Le aziende, in cerca di sé stesse
Le aziende. Non sono sempre esistite, e non rappresentano l’unica modalità di produzione a fondamento dell’economia; tuttavia, le aziende costituiscono uno dei luoghi di vita della Modernità. Oggi, molte aziende sono alla ricerca di sé stesse. Per molte è divenuto importante rispondere alle domande ‘chi siamo?’ ‘dove andiamo?’, in termini non più solo economici. Perché le aziende, almeno le più sensibili, non sono chiuse mentalmente dentro le sale riunione ed i libri contabili. E si rendono conto di essere luoghi di convivenza e collaborazione, che per stare al mondo costruiscono ponti fra persone. Si rendono conto di essere nodi non solo numerici di quel ‘gioco semantico’ che è l’economia. Capiscono che il fattore umano, le ‘human resources’, costituisce il terreno di lavoro ed il loro principale patrimonio. Dentro il ‘fattore umano’ non ci sono però solo le persone: ci sono anche le idee, a cominciare da quelle che hanno portato alla costruzione dell’azienda. Idee che rispondono a concetti alti: come ‘mission’ e ‘vision’, che volano sopra numeri ed elevano al rango ideale le attività secolari del lavoro, della produzione e del profitto. Idee che possono assumere importanti contenuti etici. Ed è qui che si sta cominciando a manifestarsi una sorta di ‘nuova era’ dell’economia. Valori come equità, solidarietà, sostenibilità e condizioni di lavoro umane sono infatti leve formidabili con le quali interagire positivamente sulle relazioni umane e sociali; se applicati dalle aziende in maniera trasparente, e non solo utilizzati a scopo di facciata per catturare clienti, valori come questi possono infatti migliorare la qualità della vita delle persone: quelle che operano nell’azienda e quelle raggiunte dall’attività economica della azienda stessa.
Concetti alti, calati nella realtà dal mondo delle idee: ma mission e vision sono termini ‘aziendali’ usati molto, ma compresi non abbastanza. Ogni attività economica nasce infatti con una ‘mission’, determinata dalla ‘vision’ che l’ideatore – o gli ideatori – hanno della realtà in cui operare e del modo di operare in relazione con essa; ma troppo spesso queste intuizioni, una volta espresse nei business e nei marketing plan, non vengono rivisitate e riadattate, diventando certezze granitiche incrostate di presunzione, quando non vengono strumentalizzate come prestigioso pedigree mentre l’attività aziendale procede ormai in senso diverso. In un mondo in continuo mutamento però, la costante somiglianza a sé stessi può rappresentare un handicap. L’accettazione del mutamento, la gestione dell’azienda alla luce del mutamento, e l’adattamento della vision, della mission e delle attività ad esso, rappresentano invece la chiave del futuro per le aziende che non mirano al mordi e fuggi, ma a durare. Realizzare un mutamento, un adattamento, non è tuttavia facile. In questa fase diventa necessaria una forma di coaching aziendale per consapevolizzare gli obiettivi rivisitati e correggere la rotta in funzione di obiettivi aggiornati: un lavoro che può essere realizzato al meglio attraverso il confronto con una prospettiva diversa rispetto a quella dell’azienda, estranea alla sua storia e alle sue dinamiche, come una consulenza esterna.
La ricerca di sé riguarda i marchi consolidati, spesso dotati comunque di immagine, reputazione nonché di clientela fidelizzata; ma riguarda anche le aziende emergenti alla ricerca di sbocchi commerciali. Per queste aziende è importante riconoscersi e capirsi, valutare i propri risultati rispetto agli obiettivi, nella fase di mercato più promettente ma delicata, quella del primo impatto e delle prime esperienze di vendita. Una fase in cui le valutazioni possono contare solo su feedback di breve periodo, e dunque su masse di dati limitate. Se accompagnata da uno ‘sguardo esterno’, la ‘ricerca di sé’ e la continua ridefinizione del proprio profilo delle aziende emergenti può moltiplicare la sua efficacia, e condurre l’azienda all’identificazione con obiettivi aggiornati, ad una maggiore efficienza e produttività e ad una maggiore soddisfazione del desiderio dell’azienda di ‘stare al mondo’.
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[NdR – L’autore cura un Blog dedicato ai temi trattati nei suoi articoli]