Italia delle Regioni
Presentato il Piano Strategico per il turismo 2017-2020: “Quasi una rivoluzione copernicana nella strategia con cui promuovere il turismo nel nostro Paese”. Così ha definito il Piano Strategico del Turismo 2017-2022 il Coordinatore della Commissione Turismo della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, Giovanni Lolli (Vice presidente della Regione Abruzzo) a margine dell’evento di presentazione “Italia. Paese per viaggiatori” che si è tenuto alla Farnesina il 20 giugno.
“Per troppo tempo – ha detto nel corso del suo intervento Lolli – in Italia ci siamo cullati, affidandoci esclusivamente al valore immenso del nostro patrimonio artistico e naturale conosciuto in tutto il mondo e non abbiamo costruito una politica di promozione adeguata mettendo affianco del prodotto che avevamo a disposizione una rete adeguata di servizi ed infrastrutture. Il Piano Strategico del Turismo crea una radicale discontinuità con questo atteggiamento del passato. Si inaugura una stagione in cui tutti i protagonisti insieme decidono di rivitalizzare il settore dando una strategia al sistema turistico italiano. Lo ha fatto lo Stato coinvolgendo tutti i ministeri interessati giacché il turismo non può essere confinato nell’ambito di un solo settore, ma evidentemente coinvolge ed impegna trasversalmente diversi dicasteri.
E lo hanno fatto le Regioni che hanno in questa materia competenze fondamentali affidate loro dalla Costituzione che intendono esercitare in squadra con lo Stato e con la rete dei Comuni, in un’ottica più stringente e più condivisa. Ma questo piano – continua il Coordinatore della Commissione Turismo – è il frutto dell’apporto di tutti i protagonisti, in primo luogo degli operatori del settore, dei privati e di coloro che organizzano sul territorio l’offerta turistica e che hanno scelto di muoversi all’altezza della situazione e in modo più ordinato. Quindi è proprio il metodo, con cui si è costruito questo piano, la vera ragione del suo successo. Siamo entrati in una fase nuova che spinge sul “brand Italia” e sul “vivere all’italiana” ovvero su un prodotto che non si fonda più solo sulle grandi città d’arte ma coinvolge il territorio, i piccoli borghi che, come ha dimostrato il successo dell’anno dei Borghi d’Italia, rappresentano un traino fondamentale. Sono il filo conduttore di un racconto straordinario fatto di uomini, visi, sapori, conoscenze, arte, artigianato e paesaggi.
Proprio quella che ingiustamente viene definita come “Italia minore” – conclude Lolli – è in realtà la chiave per un’offerta turistica diversa, più diffusa, che consente di capire e far percepire un modello di vita a dimensione umana, proponendo un marketing sempre più fondato sul Life Italian Style, caposaldo di un Piano strategico di cui le Regioni e i Comuni sono protagonisti”.
“In un tempo che è sfidato da una minaccia sicurezza senza precedenti che ha inciso in modo determinante sullo stile di vita di milioni di cittadini di tutto il mondo con un impatto anche sul turismo, il nostro Paese è uno dei pochi che è riuscito a coniugare solidarietà e sicurezza”. Lo ha affermato il ministro degli Esteri Angelino Alfano aprendo alla Farnesina l’evento “Italia paese per viaggiatori. Abbiamo salvato centinaia di migliaia di vite umane e contemporaneamente siamo stati un paese sicuro in un contesto globale in cui il rischio zero non esiste”, ha ricordano il ministro, sottolineando che in Italia il turismo cresce con percentuali “significativamente” superiori rispetto alla percentuale di crescita del Pil. Per Alfano questo modo di essere Paese sicuro e solidale “ha inciso nella crescita turistica sia per gli italiani che scelgono di conoscere meglio il proprio paese” sia per gli stranieri che “scelgono l’Italia perché oltre all’immensa bellezza di cui dispone e alla crescente qualità dell’offerta turistica ha offerto la variabile sicurezza come punto determinante”.
