Cristina Gabetti: è un mondo a due velocità

Radici americane, cresce a Torino, oggi è giornalista e scrittrice: è Cristina Gabetti che diventando madre si chiede che mondo lascerà ai suoi figli e si ritrova nella voragine tra ciò che sappiamo e come viviamo. Questo cambia la sua vita e il suo stile di vita. Sperimenta soluzioni sostenibili a 360 gradi e scrive il suo primo libro, Tentativi di Eco Condotta, dal quale nasce la rubrica “Occhio allo Spreco” a “Striscia la Notizia”. Seguono altri tre libri, tra cui uno per la scuola. Oggi continua la sua ricerca di soluzioni sostenibili e a prova di futuro.

Cristina Gabetti, di cosa ci parlerà oggi?

Farò una domanda, che cosa è il progresso? Viviamo in un mondo che viaggia a due velocità, siamo testimoni di grandi prodezze, di innovazioni ed avanzamenti tecnologici, ma forse non si considera il proteggere il pianeta come un progresso. Dimentichiamo quanto siamo tutti interconnessi. Papa Francesco ha fatto un fantastico TED talk per ricordarci di anteporre le relazioni con gli altri e con la natura a quelle con le cose. Mi ha ispirata e mi ha incoraggiato a perseverare nella ricerca di un equilibrio tra mondi naturali e artificiali sempre più presenti nel nostro quotidiano.  Nel mio TED racconto un viaggio in un luogo lontano, che mi ha suscitato interrogativi profondi su cosa sia il progresso. Una domanda che lascio aperta, offrendo squarci su quanto di positivo avviene nel mondo, che ha bisogno della nostra attenzione. Sono madre di 3 figli e faccio del mio meglio per lasciare loro un futuro di felicità possibile. Che passa sicuramente per lo sviluppo sostenibile. Ci sono grandi opportunità da cogliere, che esploro e condivido. Ad esempio, nella rubrica Occhio allo spreco,che ho tenuto per 5 anni a Striscia la notizia. Poi, le tecnologie esponenziali mi hanno portato a indagare la loro capacità di aiutarci a risolvere le grandi sfide che stiamo affrontando, ed è nato Occhio al futuro.

Quindi il focus del suo Ted sarà il progresso sostenibile?  

Sì, ma dalla prospettiva del sentire, perché sappiamo già tutto. Mi sono trovata negli ultimi anni a esplorare l’empatia come acceleratore del cambiamento. E’ quel meccanismo che ha favorito il big bang culturale 100.000 anni fa quando l’uomo inventò il fuoco e il linguaggio. Ora non abbiamo bisogno di un altro big bang culturale?  Ci troviamo di fronte ad un divario enorme tra quello che sappiamo e quello che viviamo, e nel chiedermi che mondo lasceremo ai nostri figli, mi sono tuffata nella ricerca e nella sperimentazione di scelte a prova di futuro.

Hai fatto 5 anni a Striscia la Notizia.

Sono ancora a Striscia la notizia. Avventura nata nel 2008 con Occhio allo spreco, rubrica poi  diventata Occhio al futuro.

Ti sei fatta molte domande, ma ti sei data anche delle risposte?

E’ una dinamica incessante. Le domande mi portano a cercare ipotesi, ma evito le certezze perché limitano la mia capacità di continuare alla ricerca di nuovi equilibri. Tutto sta avvenendo molto velocemente.

Uso spesso la definizione di essere cittadini consapevoli.

Esatto, è un termine che ho usato tantissimo perché non amo la parola consumatori.

Se per chiudere dovessi mandare un messaggio ai lettori?

Essere affascinati dallo scoprire quanta intelligenza abbiamo attorno, i sistemi naturali sono straordinariamente intelligenti e noi ne facciamo parte. E di vivere l’esperienza dell’interconnessione. Ad esempio noi due respirando in questo momento, stiamo scambiando atomi di materia. Se la vediamo così è molto difficile sentirsi separati.

[Intervista realizzata in occasione del TedX Bologna Salon Roots del 27 maggio scorso dedicato alla sostenibilità e G7 Ambiente, grazie al curatore Andrea Pauri e all’ufficio stampa Dora Carapellese – NdR]

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