Africa, per i giovani si punta sull’agricoltura

Ad Ahmedabad, durante l’ultima assemblea annuale della Banca africana per lo sviluppo, il presidente ha spiegato perché l’agricoltura sia una priorità.

Perché la Banca africana per lo sviluppo (BAD) ha tenuto le sua 52a assemblea annuali a Ahmedabad, in India? La domanda merita di essere posta, perché non è una cosa del tutto scontata. La Banca africana per lo sviluppo ha sempre organizzato gli incontri di questo tipo in un Paese africano. In un’intervista rilasciata a Radio France International, il presidente della BAD, Akinwumi Adesina, ex Ministro dell’Agricoltura e dello Sviluppo sostenibile della Nigeria, ha spiegato quanto questo Paese sia di esempio per il modo con il quale si è avvicinato all’agricoltura. La scelta dell’India non è affatto casuale. E’ stata frutto di uno studio accurato che il presidente Adesina, insieme a tutti i partecipanti alla 52° assemblea, ha fatto sull’esperienza e le realizzazioni portate a termine nel subcontinente indiano nel campo dell’ agricoltura. I disegno del presidente è chiaro: bisogna assolutamente cambiare l’atteggiamento degli africani nei confronti dell’agricoltura.

La sua idea è quella di sfruttare le favolose risorse di cui dispone il Continente. In effetti, oggi, l’Africa possiede il 65% delle terre coltivabili non ancora sfruttate. U utilizzo ottimale di questi spazi permetterebbe di risparmiare 35 i miliardi di dollari che i Paesi africani sborsano ogni anno per nutrire le loro popolazioni. Al di là di sottolineare questa aberrazione, si tratta per il presidente della BAD di meglio utilizzare non solo il settore privato ma anche i giovani africani. La questione non è irrilevante considerando che l’età media dei contadini africani è di 65 anni e che l’Africa dovrà continuare a sfamare una popolazione sempre in crescita. Nella prospettiva dei prossimi 20 anni, la scommessa è di vitale importanza perché, in questo lasso di tempo, se l’Africa non fa le mosse giuste, non avrà più nessuno in grado di garantire la produzione agricola.

Per il presidente della BAD, si tratta dunque di creare  condizioni più allettanti per fa sia che i giovani si mettano in gioco in questo campo. Diverse sono le iniziative previste: prima fra tutte maggiori investimenti nelle infrastrutture, un accesso più semplice nel fondiario e infine, migliorare la dimensione dei finanziamenti dei progetti. Si tratta in effetti di uscire dall’incredibile situazione che fa si che pur rappresentando l’agricoltura il 16,2% del PIL africano e il 60% del lavoro, il settore agricolo non riceve che il 3% dei prestiti concessi dal settore bancario.

Per il presidente Adesina, va elaborato un piano che permetta alle istituzioni di finanziamento allo sviluppo, alle banche multilaterali e altri attori di condividere i rischi legati all’agricoltura e a risolverli insieme sullo sfondo di uno scenario reso più attraente. Lo scorso anno la BAD ha posato la prima pietra: 800 milioni di dollari per rafforzare le potenzialità dei giovani a fare impresa nel campo dell’agricoltura. Il cammino sarà sicuramente lungo,  ma gli va riconosciuto il merito di aver mosso i primi passi.

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