Francesco Paolucci: finanziare l’innovazione

Chimico dell’Università di Bologna, è coinvolto nel progetto per il quale ha realizzato una delle prime “foglie artificiali” a basso costo al mondo. Stiamo parlando di Francesco Paolucci che al TedX di Bologna ha parlato dei segreti di questa nuova scoperta e di quali rivoluzioni ci aspettano grazie all’introduzione di questa innovazione.

Francesco Paolucci, ho letto con curiosità di questa nuova foglia.

Innanzitutto voglio dire di essere molto felice di essere qui al TedX e desidero ringraziare Andrea Pauri che mi ha dato la possibilità di illustrare questa ricerca che il mio gruppo all’Università di Bologna – Dipartimento di chimica Ciamician, con tanti altri in Italia, conduciamo da anni. Al Ciamician se ne discute da tempo, ed ora questa ricerca, che è stata silente per una ventina di anni, è ripartita in quarta. Perché sono state scoperte in vari studi mondiali, nuove classi di molecole che fanno avvenire i processi che avvengono naturalmente nelle foglie. Queste catturano in natura l’energia solare e la trasformano in molecole come il glucosio ed altri componenti che servono alle piante, ed a noi, per vivere. Queste molecole sono state sintetizzate da diversi gruppi, soprattutto in Italia, ed è quindi un’occasione per fa vedere il valore della ricerca italiana in un panorama che coinvolge tutto il mondo Stati Uniti compresi.

Il che dimostra che anche in Italia abbiamo delle eccellenze.

La classe politica ha avuto, qualche anno fa, la lungimiranza di finanziare alcuni grandi progetti, e noi abbiamo avuto la fortuna di riceverli. Questo ci ha permesso di creare un cluster di gruppi di ricerca italiani che hanno portato avanti questo progetto. I finanziamenti ora si sono interrotti, e non se ne vede nessuno all’orizzonte. Il messaggio alla classe politica è quello di finanziare i progetti perché le possibilità ci sono.

Ma per capire in termini semplici, studiate i processi di fotosintesi?

No, questi sono studi che sono stati condotti da altri gruppi, noi prendiamo atto dei processi che avvengono nelle foglie e cerchiamo di riprodurli in ambiente artificiale. Ci sono meccanismi che consentono alle piante di trasformare l’energia solare in energia chimica, noi cerchiamo di riportarli in modo artificiale.

Le vostre foglie artificiali sono quindi simili a quelle in natura?

No, le nostre foglie si chiamano così per rendere l’idea, ma non hanno nessuna somiglianza con quelle delle piante in realtà. Sono foglie nel senso che svolgono l’attività della foglia conducendo gli stessi processi che permettono di trasformare l’energia del Sole in combustibile. Le piante usano molecole stabili e disponibili su tutta la superficie terrestre, cioè l’anidride carbonica e l’acqua, con l’energia del sole producono quello che gli serve per vivere ed alla fine del tutto riproducono le stesse molecole da cui erano partite, un classico esempio di economia circolare. Noi dobbiamo partire da questo per arrivare a produrre energia pulita che alla fine della produzione non abbiano scarti.

A che punto siamo con gli effetti pratici?

Siamo ancora a livello embrionale, molto alla base, esistono dei prototipi da laboratorio dove produciamo esempi pratici. Stessi studi avvengono a Stanford ed al MIT. Anche io vorrei associarmi alla collega Pinardi per sollecitare la politica a riattivare i canali di finanziamento che ora sono stati interrotti.

[Intervista realizzata in occasione del TedX Bologna Salon Roots del 27maggio scorso dedicato alla sostenibilità e G7 Ambiente, grazie al curatore Andrea Pauri e all’ufficio stampa Dora Carapellese – NdR]

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