Berlusconi e la crisi di centro
Tanto odiato ma tanto corteggiato, Angelino Alfano sembra avere nove vite politiche, nonostante riesca a cambiare idea e schieramento più velocemente di quando nessun trasformista in Parlamento sia riuscito a fare.
Il tema caldo di questi giorni sono le Elezioni siciliane dove il Ministro egli esteri è conteso tra destra e sinistra per quell’8% che farebbe pendere la bilancia verso la vittoria di uno o dell’altro schieramento.
Ma se nel PD anche a livello nazionale non fremono per recuperale l’ex NCD visti i più grossi problemi interi alla stessa sinistra, dall’altra Berlusconi vorrebbe far tornare a casa l’ex delfino, convinto che un centrodestra unito possa raggiungere quel limite del 40% per tentare di governare il Paese.
Gli pseudo alleati del Cavaliere però non vorrebbero riprendersi quella compagine che dal 2013 sta facendo da stampella al Governo di centrosinistra, o meglio, non vorrebbero che un partito del 3% possa eventualmente ricattare tutta la maggioranza.
Ma Angelino, di ritornare con il padre ad Arcore non sembra averne alcuna intenzione. Unico motivo che ancora lo spinge a tergiversare sulla decisione è il rapporto con l’ala ciellina e nordista del suo conglomerato politico.
A rifiutarsi di compiere la definitiva svolta verso sinistra ci sono principalmente i parlamentari lombardi, da Lupi a Formigoni, passando per Albertini che nella regione del nord governano pacificamente con Lega e Forza Italia e non vorrebbero abbandonare la squadra di governo. Questa contrapposizione, che di fatto esprime gran pare dei voti al nord di AP, sta mettendo in difficoltà il capo del movimento che, nel tentativo di trovare una comune soluzione, sta ancora aspettando a scoprire le proprie carte.
Dal canto suo, Berlusconi, è convinto che alla fine, per buona pace di Meloni e Salvini, riuscirà a trovare un accordo, non solo per la Sicilia (dove anche Meloni e Salvini sembrano rassegnati al ritorno di Alfano), ma anche per le prossime Politiche. In effetti le difficoltà della Sinistra potrebbero far saltare l’accordo con i centristi nel caso in cui Renzi dovesse cedere alle forti pressioni del suo partito per ritornare a guardare a sinistra piuttosto che al centro.
È plausibile che fino all’inizio di settembre nessuno sciolga la propria riserva e, mentre Berlusconi continuerà nel corteggiamento, Alfano analizzerà ogni possibile scenario per capire quale casata potrebbe offrigli di più.
Il termine della presentazione delle liste del 28 settembre in Sicilia sarà lo spartiacque per capire molto dei futuri accordi per le elezioni sia sul piano nazionale che su quello regionale.
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