica, nelle immediate vicinanze del santuario dei cetacei Pelagos. “La Regione Sardegna ha sempre fornito osservazioni e parere negativo alle istanza di via nazionale, di competenza del ministero dell’Ambiente, sul progetto e su interventi analoghi presentati da altre società- aggiunge l’assessora alla Difesa dell’Ambiente Donatella Spano- stiamo infatti lavorando assiduamente per la tutela e la valorizzazione delle aree protette e stiamo pensando alle nuove generazioni affinché dalle nostre decisioni di ora possano ricevere i massimi benefici”. La zona interessata dall’indagine della società norvegese si estende per circa 20.000 chilometri quadrati, e l’esplorazione prevede l’utilizzo del metodo airgun, che genera picchi di intensità sonora sino a 260 decibel, “particolarmente dannosi per i cetacei- spiega Spano- si trova inoltre a poca distanza da un’area marina protetta, un parco nazionale e uno regionale, cioè prospicienti a zone che per le popolazioni rappresentano concreta occasione di sviluppo secondo una naturale vocazione territoriale”. (Dire)

Legambiente: trivelle fuori dai parchi ma attive in val d’Agri, non va emendamento legge parchi consente Eni e Total-Erg continuare attività – La Camera dei deputati, durante la discussione in Aula alla proposta di legge 4144 che modifica la legge quadro sulle aree protette 394/91, ha approvato “un emendamento che permetterà all’Eni e alla Total-Erg di continuare le attività di estrazione di petrolio in Val d’Agri sine die e senza nessuna possibilità per il Parco nazionale dell’Appennino Lucano, e le altre istituzioni, di limitare attività eventualmente dannose per la conservazione della natura e dell’ambiente”. Lo denuncia Legambiente segnalando che questo è “il risultato pratico dell’emendamento presentato dalla maggioranza, che aggiungendo le parole ‘fatte salve le attività estrattive in corso e quelle ad esse strettamente conseguenti ad un comma già approvato in commissione Ambiente e destinato a vietare finalmente le attività di ricerca ed estrazione di idrocarburi nei parchi e nelle aree contigue, consentirà invece a chi ha in corso attività estrattive di continuare a svolgerle senza sostanziali limitazioni”. La norma approvata “avrà risvolti gravissimi per il territorio della Val d’Agri dove Eni e Total-Erg sono titolari dei più importanti giacimenti petroliferi onshore d’Europa e dove viene estratto greggio pari al 10% dei nostri consumi”, denuncia Legambiente. (Dire)

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