Indivisibili (Film, 2016)
Un film che mi ero colpevolmente perso e che invece merita grande attenzione è Indivisibili, frutto della fantastica penna di Nicola Guaglianone (Jeeg Robot, L’ora legale…) e dell’arte cinematografica di Edoardo De Angelis (Mozzarella stories, L’ora legale…). Sky Cinema lo sta programmando in questo periodo e vi consiglio di non perderlo, se amate le storie drammatiche ambientate in periferie degradate, che profumano di ricordi pasoliniani.
De Angelis e Guaglianone (con l’aiuto di Petronio) narrano la storia di due gemelle siamesi napoletane sfruttate dalla famiglia come fenomeni da baraccone, per cantare durante le feste private organizzate dai boss locali. Il film è pervaso di cupo pessimismo e soffuso dolore, costellato di personaggi negativi, senza speranza di redenzione, da un padre ottuso e volgare a un manager che vorrebbe le gemelle per turpi scopi, passando per un assurdo prete che ben si adatta alla meschinità dell’ambiente. Non sono migliori la madre ex prostituta e tossicodipendente, né il resto di una famiglia che non prova amore per nessuno ma è soltanto unita da uno squallido interesse. Il film prende una piega inaspettata quando Dasy e Viola scoprono che con un’operazione sarebbe possibile essere separate e si rendono conto che il padre – spalleggiato ma poi abbandonato dalla famiglia – non vuole farlo perché il loro aspetto insolito rappresenta una fonte di reddito. La fuga delle due ragazzine, unite per la vita ma dai caratteri diversi – una più fragile, l’altra più risoluta – porta a conoscere nuovi episodi di realtà degradata fino a una conclusione imprevedibile che non sveliamo per non togliere il gusto della visione.
Un film di un realismo crudo ed esasperato come da tempo non vedevamo, di sicuro superiore a tanti sopravvalutati Gomorra e Suburra con tutti i loro figliocci noir e pseudo thriller, giustamente vincitore di un gran numero di premi (sei David di Donatello, per citare i più importanti) e meritevole di un’ottima accoglienza ai Festival, da Venezia a Toronto, passando per Londra.
Girato interamente nella zona di Castel Volturno, in provincia di Caserta, con una fotografia cupa ma nitida che spesso diventa luminosa, ricco di piani sequenza (stupendo l’incipit) e di panoramiche che portano a scoprire un lungomare degradato, tra case fatiscenti e povera gente che fa la vita e soffre la fame, che si arrangia per sopravvivere. Eccellente la musica del grande Enzo Avitabile, che canta Napoli dai primi anni Ottanta, capace di inserire in un’intensa colonna sonora elementi di musica etnica e di sound partenopeo che la rendono ancora più vera e credibile.
Indivisibili è un film drammatico, sceneggiato e diretto con grande bravura e competenza tecnica, che affonda il coltello nella piaga di tanti problemi insoluti. De Angelis è un regista che proviene dal Centro Sperimentale, paga qualche debito di ispirazione – ma non è certo un male – con il cinema di Sorrentino, ma segue una strada ben precisa e dispone di uno stile che lo differenzia da molti suoi colleghi che raccontano Napoli e i problemi delle periferie abbandonate. Un talento visionario, come lo definisce il regista serbo Emir Kusturica. In coppia con Guaglianone – scrittore originale e pieno di inventiva – possono spaziare dal dramma alla commedia, senza soluzione di continuità. Indivisibili è un film Imperdibile. Non fate come me che in sala me l’ero perso.
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Regia: Edoardo De Angelis. Soggetto: Nicola Guaglianone. Sceneggiatura: Edoardo De Angelis, Barbara Petronio, Nicola Guaglianone. Fotografia: Ferran Paredes Rubio. Montaggio: Chiara Griziotti. Musiche: Enzo Avitabile. Scenografia: Carmine Guarino. Produttore: Attilio De Razza, Pierpaolo Verga. Casa di Produzione: Medusa Film, TRamp Ltd, O’ Groove, con il contributo di MiBACT, Film Commission Regione Campania, Mediaset Premium. Distribuzione: Medusa Film. Interpreti: Angela Fontana (Viola), Marianna Fontana (Dasy), Antonia Truppo (Titti), Massimiliano Rossi (Peppe), Tony Laudadio (Nunzio), Marco Mario de Notaris (Nando), Gianfranco Gallo (Don Salvatore), Gaetano Bruno (Marco Ferreri), Peppe Servillo (Alfonso Fasano), Antonio Pennarella (Salvo Coriace)
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[NdR – L’autore dell’articolo ha un suo blog “La Cineteca di Caino”]