Twitter cinguetta a Wall Street
Twitter cinguetta con le stelle: giovedì 7 Novembre il Social Network è sbarcato a Wall Street al New New York Stock Exchange e ha debuttato con un +73% dal prezzo di collocamento, fissato a 26$, chiudendo la giornata di contrattazioni a 44,90$, con una capitalizzazione pari a 24,9 miliardi. Nel corso della prima giornata di quotazione il titolo ha toccato il picco di 50$ con un rialzo del 92% ed ora quota intorno ai 43$.
Jack Dorsey è il fondatore di Twitter, un 36enne americano nato da una famiglia modesta e diventato uno degli imprenditori più famosi e in auge nel mondo. Le male lingue lo descrivano come un playboy, narcisista e machiavellico, altri come il nuovo Steve Jobs. Il tempo dirà se sarà un imprenditore illuminato o una meteora, per ora Jack si gode il successo della sua creatura.
L’IPO (Initial Public Offering) di Twitter è stata imponente, la maggiore IPO da quella di Facebook nel Maggio del 2012 ed arriva in un ottimo momento per il mercato americano, con l’indice S&P cresciuto dell’8% negli ultimi due mesi e del 24% dall’inizio del 2013. E’ stata l’11esima migliore IPO del 2013, vuol dire che altre società, al loro debutto, hanno fatto meglio della seppur stratosferica performance (73%!) del social dei cinguettii.
Twitter è solo l’ultima tra le grandi aziende dei social network che si è quotata negli USA: Facebook, Linkedin, Groupon, Zynga, Tripadvisor e Yelp, solo per citarne alcuni, hanno preceduto la company del passerotto. La febbre da collocamento quando il mercato azionario attraversa una fase positiva è sempre molto alta e si cerca di sfruttare l’occasione per raccogliere nuovi capitali da investire.
Il paragone con la bolla internet è inevitabile anche se sono passati ormai più di 14 anni. Allora qualsiasi azienda iniziasse a fare business on line veniva considerata come un azienda di successo, a prescindere dalla solidità finanziaria o dai piani strategici. Era la cosiddetta febbre delle dot-com che finì con lo scoppio della bolla internet tra il 2000 e il 2001. Ora i social rischiano di fare la stessa fine e sul medio-lungo termine saranno premiate, e sopravviveranno, solo quelle realtà che saranno capaci di sviluppare le promesse di business e mantenere fedeli i milioni di utenti che oggi danno vita a questi fenomeni. Al momento la valutazione di queste aziende per gli analisti finanziari è molto difficile da fare poiché non vengono valutate per multipli e utili generati ma sulla scommessa, tutta da verificare, che l’enorme massa critica di utenti sarà capace di generare ingenti guadagni. Solo alcune ci riusciranno.
Il bilancio delle performance delle società dei social network quotate, dall’IPO fino ad oggi è positivo, seppur con qualche ombra: Linkedin con un +370% e Yelp con un +320% guidano i rialzi mentre Zynga con un passivo di -65% e Groupon con un -50% registrano i maggiori ribassi. Facebook ha una storia particolare: da 38$ dell’IPO è scivolata sotto i 20$ ed ora vale 47$ (dopo essere arrivata fino a 55$). Roba per cuori forti se si pensa che tutte queste oscillazioni sono avvenute in meno di un anno e mezzo. Twitter dove si collocherà, tra i vincenti o tra i perdenti? Per ora la domanda non sarebbe neanche da porre.
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