ICAN, Premio Nobel per la Pace 2017

In tempi in cui si fa tanto parlare di terza guerra mondiale, sappiamo della lettera di Pyongyang ai Parlamenti di molti Paesi mondiali contro Trump e la sua impostazione ultra-repubblicana e della minaccia d’invasione, visti come fattori di destabilizzatori della pace e dell’ordine globale. Anche se non sono le sole cause, a rompere un equilibrio che appare sempre più delicato e precario: c’è anche il Pakistan, che sta costruendo una serie di barriere per prendere le distanze dall’Afghanistan, così come il capo della diplomazia russa, Sergey Lavrov sul tema di un possibile scontro con il rischio di guerra nucleare mondiale tra Kim Jong-un e Donald Trump che riportando il pensiero di Putin per il quale non sono unicamente motivazioni economiche le cause delle possibili rotture degli equilibri internazionali sempre più delicati e precari: “si tratta del Pakistan che sta costruendo una serie di barriere per prendere le distanze dall’Afghanistan…. Recinzioni installate nel confine-ovest, con l’intento originario di fermare al confine i militanti talebani tramite una solida recinzione debitamente sorvegliata”. “…L’obiettivo – prosegue Lavrov – … principale sarebbe quello di evitare un conflitti militare che porterebbe inevitabilmente una catastrofe umanitaria, economica ed ecologica in grande scala. ….chiediamo ai membri responsabili della comunità internazionale di sostenere le idee della roadmap russo-cinese, le cui idee sono state esposte anche durante l’ultima Assemblea della Nazioni Unite a New York”:

Terza guerra mondiale che, comunque, non risolverà nessun problema agli Stati Uniti, come avviene generalmente per azioni di politica internazionale che pensano di risolvere questioni di gestione di delicati equilibri geopolitici con “azioni di forza bruta” e, comunque, dallo scenario internazionale si stanno levando voci che spingono a rifiutare la politica della divisione e della paura anche perché il potere e il “governo” ottenuto con questi mezzi è poi difficile da gestire e da tendere.

Questo è il senso in cui si illumina di luce nuova il Premio Nobel per la Pace, istituito da Alfred Nobel nel suo testamento nel 1895, attribuito quest’anno ad ICAN per la messa al bando delle armi nucleari. ICAN (International Campaign to Abolish Nuclear Weapons) è una coalizione di organizzazioni non governative composta da più di cento Paesi nel mondo, che si impegnano per l’abolizione degli armamenti nucleari. Il Comitato norvegese per il Nobel nelle sue motivazioni sottolinea che ICAN si è distinta per aver “incrementato l’attenzione sulle catastrofiche conseguenze umanitarie che l’utilizzo delle armi nucleari crea”. La Presidente del Comitato del Nobel norvegese, Berit Reiss-Andersen, per motivare la scelta dice: “stiamo mandando un messaggio a tutti gli Stati, in particolare agli Stati nucleari – proseguendo – …l’assegnazione all’ICAN incarna le intenzioni di Alfred Nobel, ovvero risponde ai tre criteri del Premio: la promozione della fraternità tra le Nazioni, l’avanzamento del disarmo e del controllo delle armi e la promozione dei Congressi di Pace”.

Anche se il Nobel per la Pace attribuito per la messa al bando delle armi nucleari sembra una presa in giro per Trump, soprattutto, in tempi in cui sta per procedere alla “decertificazione” dell’accordo di non proliferazione nucleare con l’Iran, considerando anche quanto si dichiari sempre favorevole all’ampliamento degli armamenti americani.

Ricordiamo che il Premio Nobel per la Pace ha la particolarità che a differenza degli altri Premi Nobel viene assegnato in Norvegia e non in Svezia e il vincitore del Premio è scelto dal Comitato per il Nobel norvegese, composto da cinque persone scelte dal parlamento norvegese, con la consegna del Premio presso il Municipio di Oslo.

Alfred Nobel decise infatti nel suo testamento che mentre i premi per la Scienza e per la Letteratura dovevano essere decisi da Istituzioni svedesi (L’Accademia reale svedese delle Scienze per i Nobel della Chimica, della Fisica e dell’Economia, il Karolinska Institute per la Medicina, l’Accademia svedese per la Letteratura) quello per la Pace avrebbe dovuto essere deciso da un Comitato nominato dal Parlamento svedese.

Al vincitore del Premio Nobel per la Pace è stata consegnata una medaglia d’oro, progettata dallo scultore norvegese Gustav Vigeland e rappresenta il profilo di Alfred Nobel con un’angolatura d’immagine leggermente diversa da quella scelta per le medaglie degli altri premi nobel. Insieme alla medaglia al vincitore è stata data anche una somma in denaro pari ad otto milioni di corone svedesi (circa 900mila euro).

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