Clima, Commissione UE per riduzione emissioni inquinanti
La Commissione Europea accelera verso la riduzione dei gas serra entro il 2050. Stando a quanto riportato dai media europei di settore, nel 2018 la Commissione presenterà a breve una nuova strategia di riduzione delle emissioni di carbonio. L’iniziativa della Commissione, non prescrittiva ma mirata a fornire un obiettivo e una road-map per raggiungerlo, prende in contropiede il governo del nostro Paese: non contento di aver procrastinato fino a fine mandato il confezionamento della ‘patata bollente’ della Sen, foriera di cattive notizie per i produttori di energia da fonti fossili, non nelle dichiarazioni ma nei fatti l’esecutivo in carica nicchia e traccheggia ancora, come stigmatizzato in questi giorni da alcune forze politiche e dalle associazioni ambientaliste.
Ma l’UE va avanti, consapevole della portata non solo ambientale ma anche industriale e commerciale di limiti e restrizioni, dai quali può derivare una leadership tecnologica e produttiva su tutto il mercato mondiale a partire proprio dal mercato interno e dalle imprese dell’Europa. Una ‘mission’ facilitata ora dalle scelte antiambientaliste di Trump, che stanno esodando cervelli e imprese statunitensi verso la più avanzata Europa. A guidare la marcia, la Germania, ma anche la Francia di un Macron, sempre più determinato a restituire all’Europa un ruolo primario sul piano internazionale, e che ha ben chiaro che il nodo clima-economia è diventato un fondamentale tema geopolitico a livello mondiale.
Ecco dunque la novità in preparazione: mentre la precedente road-map europea per la riduzione delle emissioni di carbonio varata nel 2011 prevedeva una diminuzione dell’80 per cento delle emissioni rispetto al 1990, a quanto si apprende la nuova road-map raggiungerebbe il tetto del 95 / 100 per cento. Questo nelle intenzioni, perché l’ipotesi della Commissione dovrà essere confortata da un nuovo rapporto dell’Ipcc (panel intergovernativo dell’Onu sul clima) sull’impatto potenziale di un incremento di temperatura di 1,5 gradi rispetto ai livelli preindustriali. Ma le premesse ci sono. L’Europa darà la linea, e gli Stati si potranno adeguare attraverso decisioni interne mirate a conseguire l’obiettivo.
Da sempre, il principale intervento per ridurre le emissioni inquinanti riguarda le fonti di energia. E cosa pensa di fare l’Italia in questo settore? Fino ad oggi, la Strategia Energetica Nazionale è rimasta un sogno. In mancanza di regole, che in un documento di questo livello avrebbero avuto il valore primario – politico – di una dichiarazione di intenti a livello nazionale, tutto è rimasto, alla fin fine, possibile. Non è un caso che la latitanza della Sen abbia coinciso temporalmente con la ‘cacciata’ dell’italianissimo e promettente Solare Termodinamico a Concentrazione (CSP) che si è rifugiato nei ricchi mercati dei Paesi Arabi, del Giappone e della Cina; e con l’ ‘invito’ rivolto dai governi tecnici alle ‘trivelle’. Se gli imprenditori del CSP se ne sono andati, gli operatori dell’ambiente e di altri settori dell’economia green sono invece rimasti e denunciano, oggi, la scarsa efficacia della Strategia in elaborazione. Come il Gruppo di lavoro Politiche Climatiche ed Energetiche, composto da oltre 50 tra esperti e rappresentanti di associazioni di diversi settori nell’ambito del processo partecipativo degli Stati Generali della Green Economy, che denuncia la mancanza di un raccordo tra la Sen ed il processo di elaborazione del Piano Nazionale Energia e Clima, e un sostanziale disallineamento con gli obiettivi posti dall’Accordo di Parigi.
E fanno proposte concrete: come il Wwf Italia, che chiede lo stop al carbone entro il 2025, in modo da porre il nostro Paese in linea con altri Paesi europei, per dire addio ad una fonte fossile causa in Italia di circa 8 morti a settimana e di una spesa sanitaria annua calcolata di 1,4 miliardi di euro. “L’accelerazione del cambiamento climatico e le sue preoccupanti conseguenze – ha detto Mariagrazia Midulla, Responsabile Energia e Clima del WWF Italia – ci devono spingere a mettere in atto politiche energetiche ambiziose con obiettivi chiari e con l’individuazione puntuale degli strumenti necessari a conseguirli. Con questo intento, nei giorni scorsi il WWF Italia ha elaborato e presentato ai ministeri dello Sviluppo Economico e dell’Ambiente le proprie osservazioni alla Strategia Energetica Nazionale 2017. Il primo passo concreto è fare a meno del carbone, il combustibile che emette il più alto tasso di CO2 e di cui possiamo fare a meno da subito”.
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