Donna, mito e manager

Roma – Tutti la conoscono come l’icona sexy del cinema Hollywoodiano anni sessanta, ma in realtà quella che il marketing del cinema ci ha sempre restituito è solo una piccola parte della donna che realmente era Marilyn Monroe.

In realtà Norma Jeane Mortenson, nata l’1 Giugno 1926 a Los Angeles, era una donna di successo, emancipata, che ha saputo sfruttare il fascino che infondeva con intelligenza, raggiungendo così traguardi importanti nella sua carriera artistica. Pochi forse sanno che i premi da lei ricevuti sono stati vinti proprio quando aveva iniziato a interpretare ruoli da lei scelti, come Il principe e la ballerina per cui vinse il David di Donatello (presente in mostra) consegnatole nel ’59 da Anna Magnani nella sede dell’Istituto Italiano di Cultura di New York, e soprattutto da lei prodotti con la casa cinematografica che aveva fondato nel 1955.

Imperdibile Marilyn, Donna, Mito, Manager, ospitata presso Palazzo degli Esami fino al 30 Luglio prossimo, mette in risalto l’aspetto più intimo e privato della vita di Marilyn, lontano dall’immagine mediatica della bambolina sexy creatasi intorno a lei, e più vicino a quello della donna manager dei nostri giorni.

“E’ come se una ragazza di oggi fosse nata nel 1926”, così si è espresso il curatore Fabio di Gioia in una recente intervista al Tgcom 24, una donna tenace che ha saputo gestire le proprie fragilità dimostrando di essere determinata, volitiva e ricca di quegli aspetti fondamentali per avere successo.

La mostra regala al pubblico l’emozione di entrare nella vita privata di Marilyn, grazie ad una ricca esposizione di oltre 300 pezzi appartenuti all’attrice e prestati dai vari collezionisti, la più ricca è quella del tedesco Ted Stampfer che ha iniziato la sua collezione dalle prime aste di Christie’s.

Ogni pezzo è accompagnato da una didascalia che aiuta a contestualizzarlo, tanti gli abiti resi famosi dalla sua grazia nell’indossarli, come l’abito disegnato da Travilla per Quando la moglie è in vacanza, o i pantaloni a scacchi che vestiva fuori dai set cinematografici.

Oggetti che, grazie proprio ai film dove sono stati visti, pur essendo vintage continuano a tornare di moda proprio perché parte della storia, si riconosceranno tra essi grandi nomi e marche, da Dior a Tiffany, da Chanel a Cartier, da Pucci fino a Lazlo e Dom Pérignon.

Ogni oggetto appartenuto a Marilyn ci racconta un po’ della sua storia, a partire dalla sua infanzia fino agli ultimi giorni della sua vita, i regali ricevuti da altre star del cinema, copioni, contratti cinematografici, lettere d’amore, fotografie di scena dove viene ritratta in momenti pubblici e privati.

In mostra viene ampiamente ricordato che il periodo in cui Marilyn conquistò la scena mondiale, grazie ai film da lei interpretati, fu il periodo di massima produzione cinematografica italiana; il Neorealismo nato dalle ceneri della Seconda Guerra Mondiale affascinava gli Stati Uniti per lo stile asciutto e diretto delle trame, tanto da dare inizio ad una rete di collaborazioni cinematografiche tra l’Italia e gli Stati Uniti.

L’esposizione, patrocinata dell’Assessorato alla Crescita Culturale del Comune di Roma, è una occasione per prendere esempio dalla storia di questa piccola donna dalla vulcanica personalità, che con lavoro e impegno è riuscita a diventare il mito intramontabile Marilyn Monroe.

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