48° Settimana Sociale a Cagliari
“Il lavoro che vogliamo: libero, creativo, partecipativo e solidale” questo il tema scelto per la 48° Settimana Sociale dei Cattolici appena conclusasi a Cagliari, pensata come prosecuzione ideale dell’impegno che Papa Francesco aveva affidato alla Chiesa Italiana durante il quinto Convegno Ecclesiale Nazionale di Firenze di avviare un approfondimento della Evangeli gaudium: …nel lavoro libero, creativo, partecipativo e solidale, l’essere umano esprime e accresce la dignità della propria vita…” (Francesco, Evangeli Gaudium, 192).
A dibattere su una questione mai quanto ai giorni nostri al centro dell’attenzione di Governi e Parti Sociali si sono incontrati tra gli altri, il Presidente e il Segretario della Conferenza episcopale italiana, Cardinali Gualtiero Bassetti e Nunzio Galantino, il Presidente del Parlamento Europeo, Tajani, il nostro Presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, il Ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, il Presidente della Commissione Lavoro del Senato, Maurizio Sacconi, i Segretari della Cisl e della Coldiretti, Anna Maria Furlan e Roberto Moncalvo.
La Settimana Sociale dei Cattolici, nata all’inizio del ‘900 (1907) in Italia, non vuole essere un “evento” o un convegno, ma sancire il “momento d’inizio di un processo” o quantomeno del “cambio di passo”: “…sulla realtà del lavoro si gioca il futuro di una Società ed anche la responsabilità dei cattolici nella costruzione del bene comune” questa è stata la conclusione dell’Instrumentum Laboris per la Settimana Sociale di Cagliari.
La novità rappresentata da “Cagliari” è stata soprattutto nel metodo ancor più che nelle “buone pratiche” individuate e delle proposte per l’Italia e l’Europa, ha dichiarato Mons. Filippo Santoro. “…metodo vissuto a vari livelli del cammino preparatorio fatto dal Comitato promotore della settimana, ai lavori svolti da molte Diocesi, al progetto Policoro e particolarmente dai Cercatori di LavOro… – …ne è uscita la fotografia di un Paese dove a trainare sono la manifattura di qualità che rilocalizza in Italia e cerca lavoratori qualificati che spesso non trova, il settore socio-assistenziale sempre più importante con i servizi alla persona, l’economia il genius loci dei territori, enogastronomia, arte, storia e cultura” prosegue Mons. Santoro che conclude “…Cagliari è solo una tappa intermedia tra il percorso preparatorio che ha portato alla raccolta delle buone pratiche e il percorso futuro. E’ una rivoluzione di metodo che può diventare un processo permanente in grado di informare, disseminare, innovare, valutare, favorendo rinascita e riproducibilità sul territorio”.
“La Chiesa, con tutto questo, non intende occupare lo spazio di altre Istituzioni, dello Stato, del sindacato, ma offrire uno spunto per una nuova coscienza della dimensione sociale della fede cristiana…, – spiega Mons. Miglio, parlando della settimana – … si vuole aiutare la comunità cristiana a farsi carico del tema del lavoro, perché seguire il Vangelo vuol dire farsi carico dei problemi sociali, e la Chiesa in primis deve occuparsi di lavoro e del lavoro per i giovani che, nonostante alcuni segni di miglioramento, resta un momento preoccupante nei valori percentuali” stando a quanto gli ultimi Dati generali del Rapporto ISTAT testimoniano.
Tra i suggerimenti emersi dal dibattito: rimettere il lavoro al centro dei processi formativi, canalizzare i risparmi dei Piani individuali di risparmio, la Riforma del Codice dei contratti pubblici, la rimodulazione delle aliquote iva. Mentre le principali criticità emerse: la disoccupazione e l’inattività giovanile, l’eccessiva precarietà di molti rapporti di lavoro, la piaga dello sfruttamento del caporalato, il lavoro delle donne ancora scarso e mal pagato, l’inadeguatezza del sistema educativo nel preparare al mondo del lavoro e infine le principali attività pericolose e malsane per i lavoratori.
Il nostro Presidente del Consiglio, Gentiloni, ha fatto sue buona parte delle proposte avanzate dai cattolici a Cagliari, particolarmente per la questione della centralità del lavoro da assicurare nei processi formativi e la riforma degli appalti che devono essere orientati non più al “massimo ribasso”, ma alla “massima dignità del lavoro”. Sulla stessa linea sono le conclusioni di Tajani che concludendo ricorda il monito di Papa Francesco: “…è giunta l’ora di costruire insieme l’Europa che guarda, difende e tutela l’uomo”, il modo migliore per dialogare conclude Tajani “…è fare qualcosa insieme”. Per Tajani questa “è l’essenza della costruzione europea: un progetto di uomini e donne, un sogno di libertà, prosperità e pace che si realizza, per il quale dobbiamo continuare a lavorare insieme”.
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