Fantozzi contro tutti (Film, 1980)
Abbiamo rivisto in televisione Fantozzi contro tutti (1980), il primo diretto da Neri Parenti, terzo capitolo di una saga che – tra alti e bassi – va da un originale e sorprendente Fantozzi (1971) di Luciano Salce al pessimo e ormai esausto Fantozzi 2000 – la clonazione (1999) di Domenico Saverni.
Fantozzi contro tutti è il migliore tra i Fantozzi di Parenti, coadiuvato alla regia da Paolo Villaggio, non solo attore della saga ma anche ideatore di un personaggio desunto da un notevole romanzo di esordio. Un film che non invecchia, farsesco, girato con il tono delle comiche del periodo muto, poco legato ai problemi socio-culturali del periodo storico, se escludiamo la passione per il telecomando tv, tipica degli italiani dei primi anni Ottanta. Inutile dire che la vis comica migliore sta tutta nei primi due capitoli della saga, diretti da Salce e Villaggio, e che con l’andare del tempo il personaggio si è ridotto a una macchietta da cartone animato, tra trovate slapstick e momenti di puro cinema surreale. In ogni caso questo terzo episodio gode della sceneggiatura di due professionisti del calibro di Benvenuti e De Bernardi, che sviluppano per immagini un buon soggetto di Villaggio, oltre al montaggio di Montanari e alle divertenti musiche del duo Bongusto-Mascolo.
Molte le scenette indimenticabili di quello che può essere definito un film a episodi tenuto insieme dall’esile collante del personaggio più vessato e umiliato della storia del cinema. Tra tutti citerei la sequenza in cui Fantozzi si strafoga di polpette mentre il medico della clinica lager di Ortisei cerca di incastrarlo per punirlo di non aver resistito alla tentazione del cibo. Tra il comico e il drammatico l’episodio del tentato tradimento di Pina (Vukotic) con un bel fornaio (Abatantuono), durante il quale Fantozzi dimostra tutto il suo amore per la consorte. La morte del direttore ereditario della Megaditta mette i poveri impiegati nelle mani di un nuovo padrone che ha il pallino del ciclismo, seguono le immancabili gag a base di ciclisti dilettanti distrutti da fatica e dolori. E poi il finale con Fantozzi che dipinge nel cielo la frase Il Megadirettore è uno stronzo! con la sola forza del pensiero. Ribellione subito sedata dal potere che obbliga il povero impiegato a modificare il suo pensiero in Fantozzi è stronzo!, scritta che subito prende il posto della precedente tra l’ilarità generale di colleghi e condomini.
Fantozzi contro tutti vede impegnato un buon cast di attori, nel quale spiccano la bravissima Milena Vukotic, moglie storica di Fantozzi, Gigi Reder, nei panni del ragionier Filini, e Plinio Fernando, truccato da donna-bertuccia come figlia orrenda di Fantozzi. Diego Abatantuono appare lo spazio di un episodio, non è molto impegnato, se non a cantare stornelli romano – pugliesi e a sfoggiare un fisico da fornaio – culturista. Bravo Camillo Milli, un laido conte che invita Fillini e Fantozzi a partecipare a una crociera in barca solo per sfruttarli come marinai. Neri Parenti è un semi esordiente, dirigerà altre sei pellicole della saga Fantozzi, ma questo è l’ultimo a essere tratto da un libro del comico genovese, gli altri saranno sceneggiature originali, non sempre all’altezza della situazione.
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Regia: Neri Parenti, Paolo Villaggio. Soggetto: Paolo Villaggio. Sceneggiatura: Leonardo Benvenuti, Piero De Bernardi, Paolo Villaggio, Neri Parenti. Fotografia: Claudio Cirillo. Montaggio: Sergio Montanari. Musiche: Fred Bongusto, José Mascolo. Scenografia: Umberto Turco. Produttore: Bruno Altissimi, Claudio Saraceni. Genere: Farsa. Durata: 93’. Interpreti: Paolo Villaggio, Milena Vukotic, Gigi Reder. Diego Abatantuono, Camillo Milli, Paul Muller, Plinio Fernando, Guerrino Crivello, Angelo Pellegrino, Pietro Zardini, Giuseppe Anatrelli.
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[NdR – L’autore dell’articolo ha un suo blog “La Cineteca di Caino”]