UE, nuova Capital Markets Union

L’Unione dei Mercati di Capitali (UMC) è parte integrante del terzo pilastro del Piano di investimenti per l’Europa della Commissione ed è indispensabile per conseguire le priorità della Commissione Juncker di rilanciare l’occupazione, specialmente quella giovanile, e la crescita.

Con l’Unione dei Mercati dei Capitali la strategia che si è voluto mettere in atto è stata quella di migliorare, nel lungo periodo, il collegamento tra risparmi e investimenti, rafforzando, contemporaneamente, il sistema finanziario europeo, accrescendo, inoltre, la condivisione del rischio da parte dei privati e le possibilità di investimento per gli investitori al dettaglio e istituzionali oltre ad offrire fonti di finanziamento alternative.

Si è cercato di rafforzare l’Unione economica e monetaria nella UE, con la rimozione degli ostacoli al libero flusso transfrontaliero di capitali e di favorire la convergenza economica dei vari Paesi dell’Unione, cercando di creare una “piattaforma” in grado di assorbire i possibili “shock economici” in modo tale da rendere l’economia europea più resiliente. Resilienza che, nell’attuale sistema economico europeo ed internazionale, è un requisito di imprescindibile importanza.

La Commissione Europea, lo scorso anno, con la Comunicazione della Commissione al Parlamento Europeo, al Consiglio e alla Banca Centrale Europea, al Comitato Economico e Sociale Europeo e al Comitato delle Regioni “Unione dei Mercati dei Capitali – Accelerare le Riforme” – COM 2016, 0601 final – Bruxelles 14/9/2016, all’indomani della Revisione di medio periodo, ha voluto definire i prossimi passi per accelerare il completamento della Capital Markets Union, per assicurare in tempi rapidi la semplificazione dell’accesso ai finanziamenti da parte delle imprese e offrire garanzie di supporto all’economia reale. L’esortazione della Commissione è per il completamento in tempi rapidi delle prime misure proposte dall’Action Plan, avviare la prossima fase di realizzazione della CMU e individuare i prossimi passi per la costruzione di un Mercato di Capitali integrato nell’Unione Europea entro il 2019, concludendo con l’auspicio per il Parlamento Europeo e il Consiglio, di varare la prima tranche di misure proposte, attuando le azioni necessarie per la realizzazione dell’Unione dei Mercati di Capitali, in tempi brevi.

Ed è di questi giorni la risposta del Consiglio Europeo che rende note le sue conclusioni sulla Revisione intermedia. Il Consiglio, pur confidando in una Strategia globale europea che sia approntata dalla Commissione sulle iniziative più opportune da intraprendere a livello generale nella UE, per dare sostegno allo sviluppo dei mercati locali e regionali in tutta l’Unione, mette in evidenza l’urgenza di migliorare l’efficienza dei mercati finanziari europei nel loro insieme e di armonizzare le norme in materia dei Paesi UE, facendo sempre attenzione, comunque, a rispettare le caratteristiche delle singole specificità nazionali e le caratteristiche dei mercati locali e regionali, conservando l’integrità funzionali dee mercati e delle economie produttive e funzionanti.

Ma non si limita a questo. Il Consiglio intende, anche, dare il suo contributo a una decisa accelerazione del processo di unificazione in atto, adeguandolo, a seguito delle Revisione intermedia, anche nel rispetto dei principi del “miglioramento della regolamentazione”, sollecitando la Commissione a riferire al Consiglio, fornendo una valutazione basata su riscontri oggettivi dei progressi ottenuti nella realizzazione del sistema di Unione dei Mercati di Capitali, tenendo conto di dati e indicatori definiti come parametri di riferimento.

Tra le misure proposte, tra quelle previste nella Revisione intermedia, ci sono quelle in materia di piani pensionistici individuali paneuropei, obbligazioni e titoli garantiti, il rafforzamento del quadro di vigilanza per l’integrazione dei mercati di capitali, adattare il contesto regolamentare alle esigenze delle piccole e medie imprese, sfruttare le opportunità sempre maggiori dell’innovazione finanziaria (Fintech), rafforzare la regolamentazione per una “Finanza sostenibile” tra cui quella in “progetti verdi”, abbattere le barriere transfrontaliere per i movimenti di capitale come ad esempio nel campo delle regole per gli investimenti nella UE, consentire una commercializzazione fluida dei principali prodotti del risparmio gestito e, infine, potenziare i mercati dei capitali locali, regionali e nazionali.

Molte delle raccomandazioni e delle misure individuate nel “Rapporto per la revisione di medio termine” del Piano d’azione del 2015, pubblicato dalla Commissione Europea, sono state suggerite dall’Italia o meglio dal Ministero dell’Economia e delle Finanze – Dipartimento del Tesoro – concordato con le altre Amministrazioni centrali interessate, con la collaborazione del Dipartimento per le Politiche Europee della Presidenza del Consiglio dei Ministri e sviluppato in un documento “articolato e omnicomprensivo” trasmesso a Bruxelles la scorsa primavera.

Per l’Italia sono principalmente quattro le priorità in cui le proposte di Revisione di medio termine dovrebbero tradursi: soddisfare le esigenze delle imprese produttive privilegiando particolarmente quelle piccole; soddisfare i bisogni degli investitori, in particolare di quelli istituzionali, per consentire il finanziamento di progetti di lungo termine utili alla crescita strategica delle imprese e allo sviluppo della dotazione infrastrutturale della UE; assicurare la convergenza dell’attività di vigilanza sui mercati di capitali senza escludere, nel lungo periodo, la creazione di un’autorità europea sul modello “federale” della BCE; mitigare le divergenze che esistono attualmente negli ordinamenti giuridici nazionali in tema di diritto civile, societario, fallimentare e fiscale. E’ prevista per la seconda metà del 2017 la presentazione di proposte in merito a queste iniziative.

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