Italia delle Regioni
Circa 380 milioni di euro affluiranno nelle casse dei Comuni, tra acconto Imu-Tasi per i Comuni terremotati, contributi compensativi per minori introiti sull’addizionale Irpef, ristoro sui cosiddetti ‘imbullonati’, contributi per le fusioni di Comuni e fondi per integrare gli esborsi a carico dei Municipi in merito a contenziosi da sentenze esecutive. E’ quanto deciso recentemente dalla Conferenza Stato-Città che ha così accolto in gran parte le richieste formulate dall’Associazione dei comuni italiani Anci.
Nel dettaglio, durante la riunione al Viminale sono stati assegnati circa 15 milioni di acconto sul minor gettito Imu-Tasi per i Comuni del cratere del sisma, a cui seguirà a breve, come previsto dalla ‘manovrina’, un secondo acconto riferito alla perdita di gettito sulla Tari. Su minori introiti IMU-Tasi da ‘imbullonati’ il ristoro riconosciuto ai Comuni è di circa 125 milioni di euro, mentre per compensare i minori introiti dell’addizionale Irpef, ai Comuni saranno riconosciuti 177 milioni. Altri 18 milioni andranno invece per i minori introiti Imu-Tasi e Tari relativi agli immobili posseduti dagli emigrati residenti e pensionati all’estero: le somme, sei milioni per anno, riguardano il triennio 2015-2017.
Infine saranno 38 i milioni per incentivi che andranno ai piccoli comuni che hanno deciso di fondersi. “Esprimiamo un pieno apprezzamento per le importanti risorse liberate oggi in favore dei Comuni, ha commentato al termine della riunione il vicepresidente Anci e sindaco di Pesaro Matteo Ricci. Si tratta di provvedimenti concreti che alleviano il momento di difficoltà che vivono molti enti, primi fra tutti quelli colpiti dal recente sisma. Apprezziamo anche lo sforzo in direzione della semplificazione che si è voluto dare sul tema dei contributi per i Comuni che decidono di fondersi. Tuttavia abbiamo chiesto di riprendere il tema complessivo della gestione associata, rimasto in stand-by. La nostra proposta, che punta a superare il criterio demografico in favore del bacino omogeneo, non è entrata nella ‘manovrina’. Auspichiamo, dato anche il largo consenso che la nostra proposta raccoglie, di trovare al più presto uno strumento normativo che concretizzi la riorganizzazione della governance territoriale con congruo anticipo rispetto alla scadenza della proroga sulle gestioni associate, che cadrà come noto il prossimo 31 dicembre”.
Una questione posta da Ricci ha riguardato in particolare le Città metropolitane e le Province: “Le risorse stanziate dal Governo non sono sufficienti e molti enti non riescono a chiudere i bilanci. E’ un problema enorme a cui porre rimedio con urgenza anche considerando la norma che impedisce di assumere i precari laddove non sia approvato il bilancio. Ci auguriamo – ha concluso il vicepresidente Anci – che al più presto venga emanato un provvedimento d’urgenza che ponga rimedio a questa delicata questione che si trascina da troppo tempo”.
Sul fronte ricostruzione post-terremoto e funzioni dei comuni coinvolti, Con una accorata lettera al presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, il presidente dell’Anci e sindaco di Bari, Antonio Decaro, rivolge un appello per un incontro urgente, anche con i rappresentanti di ministeri e Regioni coinvolte: serve uno “sforzo corale” delle istituzioni, che devono dimostrarsi insieme tese all’obiettivo comune di dare “risposte immediate e operative” ai problemi delle comunità vittime del terremoto del Centro Italia.
Ci sono “ritardi nella realizzazione delle soluzioni abitative di emergenza e nella rimozione delle macerie” – scrive Decaro – in alcuni casi difetta “il coordinamento necessario per gestire situazioni inevitabilmente complesse” e “non aiuta non poter disporre di uffici regionali per la ricostruzione capaci di fornire riscontri in tempi certi”. Nel merito dei problemi è necessario dare ascolto alle “preoccupazioni dei sindaci, soprattutto marchigiani”. Perché sono stati e sono ancora loro, i sindaci del cratere e del più vasto ambito che ha avuto ripercussioni, a doversi occupare per primi degli effetti di “un sisma che per danni, intensità e durata ha pochi precedenti nella storia del Paese”, a “gestire senza risparmiarsi un enorme lavoro di sostegno umano e amministrativo ai concittadini, per tentare di dare serenità e una prospettiva di rientro graduale verso condizioni di normalità”.
“Serve – scrive quindi il presidente Anci al Premier – uno sforzo corale ulteriore per lavorare per obiettivi e temi, ad iniziare da scuola, agricoltura, turismo, attività produttive, rafforzando il coordinamento e individuando in maniera pragmatica le criticità e le risposte operative. Sulle problematiche dei vaccinazioni obbligatorie, le Regioni hanno condiviso l’esigenza di affrontare in modo più determinato il tema della prevenzione vaccinale, anche in considerazione dei dati epidemiologici che hanno mostrato in modo inequivocabile il riaffacciarsi di focolai relativi a malattie che si consideravano fino a pochi anni fa definitivamente debellate”, lo ha detto nel corso di un’audizione alla Commissione Igiene e sanità del senato, Antonio Saitta coordinatore della Commissione Salute della Conferenza delle Regioni.
“Sulla base di questi presupposti abbiamo anche condiviso l’idea di un percorso che prevedesse l’obbligo delle vaccinazioni per l’iscrizione alle scuole primarie secondarie. Un principio peraltro che, a livello di asili nido e scuole materne, era stato già anticipato da iniziative legislative assunte dalla gran parte delle Regioni. Proprio per questo – prosegue Saitta – allo scopo di evitare un pericoloso federalismo vaccinale visto che le epidemie non rispettano i confini amministrativi e geografici, le Regioni hanno condiviso la necessità di garantire sicurezza e salute a tutta la popolazione ed avevano da tempo sollecitato al Governo un testo normativo unico. Il testo del Decreto Legge adottato dal governo contribuisce a dare omogeneità applicativa su tutto il territorio nazionale ai piani vaccini: come Regioni chiediamo però che non si corra il rischio di scaricare sulle famiglie incombenze burocratiche. Proponiamo ai ministri della Salute e dell’istruzione (lo abbiamo già detto ieri in seduta tecnica) un’unica e condivisa circolare applicativa che dia certezze nelle procedure creando il massimo di collaborazione possibile tra il sistema scolastico e le Asl”.
“È importante poi – continua Saitta – che il decreto contenga una applicazione graduale che può consentire sia al sistema scolastico che a quello sanitario di coordinarsi per evitare disagi agli operatori e alle famiglie. Ricordo che la Conferenza delle Regioni ha già dato l’intesa al piano vaccini 2017-19, oggi parte integrante dei LEA, i Livelli Essenziali di Assistenza, con un duplice obiettivo: da un lato mantenere l’attuale copertura rispetto alla polio e al tetano, cercare di sconfiggere definitivamente Morbillo e Rosolia. Dall’altro allargare le vaccinazioni per alcune fasce della popolazione penso a Pneumococco e Zoster per gli anziani e anti Meningococco negli adolescenti, Rotavirus e Varicella per i bambini”.
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