“L’Italia è all’avanguardia tra i Paesi Schengen” per la “concessione dei visti” che sono uno strumento per promuovere la crescita del turismo soprattutto da parte di Paesi come Russia e Cina, ha poi aggiunto il ministro Alfano ricordando che sono stati concessi 2 milioni di visti all’anno. Sono stati introdotti visti multipli di lunga durata che consentono più entrate. Un modo di potenziare il turismo cercando di andare oltre il turismo ‘mordi e fuggi’. “C’è voglia di ripartire dalle regioni, di capitalizzare i nostri 51 siti Unesco” ha detto ancora Alfano Presentando il Piano strategico del turismo 2017-2022 che punta, tra l’altro sulla conoscenza dei borghi, delle aree rurali’ oltre che delle grandi città d’arte. Secondo Alfano “La crescita del turismo sulla crescita del Pil ha giocato un ruolo essenziale” ed è anche grazie al turismo che l’Italia “è venuta fuori dalla più grande e lunga crisi economica che abbia mai avuto”.
Il turismo, ha ricordato il ministro, rappresenta il 12% del Pil e il 13% dell’occupazione. La diplomazia economica è tanto importante quanto la diplomazia politica ha aggiunto il ministro, sottolineando che “l’Italia non è una superpotenza militare” ma “è una superpotenza della bellezza”.
Il ministro dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo, Dario Franceschini, durante il suo intervento si è soffermato sul “problema di fragilità” che hanno “alcuni luoghi conosciuti in tutto mondo. Il tema di governare la crescita prima era soltanto a Venezia, ora si è allargato alle altre città come Firenze e Roma. Nessuno ha parlato di mettere i tornelli, ma servono i contapersone. Questo è un tema urgentissimo”. Oltre all’urgenza, secondo il ministro “il problema va affrontato e risolto dal punto di vista strategico.
Per questo, il 30 giugno si riunirà il Comitato permanente per il turismo e sceglieremo da quali azioni cominciare. Le linee strategiche puntano alla sostenibilità. Non vogliamo numeri indistinti di turisti, ma dobbiamo puntare a un turismo che spende e rispetta la fragilità dei luoghi. Non si tratta di una nicchia, ma di milioni di persone”. Franceschini ricorda poi “l’incontro che avremo con i sindaci delle città italiane che hanno questo problema”, Venezia, Milano, Firenze, Roma e Napoli, “per ragionare insieme a loro, perché il sovraffollamento, che crea problemi anche di sicurezza, può essere regolamentato non con dei ticket, ma – ha ribadito – con regolatori di afflussi non visibili. Una cosa molto semplice che altre città nel mondo hanno già applicato”.
“Il turismo porta lavoro, crescita economica, ricchezza” ma anche “conoscenza reciproca, in un mondo in cui sono sempre più grandi le paure dello straniero e della diversità”, ha affermato il ministro dei Beni culturali, convinto che “il turismo faccia conoscere le persone e superare le diffidenze. C’è anche un grande valore sociale nell’investire in questo”. “La paura della globalizzazione – ha ribadito il ministro – porta paura della diversità e dello straniero e quindi la tendenza richiudersi”. Al contrario, “il turismo è un veicolo di conoscenza che fa superare le paure”. Da qui l’impegno, in collaborazione con il ministro dell’Istruzione, Valeria Fedeli, per una “grande operazione di turismo scolastico”.
“In un mondo in cui le paure della globalizzazione portano a costruire muri e non ponti, il turismo è il primo veicolo di conoscenza”, ha concluso Franceschini. “Il turismo porta lavoro, crescita economica, ricchezza. È uno dei motori della crescita italiana nei prossimi anni” ma contemporaneamente porta conoscenza reciproca in un mondo in cui sono sempre più grandi le paure dello straniero, della diversità”. “Tutte queste paure derivano dalla mancanza di conoscenza reciproca. Il turismo fa conoscere le persone e superare le diffidenze” quindi “c’è anche un grande valore sociale”, nell’investire nel turismo.
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