Incendi, prevenire è meglio che curare

Mentre i magistrati cercano la verità, il comune cittadino non può non notare che di fronte all’emergenza incendi il Paese appare oggi più che mai disarmato. Niente più Forestali, pochi Vigili del Fuoco, pochi mezzi. La novità positiva – e speriamo determinante, in sede di indagine – rispetto al passato, sono gli arresti di alcuni ‘piromani’. E’ vero, il governo ha varato la legge sul reato ambientale, ma poi ha sguarnito l’esercito che i reati doveva prevenirli e contrastarli. E così, se qualche ‘piromane’ finirà in galera, per contro il Paese ha già visto andare in fumo una quantità di patrimonio naturale senza precedenti. Un quadro descritto a chiare lettere dalle opposizioni.

Innanzitutto, una ‘fredda’ valutazione sui costi degli ultimi incendi, del Coordinatore nazionale dei Verdi Angelo Bonelli: “I dati parlano chiaro, sono più di 60.000 ettari bruciati nel 2017 i cui danni si possono quantificare in 1,2 miliardi di euro che si sarebbero potuti benissimo abbattere se si fosse realizzata una politica di prevenzione adeguata. Ma a fronte di questi costi il Governo ha ridotto le spese per la prevenzione a solo 1,2 milioni di euro.” “La prevenzione – dice Bonelli – la permette la legge quadro 353 sugli incendi boschivi del 2000, proposta e fortemente voluta da noi Verdi definita ‘innovativa’ dallo stesso Capo Dipartimento della Protezione civile, Fabrizio Curcio. Una legge che prevede  un finanziamento da parte dello Stato per l’attività di prevenzione. Peccato che quel finanziamento, come ha denunciato lo stesso Curcio, si è negli anni assottigliato fino a essere praticamente nullo con l’arrivo dei governi Renzi e Gentiloni. Il ministro Galletti ci spieghi perché per la prevenzione quest’anno era previsto un investimento di poco più di un milione di euro e se non si sente responsabile di aver causato un danno di 1000 volte superiore”.

La prevenzione, dalla realizzazione delle linee tagliafuoco al controllo del territorio, la facevano gli uomini, sul campo. Ma ricorda Sinistra Italiana, in conferenza stampa alla Camera: “Con l’accorpamento della Forestale nei Carabinieri (oggi ci sono i Carabinieri Forestali) “6.400 unità di personale ex Cfs sono finiti ai Cc e solo 360 unità ai Vigili del fuoco, forse anche meno”, ha detto Loredana De Petris, senatrice di Sinistra italiana, Presidente del Gruppo Misto a palazzo Madama. Il Corpo forestale “aveva 32 elicotteri di cui circa 30 specializzati nell’antincendio boschivo, ma dal primo gennaio 2017, per effetto della riforma Madia, 13 sono finiti ai Carabinieri e solo 17 ai vigili del fuoco, ma secondo notizie di questi solo 7 sono impiegati contro i roghi mentre gli altri sono a terra per manutenzione o usati per altre finalità”. Insomma, “se nel 2016 sugli incendi erano attive 2mila persone oggi sono poco più di 300, e neanche tutte utilizzati per questo scopo”.

Pochi uomini, costretti a turni massacranti, veri e propri eroi: il Capo dello Stato Sergio Mattarella ha espresso “grande riconoscenza ai tanti servitori dello Stato, benemeriti della nostra società, nei Vigili del Fuoco e nelle Forze dell’Ordine, ai tanti volontari dei gruppi antincendi, che si stanno adoperando, con grande abnegazione e sacrificio, per spegnere gli incendi, per contrastare il fuoco appiccato da sciagurati, che mettono a rischio la sicurezza delle persone, deturpano la bellezza del nostro Paese e ne danneggiano gravemente l’economia”. Ma mentre sul campo uomini insonni rischiano la vita contro le fiamme, nel ‘palazzo’, osserva Forza Italia, “il governo ha deciso di destinare 7 milioni di euro dei 23 previsti per il potenziamento dell’organico dei Vigili del Fuoco al riordino del personale delle Forze di polizia, delle Forze armate e dello stesso corpo”, dicono i deputati di Forza Italia Francesco Paolo Sisto, Vincenza Labriola ed Elio Vito, che hanno presentato una risoluzione in I Commissione che impegna il governo ad intraprendere le iniziative opportune per prevedere la ripartizione originaria presente nella Legge di Bilancio. “Una decurtazione di 7 milioni di euro destinati ai Vigili del Fuoco comporta che le unità da assumere passino da 569 a 400”.

Sulla stessa linea il M5S: “Stiamo vedendo purtroppo con i nostri occhi le conseguenze dello scioglimento, anzi la soppressione, del Corpo Forestale voluta da Renzi e da tutto il Pd. Un’operazione camouflage che ha annientato un prezioso patrimonio di conoscenze. Il coordinamento dei soccorsi è allo sbando e i mezzi dati non sono assolutamente sufficienti. L’Italia è sotto attacco e il governo è inerme e responsabile”. Anche Fratelli d’Italia stigmatizza l’abolizione del Corpo Forestale dello Stato.

Insomma, sotto gli occhi di tutti è l’indebolimento del controllo, della prevenzione e della manutenzione del territorio, cioè di tutto ciò che può evitare che il ‘danno ambientale’, in questo caso gli incendi, si verifichi. La linea del governo è invece quella di punire i responsabili, sempre che si rintraccino, quando il danno è ormai avvenuto: in un’informativa alla Camera il ministro Galletti ha prima stigmatizzato la siccità e l’elevata ventilazione, ed ha poi detto che “serve però anche una fortissima azione repressiva contro i piromani, per la quale oggi Forze dell’ordine e magistratura dispongono di una normativa più adeguata”.

Ha risposto Angelo Bonelli, leader dei Verdi: “Quando l’Italia va sott’acqua e assiste al dissesto – prosegue il leader dei Verdi – lui fa annunci, esattamente come ora con gli incendi: parole e giustificazioni senza fatti né decreti attuativi. Ma voglio ricordare che con lui sono stati approvati i peggiori provvedimenti contro l’ambiente: deroghe per inquinare i mari, l’attacco alla Legge sui Parchi, lo Sblocca Italia che da il via libera alla cementificazione del nostro Paese, il suo appoggio alle trivellazioni”.

Dal Sud, il più colpito dal fuoco come dalle trivelle, la proposta per la rinascita: l’assessore alla protezione civile della Basilicata Nicola Benedetto ha chiesto di “riprendere il dibattito sulla soppressione del Corpo Forestale dello Stato”. Secondo l’assessore lucano, occorre rilanciare l’iniziativa delle Regioni che si sono già espresse contro il provvedimento del Governo Renzi, approvando documenti e coinvolgendo la Conferenza delle Regioni, per “chiedere al Governo Gentiloni e al Parlamento di tornare indietro ripristinando autonomia e piena funzionalità al Corpo Forestale dello Stato”.

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[NdR – L’autore cura un Blog dedicato ai temi trattati nei suoi articoli]

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