Catalogna ed Europa

Faceva impressione vedere che le centinaia di migliaia di persone che sfilavano a Barcellona a favore dell’unità della Spagna sventolavano sia bandiere spagnole che bandiere europee. E constatare che in tanti gridavano la loro fede: Catalogna, Spagna, Europa! Questo vuol dire che il buon senso non è ancora del tutto sparito dal nostro vecchio continente e c’è ancora chi vede nell’Europa la propria casa e il proprio futuro. Del resto, gli stessi indipendentisti aspirano  dichiaratamente a far a far parte dell’Unione (che questo sia possibile, è un’altra storia).

Quello che lascia perplessi, però, è che ci siano voci che chiedono un intervento della UE e la criticano per la sua passività (non completa, peraltro: i portavoce di Bruxelles hanno reso chiaro l’appoggio alla legalità costituzionale, cioè alla posizione del Governo di Madrid). Mario Monti, sul Corriere, ha scritto un articolo molto sensato e che condivido pienamente. Egli ha ricordato che norme e statuto dell’Unione le impongono di rispettare la sovranità interna dei suoi membri. L’affare catalano è chiaramente una questione interna spagnola, non europea. Monti rileva anche, con ragione, la diffusa tendenza, da un lato di caricare l’Europa di tutti i mali del mondo, dall’altra di chiederne a viva voce l’intervento in cose che non la riguardano e lamentarne l’assenza (ma che strumenti di azione le abbiamo mai dato in materia politica?).

Parliamoci chiaro: allo stato attuale, l’Unione Europea non è una federazione e neppure una confederazione di Stati, sul tipo degli Stati Uniti o della Svizzera, in cui il centro abbia poteri di intervento in tutti i settori anche di competenza della periferia. La nozione stessa di centro e periferia, del resto, è sbagliata: l’Unione nasce “dal basso”, gli Stati membri ne sono gli elementi costitutivi necessari; l’Unione, in un certo senso, è la sovrastruttura. Necessaria,  sempre di più, per assicurare un futuro al nostro continente, ma pur sempre, allo stato degli atti, sovrastruttura.

Può darsi, anzi è certo, che questa sia una situazione insoddisfacente. Io ritengo che, nel mondo globalizzato di oggi, si richieda un’unità più forte, più stretta, quasi statale, pur preservando le singolarità e i diritti di ciascun membro. Ma siamo lontani da questo e sappiamo bene quali feroci resistenze avrebbe ora qualsiasi tentativo in quella direzione, a cominciare dall’Italia.

Perciò, smettiamola di fare della Catalogna un problema europeo, o un problema per l’Europa. Lasciamo l’Europa, almeno questa volta, al di fuori.

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