Francia, maternità surrogata

Lo scorso 5 luglio in Francia è stato infranto un tabù nel controverso tema della maternità surrogata, la Cour de Cassation con la sentenza 824 ha infatti deliberato su due ricorsi, arrivando a consentire la possibilità dell’adoption simple del partner del soggetto legato geneticamente al nuovo nato. In termini più semplici è necessario che nel caso di una coppia impossibilitata ad avere figli e che quindi si rivolga ad un’altra donna che possa portare a termine la gravidanza, uno dei due genitori sia geneticamente legato al nascituro, ovverossia si sia donatori dello spermatozoo o dell’ovulo.

Essendo la ‘madre surrogata’ vietata in Francia, il caso interessa dunque chi si è rivolto all’estero per portare a termine il processo di fecondazione e nascita, ma accadeva che al rientro in patria i vari Consolati francesi rifiutassero l’emissione di un valido documento di identità per il neonato, che rimaneva così registrato solo con i documenti del paese di nascita effettiva. Proprio per questo motivo nel 2014 la Corte europea per i diritti umani di Strasburgo aveva condannato la Francia.

In Europa tale pratica è legale in Belgio, Paesi Bassi, Regno Unito, Danimarca, Ungheria, Russia, Ucraina, Bielorussia, Grecia, Cipro, Armenia, Georgia. Tra questi, solo i Paesi dell’Est Europa prevedono che la GPA sia anche retribuita. Il fatto che ad est le madri surrogate vengano retribuite ha incrementato nettamente l’offerta che risulta ampia rispetto alle ‘volontarie a titolo gratuito’ in occidente che sono una rarità. In effetti caso esaminato prima dalla Corte di Rennes, e poi in appello dalla Cassazione, riguardava una nascita avvenuta in Russia. Ma la sentenza non è semplice come pare ad un primo esame, innanzitutto riguardo solo il caso specifico e non riconosce la GPA, nel certificato che secondo la Corte spetta ai genitori, questi sono identificati come il marito donatore dello spermatozoo e la madre surrogata. Quella che dovrebbe essere la ‘madre effettiva’ e che crescerà il neonato non appare nella documentazione ufficiale rilasciata dall’anagrafe francese.

Resta il fatto che siamo di fronte ad una legislazione, non solo francese, ma in tutta Europa, che nella massima parte evita di affrontare il problema, ma i nodi si sa che prima o poi vengono al pettine e che nulla può fermare gli eventi una volta messi in moto. Vietare la maternità surrogata è un semplice invito a chi se lo può permettere a recarsi all’estero, tipicamente l’est europeo , anche più lontano. In Cambogia dove un utero in affitto costa 10-12.000 dollari, una infermiera australiana e due assistenti cambogiani sono stati condannati ad un anno e mezzo di carcere per avere praticato la GPA. Ma se Cambogia e Thailandia la vietano, il confinante Laos lascia fare, come dire tutto il mondo è paese.

Resta da vedere cosa accadrà nel 2018 quando la Loi Bioethique vigente in Francia attualmente andrà a naturale revisione, il Comité Consultatif National d’Ethique (CCNE) ha escluso cambiamenti in senso di permettere la maternità surrogata, ma anche evidenziato come non sia più possibile che i nati all’estero in questa situazione restino “fantasmi della Repubblica” e sia quindi necessario arrivare ad una qualche forma di legittimazione anagrafica.

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