Berlusconi alla ricerca del leader
A Silvio Berlusconi l’idea di avere il nemico/amico Salvini candidato premier proprio non va giù. Con l’incertezza della sentenza della Corte di Strasburgo e l’età che inesorabilmente avanza, il Cavaliere vorrebbe individuare una figura che possa contrapporsi per capacità e presenza scenica a Matteo Renzi.
E così, pur di evitare l’argomento con l’alleato leghista ha iniziato a lanciare nomi di un certo spessore, per capire se ci fosse l’interesse a guidare il centrodestra. A d oggi, dopo aver lanciato Zaia, Calenda e per ultimo Marchionne, il leader azzurro ha ricevuto soltanto picche rimanendo di fatto a bocca asciutta.
Difficile biasimare certi soggetti sia del mondo dell’impresa che della politica “di periferia” visti i sondaggi e le incertezze su che legge elettorale verrà approvata. Nessuno sembra di fatto voler rischiare la propria carriera in un contesto talmente incerto.
Inoltre, bisogna dire che negli ultimi anni i delfini di Berlusconi non hanno fatto una bella fine. Il primo fu l’erede designato, Gianfranco Fini, finito nel vortice della casa di Montecarlo, poi è toccato ad Alfano che, dopo aver consumato il tradimento del “padre” è rimasto a barcamenarsi tra destra e sinistra senza infamia e senza lode. Per ultimo, l’ex AD di Fastweb Stefano Parisi. Anch’egli lanciato verso palazzo Chigi per poi capitombolare nel solito partitino personale. Insomma non molta fortuna per un centrodestra che potrebbe avere un grandissimo potenziale ma che manca di un comandante di vascello all’altezza del ruolo.
A Berlusconi va rimproverata l’incapacità di trovare un erede che nonostante un padre ingombrante, potesse dare speranza al centrodestra e competere realmente contro l’ascesa della stella di Renzi. Questo ha portato ora il leader di Forza Italia a rincorrere personaggi più o meno di spicco nel tentativo che possano accettare il pesante fardello della sua eredità.
La situazione politica attuale pertanto continua a cedere il passo al giovane segretario federale della Lega che da tempo ambisce al ruolo di pater dell’alleanza ma che ancora non riesce a far breccia in quella fetta di popolazione che di fatto rappresenta il grosso dell’elettorato definito “moderato” e spesso fluttuante.
Da Arcore restano in ogni caso alla ricerca di qualche papabile da lanciare sul ring prima della competizione elettorale, ma viste le difficoltà del periodo e le immense incertezze, se dovesse tornare l’ipotesi Tedeschellum, potremmo assistere ad una competizione dei partiti in maniera individuale, dove Berlusconi in prima persona (forse riabilitato) potrebbe correre per rilanciare Forza Italia e affermarsi come primo partito del Centrodestra e, solo successivamente, se i risultati lo permetteranno, offrire il timone del comando a qualche esponente della società civile.
Di certo si dovrebbero verificare condizioni tali per cui il rischio ne valga la candela, ma l’impressione è che per ora nulla si muoverà. Tutto rimandato a settembre, mese in cui si inizierà davvero la campagna elettorale, con o senza leader di schieramento.
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