La Parrucchiera (Film, 2017)

Un film italiano che non ti aspetti. Una commedia dal sapore almodovariano. Una commedia di donne. Un film di Stefano Incerti ambientato in una Napoli solare e musicale, ricca di commistioni razziali, inclusiva, che riporta al tipico colore meridionale dei racconti di Marotta, che ti fa riscoprire L’oro di Napoli. Dopo tanto noir, film sulla camorra, storie di spacciatori ed esistenze marginali, finalmente una storia dai toni agrodolci, una commedia che pesca da mille generi – dal melodramma alla sceneggiata, passando per musical e fotoromanzo – per realizzarne uno tutto suo, di grande originalità.

Commedia napoletana, recitata in dialetto, realistica e verace, politicamente scorretta (finalmente!), che non fa l’epopea delle famiglie allargate e atipiche, ma se ne inventa una composta da sole donne, ai limiti del surreale, dove la madre migliore è un transessuale. Incerti racconta le vicissitudini di Rosa (Turco), che si licenzia dal negozio di parrucchiera di Lello e Patrizia – dopo essere stata molestata dall’uomo – e apre un salone in proprio, aiutata dall’amica Micaela e dal transessuale Carla. Molti i problemi da affrontare, soprattutto l’invidia dell’estetista gay del vecchio salone, un tempo famoso per aver cantato in televisione, adesso dimenticato da tutti.

Incerti racconta con leggerezza una storia di vita quotidiana, facendo trapelare i messaggi dal brillante tessuto narrativo: la televisione che produce mostri e distorce la realtà, i pregi e i difetti di una famiglia non tradizionale, l’accoglienza tipica di Napoli e la sua multi etnicità, l’umanità e la solidarietà di un città problematica ma aperta, la lotta al luogo comune del napoletano che sorride sempre, nonostante tutto. Incerti è un ottimo regista, usa a dovere la macchina a mano – lo fa meno del solito rispetto alle sue opere precedenti (Gorbaciof) – e gira molte panoramiche, imposta dialoghi credibili, tra carrelli e interessanti piani sequenza. Fotografia coloratissima, da opera pop che non dimentica il sociale e l’indagine realistica, montaggio sincopato, musica eccellente che comprende tutte le sonorità della musica colta napoletana. Interpreti molto bravi, alcuni persino esordienti e non professionisti, diretti con mano sicura da Incerti che racconta con consapevole maturità la realtà sociale della sua Napoli.

Abbiamo incontrato il regista al Piccolo Cineclub di Follonica per raccogliere la sua interpretazione autentica: “Volevo raccontare la vita vera di Napoli, parlare di donne ispirandomi a Caramel, un film su una parrucchiera mediorientale, con un taglio diverso, che narrasse di persone in difficoltà ma con leggerezza. Non volevo fare la solita Napoli da Gomorra e neppure un’inutile telenovela, ma una vera commedia che citasse tutti i generi del nostro cinema e raccontasse una società inclusiva e musicale”. Incerti ci è proprio riuscito. Peccato che il film non abbia avuto una buona distribuzione.

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Regia: Stefano Incerti. Soggetto: Renata Di Martino, Marianna Garofalo, Stefano Incerti, Luciano Stella. Sceneggiatura: Stefano Incerti, Marianna Garofalo, Mara Fondacaro. Montaggio: Dario Incerti. Fotografia: Cesare Accetta. Musiche: Antonio Fresa, Foja. Case di Produzione: Skydancers, Rai Cinema, in collaborazione con Mad Entertainment. Distribuzione: Good Films. Durata: 108’. Genere: Commedia. Interpreti: Massimiliano Gallo (Salvatore), Pina Turco (Rosa), Cristina Donadio (Patrizia), Lucianna De Falco, Arturo Muselli, Giorgio Pinto, Stefania Zambrano, Francesco Borragine, Martina Palumbo, Alessandra Borgia, Ernesto Mahieux, Tony Tammaro.

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[NdR – L’autore dell’articolo ha un suo blog “La Cineteca di Caino”]

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