Parlamento in ferie, cosa ci aspetta a settembre
Le vacanze di Onorevoli e Senatori sono iniziate e si protrarranno almeno fino al 12 settembre, giorno in cui i presidenti di Camera e Senato hanno calendarizzato la prima seduta dopo a pausa estiva. Quaranta giorni di pausa che però mettono in discussione l’approvazione di alcuni provvedimenti che diverse anime della maggioranza vorrebbero portare a casa prima del termine della legislatura.
Ma al di la delle leggi “politiche” sarà necessario riprendere, con urgenza, il tema della legge elettorale. Da qualche tempo è giunto persino il monito del Colle che ha invitato le forze politiche a trovare un intesa, quantomeno per uniformare il Consultellum tra Camera e Senato. Le nuove e mutevoli geometrie politiche di questa rovente estate definiranno il perimetro entro il quale i partiti dovranno trovare la convergenza sul modello elettorale più appropriato.
Se i leader di PD, Forza Italia, Lega e 5 Stelle non dovessero arrivare ad una sintesi comune si aprirebbero scenari poco confortanti per la politica con esecutivi del Presidente che dovranno richiamare all’”Unità nazionale”.
Ma ad agitare le acque nel PD non sembra esserci solo la legge elettorale che, anzi, pare essere il male minore. A tenere banco soprattutto all’interno del centrosinistra c’è la questione dello “ius soli”. La legge, la cui approvazione è stata, prima rinviata dopo l’estate dal Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni e in questi giorni messa in discussione dal Segretario Dem Matteo Renzi, rischia di provocare una ulteriore scissione all’interno del Partito Democratico. Se il provvedimento non dovesse essere approvato entro il termine della legislatura (come in realtà sembrerebbe) per Renzi e il suo partito la corsa alle politiche potrebbe farsi ancora più complicata.
Ma a tenere banco alla ripresa dei lavori ci sono altri temi che potrebbero effettivamente modificare notevolmente le intenzioni di voto degli italiani. In primis la legge sui vitalizi, approvata a Montecitorio ma ferma a Palazzo Madama e con la spada dell’incostituzionalità che pende sul provvedimento, potrebbe non vedere mai la luce.
Poi ci sono il DDL sulla legittima difesa che dopo le discussioni sull’”orario di inizio” necessita di una attenta revisione. Testo che, se non approvato potrebbe essere adoperato dalla destra come cavallo di battaglia nella campagna elettorale.
Last but not least la legge di bilancio. Su questo provvedimento il PD in realtà si giocherà la maggior parte delle proprie carte e con il pil in crescita potrebbero esserci margine per ulteriori manovine elettorali necessarie a tappezzare i buchi lasciati da n partito ormai allo sfascio.
Insomma un autunno che probabilmente si annuncia più caldo di questa estate. Se, come sembra, si dovesse votare in aprile, con l’arrivo del 2018 si paralizzeranno i lavori d’aula fino alo scioglimento del parlamento nel prossimo febbraio. Basteranno a Renzi e compagni 4 mesi per portare a compimento tutti gli impegni presi? Le premesse non sono ottimistiche ma, come sappiamo, la politica riserva sempre imprevedibili sorprese.
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