La Francia dice addio alle trivelle
Mentre l’Italia dei governi tecnici apre il territorio alle trivelle, la Francia di Macron presenta un progetto di legge che le mette al bando: promesso dal presidente francese durante la sua vittoriosa campagna elettorale, il progetto presentato in Consiglio dei ministri prevede la chiusura degli impianti esistenti entro il 2040 ed il blocco di ogni nuovo permesso di ricerche di petrolio o gas su tutto il territorio nazionale, in Francia ma anche nei territori d’oltremare. Attualmente, in Francia, sono in funzione sessantatre giacimenti petroliferi. Un esempio per altri Paesi, è il commento che trapela dai palazzi di Parigi. Uno schiaffo morale per chi, come gli ultimi governi italiani, ha regalato l’ambiente ed il paesaggio del Bel Paese alle trivelle.
L’iniziativa del governo francese si inserisce nella politica per lo svecchiamento del settore energetico e a favore dell’ambiente di cui la Francia si sta candidando a leader mondiale. Da mesi, Parigi ci tiene a far sapere dello sforzo per una produzione energetica ricavata sempre più da fonti rinnovabili e dei suoi record di energia da rinnovabili immessa in rete. Da tempo il ministro dell’Ambiente Nicolas Hulot ripete l’obiettivo di realizzare lo stop di diversi reattori nucleari e l’addio al motore a scoppio. Ma il segnale più visibile la Francia lo ha dato il giorno stesso in cui Trump ha detto ‘no’ all’accordo di Parigi sul Clima: quando in meno di due ore Macron rispose non solo col disappunto di tutti i governi, ma anche con la proposta concreta di accogliere in Francia i ricercatori e gli imprenditori green ‘licenziati’ dalle politiche antiambientaliste del presidente americano.
Visto dalla caotica, trivellata e incendiata Italia, dove i governi tecnici hanno per giunta archiviato la Forestale e messo a rischio i parchi nazionali, la mossa ‘ambientalista’ di Macron costituisce un esempio anche in un senso ancor più alto: quello di un atto politico voluto da un governo eletto in esecuzione di quanto chiesto dai cittadini-elettori, che in Francia e in Italia come ovunque chiedono in stragrande maggioranza politiche ecosostenibili. Qualcosa che, come cittadini di una repubblica democratica, dobbiamo tornare a pretendere.
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[NdR – L’autore cura un Blog dedicato ai temi trattati nei suoi articoli]