Italia delle Regioni

Audizione della Conferenza delle Regioni in Commissione Attività produttive, commercio e turismo della Camera dei deputati, nell’ambito dell’esame della proposta di legge di iniziativa parlamentare sulla disciplina del settore termale. A guidare la delegazione Maria Lo Bello, Coordinatrice vicaria della Commissione Attività produttive della Conferenza delle Regioni.

“Nel provvedimento per la prima volta – afferma Lo Bello – c’è la possibilità di sostenere investimenti per gli stabilimenti termali e le infrastrutture ricettive. E questo è un fatto sicuramente positivo. Ma abbiamo anche evidenziato come il conferimento di una delega al Governo per l’adozione di un testo unico in questa materia presenti ancora dei problemi di concertazione legati anche ai principi della delega che non vengono esplicitati nella PDL. In particolare è auspicabile l’istituzione di una commissione di esperti che lavorino al testo unico, garantendo così un forte coinvolgimento delle Regioni.

Tra l’altro è stata presa in esame la questione dell’inapplicabilità della direttiva Bolkestein – riferisce Lo Bello – per le attività termali e quelle di imbottigliamento delle acque minerali e termali, compresi il rilascio e il rinnovo delle relative concessioni. La Bolkestein prevede la non applicabilità ai servizi sanitari, ma va considerato che le attività termali sono anche altro.

Quanto alle attività di imbottigliamento delle acque minerali e termali, e si evidenzia come le disposizioni della Direttiva europea Bolkestein non siano applicabili alle attività di sfruttamento di una sorgente di acqua minerale, non costituendo prestazioni di servizi, ma possono interessare il rilascio delle concessioni deve avvenire nel rispetto dei principi della libera concorrenza come la stessa Corte costituzionale – sottolinea Lo Bello – ha dichiarato, sottolineando l’illegittimità della proroga automatica delle concessioni termominerali.

Tra l’altro, la disapplicazione dei principi della concorrenza potrebbe condurre ad una incongruenza tra la normativa nazionale e quella regionale. Infatti già numerose regioni applicano criteri di evidenza pubblica nelle procedure di affidamento e rinnovo delle concessioni.

Per quanto riguarda la privatizzazione degli stabilimenti termali ancora gestiti dalle amministrazioni pubbliche, abbiamo sottolineato la necessità di intervenire per la loro valorizzazione nel rispetto sempre della tutela della concorrenza. E’ comunque da prevedere l’intesa con le Regioni per l’approvazione o il rigetto di questi programmi di valorizzazione. Anche la previsione del credito di imposta e deduzione IVA per i costi relativi agli interventi di investimento, seppur apprezzabile, deve prevedere un’intesa con le regioni.

Invece per le iniziative promozionali nei piani dell’Agenzia nazionale del turismo – rileva Lo Bello – per la libera circolazione dei pazienti in ambito UE, abbiamo proposto un emendamento per rafforzare i flussi di chi è interessato ad effettuare terapie termali in Italia. L’Agenzia dovrà individuare per ciascun anno delle linee di promozione sia per gli effetti terapeutici che per il turismo nei territori termali interessati.

Inoltre, sottolinea Lo Bello, la Conferenza ha ritenuto di segnalare l’esigenza di cogliere l’occasione della PDL per definire anche altri aspetti significativi, a partire, ad esempio da interventi da mettere in campo a favore degli stabilimenti termali colpiti dagli eventi sismici nell’Italia centrale. Come pure sarebbe opportuno prevedere anche il rilancio di alcune previsioni della vigente disciplina rimaste sostanzialmente inattuate. Ci si riferisce, ad esempio, al profilo professionale di operatore termale, la cui disciplina dovrebbe essere oggetto di confronto anche con le regioni, come anche allo stesso marchio di qualità termale che andrebbe meglio declinato, contemplando anche i riferimenti alle prestazioni termali praticate.

E’ infine da valutare – conclude Lo Bello – l’inserimento nel provvedimento di un percorso anche scientifico per definire una “mappa delle terme italiane” che contribuisca ad una chiara identificazione e classificazione delle acque minerali e termali, delle diverse fonti delle relative valenze terapeutiche di prevenzione o riabilitative”.

Una breve sintesi sulle disposizioni che regolano il termalismo in Italia e le prospettive di riforma. La legge n. 323/2000 ha rappresentato il primo tentativo di riformare il sistema normativo nel settore termale, configurandosi quale legge “cornice”, destinata ossia, a dettare norme di principio volte a delimitare e determinare i confini di intervento della legislazione regionale nell’ambito di una materia caratterizzata da una forte multidisciplinarietà, coinvolgendo infatti aspetti sanitari, turistici, ambientali ed economici. Tuttavia i tempi di attuazione della legge in questione sono stati piuttosto lunghi ed in alcuni casi le disposizioni previste nella disciplina in questione sono rimaste inattuate. La Proposta di legge in oggetto rappresenta un’opportunità rilevante per intervenire al fine di rilanciare un settore importante in Italia anch’esso colpito dalla recente crisi economica.

In sintesi le disposizioni  su cui si articola la Proposta di Legge sottoposta al parere delle regioni italiane  sono i seguenti: 1. L’istituzione di un Fondo per la riqualificazione termale, avente una dotazione annua di 20 ml di euro per il triennio 2017/2019 (nuovo art 1 comma 3); 2. il conferimento di una delega al Governo per l’adozione di un testo unico della normativa in materia di attività idrotermali di riordino complessivo del settore da adottarsi entro 12 mesi (nuovo art 1 comma 5); 3. la questione dell’inapplicabilità della direttiva 2006/123/CE (direttiva Bolkestein) e del D. Lgs n. 59/2010 di recepimento alle attività termali a quelle di imbottigliamento delle acque minerali e termali, compresi il rilascio e il rinnovo delle relative concessioni (nuovo art 1 comma 4bis); 4. la questione della privatizzazione attraverso programmi di intervento per la valorizzazione patrimoniale al fine del rilancio degli stabilimenti termali ancora gestiti dagli enti territoriali /amministrazioni pubbliche (nuovo art 5bis); 5. la previsione dell’accesso da parte dei medici termali anche in soprannumero alle scuole di specializzazione (nuovo art 6 comma 2); 6. la previsione del credito di imposta e deduzione IVA per i costi relativi agli interventi di investimento (nuovo art 11 bis); 7. iniziative promozionali a sostegno del termalismo da realizzarsi nell’ambito dei piani promozionali dell’agenzia nazionale italiana del turismo per incentivare la libera circolazione del paziente in sanità in area UE (nuovo art 12); 8. istituzione della giornata nazionale delle terme in Italia.

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