Green Economy: Italiani attenti, politici no?

Le anticipazioni di due studi sulla percezione della Green Economy nel nostro Paese delineano un’ipotesi interessante: quella che gli Italiani sarebbero attenti sul tema della Green Economy ma i loro politici non lo sarebbero altrettanto.

I due studi, uno dell’OSA-Osservatorio Sviluppo Sostenibile e Ambiente nei Media realizzata per la Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile ed un altro di Demetra Opinioni, verranno presentati agli Stati Generali della Green Economy 2017 in programma a novembre a Rimini. I dati fin qui presentati, non direttamente comparabili, dicono che il 58% dei cittadini è ben informato sulla Green Economy e 9 Italiani su 10 la ritengono importante per lo sviluppo locale. Le misure per il clima e l’energia, ovvero su energie rinnovabili e su efficienza energetica, incontrano un consenso superiore al 90%. Il 64% degli Italiani si dice disponibile a consumare energia rinnovabile al 100%, anche se costasse di più. E sette intervistati su dieci vorrebbero veder aumentare la diffusione dei prodotti biologici, anche se dovessero spendere il 10% in più. Ancora: le misure per una mobilità più sostenibile sono apprezzate dal 90% degli interpellati. Le più seguite sono quelle di mobilità ciclistica. Ed il divieto di vendere auto a gasolio e a benzina entro dieci anni riscuote un consenso del 77% degli intervistati. Sul fronte dei politici, nelle sue dichiarazioni Gentiloni ha finora dedicato il 7 per cento dello spazio alla Green Economy. Renzi l’1 per cento, e Berlusconi, Bersani, Di Maio, Meloni e Salvini nessuno spazio. Le dichiarazioni dei politici in tv hanno riguardato invece altri temi: i più trattati la politica interna (35 per cento), l’ immigrazione (16 per cento) e l’economia (13 per cento).

I dati, ripetiamo non omogenei, indirizzano verso una percezione diffusa: quella della crescente lontananza della politica – ed in particolare della politica nel momento in cui si manifesta e comunica – dal mondo reale, dai cittadini, dalla vita del Paese. Stando ai Tg, i politici si sono tolti la cravatta è vero, passando alla camicia aperta o al pullover che dicono ‘io sono uno come voi’; ma si occupano prevalentemente di manovre di Palazzo. E se appaiono su un palco o in un impianto industriale è per farsi belli con l’ennesimo progetto miliardario, imperscrutabile come la fattura di una bolletta, del quale i lavoratori non vedranno probabilmente un centesimo.

La distanza dei politici si affianca inevitabilmente alla percezione comune che ‘la ripresa’ esista solo sulla carta, o su certi libri contabili, non nelle tasche della gente. E i sospetti dei malpensanti vengono confermati dalla esaltazione scomposta dei vincitori delle elezioni, da vincitori della lotteria, che non accenna neanche alla consapevolezza dell’onere e della responsabilità pubblica ricevuti con la ‘conquista’ di un seggio. Tutto per colpa di una ‘congiura dei media’ o invece è questa la realtà della politica? La ‘provocazione’ – alla politica – nella presentazione degli studi sulla Green Economy di OSA e Demetra è quella di smentire una sensazione: quella che di ambiente, di clima e di economia ‘verde’, come di povertà crescenti, di crisi sociale nelle metropoli e di perdita di futuro per chi studia per aprire un impresa e non un camion-bar – insomma della ‘realtà’ – si abbia consapevolezza ben più tra la gente comune che tra i politici. E che, dalla realtà, la politica continui ad allontanarsi ogni giorno di più.

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[NdR – L’autore cura un Blog dedicato ai temi trattati nei suoi articoli]

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