Il piccolo libro delle maree
La giovane scrittrice Valentina Olivato, dopo l’esordio nel 2013 con il romanzo This is London darlign, dal 15 Settembre torna in libreria per la presentazione del suo nuovo lavoro, Il piccolo libro delle maree, un saggio breve edito da Pendragon.
L’autrice, vincitrice del premio Campiello Giovani del 2001, con questo libro si cimenta in un genere nuovo, che mescola racconti brevi ad una attenta analisi sociologico-culturale del fenomeno delle maree.
Le maree sono “[…] conseguenza dell’azione combinata delle forze gravitazionali di terra, luna e sole”, come la stessa Valentina spiega nel saggio, e come tali condizionano “[…] la vita dell’uomo da tempo immemorabile.” Ed è proprio questo il motivo per cui la produzione culturale umana è ricca di influenze e richiami al mondo marino, che in questo saggio emergono in modo appassionato e leggero.
Il primo capitolo ci introduce nel mondo del mare attraverso Fiodor, un giovane marinaio le cui pagine di diario introducono ogni capitolo, le sue avventure hanno il merito di catalizzare maggiormente l’attenzione del lettore sugli argomenti che pagina dopo pagina vengono trattati. Miti e leggende, fiabe, produzioni cinematografiche e letterarie, pittura e urbanistica, tutto porta dentro di se un pezzo di mare, come ci illustra l’autrice nel susseguirsi delle spiegazioni.
Non sarà solo un modo per rispolverare le proprie conoscenze, ma una riscoperta di luoghi, paesaggi e suggestioni, che abbiamo sempre avuto a disposizione, ma che abbiamo spesso dato per scontato lasciando che ci passassero davanti agli occhi senza lasciare traccia. Visiteremo città come Mont Saint-Michel, Lisbona, Genova, Venezia; leggeremo poesie di Walt Whitman, Alda Merini, Piercy Bysshe Shelley, solo per citarne alcuni; e ancora canzoni come Estrela do mar o Marinheiro só; i dipinti Henri Rousseau, Hopper, Escher e Gaugin; ci imbatteremo in film come lo Squalo e Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto.
Tutto ci parla di mare, bisogna solo vedere con occhi nuovi e Valentina in questo ci guida in modo esemplare; nonostante il genere qui trattato sia lontano dal suo precedente lavoro, lo stile non è cambiato e questo emerge molto chiaramente leggendo il saggio, che appassiona sin da subito.
Laureata in lettere moderne, Valentina Olivato ha studiato fotografia e video presso la Goldsmiths University di Londra. Oggi, dopo aver vissuto a Lisbona e a Roma, vive a Bologna dove lavora come editor. Con lei abbiamo cercato di fare luce su alcuni particolari riguardanti il libro e il suo lavoro.
Sono passati quattro anni dalla tua prima pubblicazione This is London Darling, un romanzo breve ambientato a Londra; quest’anno per la Pendrangon hai pubblicato Il piccolo libro delle maree, interessante ricostruzione in ambito sociologico e culturale del tema delle maree. Come mai questo cambio di rotta?
La proposta è arrivata dall’editore. Pendragon mi ha contattato perché stavano cercando un autore, una voce nuova, che potesse prendere a mano il progetto. Avevano in mente il tema, ma mi hanno lasciato totale libertà nello sviluppo e nella scrittura e di questo sono davvero grata. Non è da tutti dare tanta fiducia. Questo per me ha significato un lungo lavoro di ricerca e progettazione, la forma del testo doveva essere il più vicino possibile alle mie corde. Era la prima volta che scrivevo un saggio, ma allo stesso tempo volevo che la matrice fosse il più possibile personale. Per questo ho inserito dei frammenti di narrazione, volevo rendere il testo stimolante.
I vari capitoli si aprono sempre con una descrizione dal diario di un marinaio, Fiodor, sono racconti che hai creato tu?
Sì, ho scritto anche il diario di Fiodor. Questo giovane marinaio è la guida che accompagna il lettore e che trasforma le suggestioni del saggio in emozioni. Credo che attraverso i gesti e gli sguardi dei personaggi il sapere penetri più in profondità. Sapere che la marea più alta in Europa si trova a Moint-Saint-Michel è un conto, ma vederla attraverso gli occhi di un personaggio, mentre percorre, affaticato ed emozionato, la spiaggia bagnata del nord della Francia sia un altro conto. Poter mescolare le due cose, narrazione e saggio, credo sia stata una gran fortuna per me.
Il marinaio Fiodor parla spesso di Laura, personaggio chiave del tuo primo romanzo, una sorta di fil rouge che lega i due scritti?
Forse! In effetti le due figure si somigliano, due donne spigolose e volitive che tendono a seguire di punto in bianco le proprie emozioni, stravolgendo senza remore le vite degli altri. Mi piacciono questi volti femminili misteriosi che si affacciano solamente nelle vite degli altri per poi sparire all’improvviso, lasciando come unica traccia un ricordo vivo e colorito.
Hai già un altro lavoro in cantiere?
Sì, mi sto dedicando alla scrittura di un romanzo e mi sto anche sperimentando nella letteratura per l’infanzia.
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