Legge elettorale, un’altra occasione persa
Sono anni che da ogni parte si ripete che il Porcellum è vergognoso: sono anni che il Presidente della Repubblica, come un padre severo, continua ad ammonire che bisogna cambiarla. Ma per anni non è successo nulla, il tormentone è continuato, in un labirinto senza uscita.
Ora, però, qualcosa sembrava essersi mossa: il PD finalmente si è svegliato e ha proposto ufficialmente il sistema uninominale a doppio turno, alla francese. Si può discutere sui motivi, certamente non altruistici, di questa scelta. Una cosa però è certa: il doppio turno assicura governabilità e alternanza, giacché riduce le opzioni a non più di due, tre, al massimo e, la sera delle elezioni, si sa chiaramente chi ha vinto e chi ha perso. Manco a dirlo, è il sistema che meglio conviene al tanto reclamato bipolarismo.
Che è successo? Sorpresa, sorpresa! Il PDL, che dice di essere a favore del bipolarismo, ha votato contro. E i grillini, che sparano a fuoco un giorno sì e l’altro pure sul Porcellum e accusano i due principali partiti di volerlo mantenere, gli hanno dato una mano astenendosi (il ché al Senato equivale a voto contrario). E la proposta è naufragata.
Passi per i grillini. Da gente che commemora il kamikaze assassino di Nassiriya e accusa la nostra splendida portaerei Cavour (vera vetrina delle nostre capacità) di andare in giro a vendere armi, non ci si aspetta né coerenza né decenza. Qualche scusa però ce l’hanno, considerando che è molto probabile che col doppio turno ben pochi di loro tornerebbero in Parlamento (che sarebbe un prodotto benvenuto del sistema!). Ma dal PDL ci si poteva aspettare qualcosa di meglio: uno scatto di lucidità, la preoccupazione di dare al Paese un sistema elettorale adeguato. Purtroppo sono mancati l’una e l’altra. Perché? Per cecità, o spirito di contraddizione? Ma no! E’ che proporzionale e Porcellum a Berlusconi convengono alla perfezione; perché così spera, qualunque sia il risultato elettorale, di rimanere indispensabile per la formazione di una maggioranza, e perché l’assenza di preferenze gli permette di controllare meglio i suoi eletti (non più tutti docili come in passato).
Che accadrà ora? Quello che avrebbe dovuto fare il Parlamento dovrà farlo, ancora una volta, la Giustizia, se la Consulta il 10 dicembre dichiara incostituzionale la Legge Calderoli. Speriamo soltanto che la caduchi in toto e non si limiti a qualche toppa. Se così sarà, automaticamente ritornerà in vigore la legge precedente, quella che il mio amico Vanni Sartori definì un po’ affrettatamente ”Mattarellum” (due terzi uninominale a doppio turno, un terzo proporzionale) e che, paragonata al Porcellum, pare un modello di equilibrio e di democrazia. Essa viene, del resto, raccogliendo il favore di molti, dentro e fuori del PD. Il suo difetto è però che non garantisce una maggioranza, come avrebbe fatto il doppio turno secco.
Insomma, ancora una volta una buona occasione perduta per mettere il nostro sistema politico in carreggiata e assicurargli governabilità e alternanza, e questa volta almeno sappiamo di chi è la colpa.
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