Riportare l’Ospedale vecchio ex Convento degli Agostiniani agli antichi splendori
[Riceviamo e pubblichiamo su segnalazione di Italia Nostra – NdR]
“Le demolizioni nel centro storico e negli immobili adibiti a strutture sanitarie stanno riprendendo vigore. Per rinvigorire un centro storico esausto e in via di spopolamento come Catanzaro, aggiungere nuovo cemento armato non è la medicina appropriata.
Il vecchio ospedale, già convento di S. Agostino è una costruzione martoriata da interventi ripetuti nel tempo, nell’intento di adattarlo alle funzioni cui era stato destinato dopo la soppressione avvenuta a seguito del terremoto del 1783. Per anni ha rappresentato l’unica struttura ospedaliera della città. Trattasi dunque di un immobile di una certa consistenza edilizia non privo di bellezza, come si è visto recentemente, dopo la parziale demolizione degli intonaci della facciata.
Prima del terremoto del 1783 era una bella costruzione realizzata tra la fine del 1500 primi decenni del 1600 in forme tardo rinascimentali come è chiaro dalla pianta della chiesa e del chiostro riportata nel disegno allegato: un rilievo, realizzato quando fu impiantato l’ospedale, esistente presso l’archivio di Stato, già pubblicato dalla sottoscritta nel volume di Laterza sulla città di Catanzaro (a cura Teti-Rubino).
Questo documento cartografico, che fortunatamente possediamo, rende molto facile comprendere le manomissioni e superfetazioni che hanno alterato la struttura originaria, al fine di riportare il monumento agli antichi splendori..
Il restauro e conseguente rifunzionalizzazione di una struttura in muratura è operazione importante che, spesso, ha generato organismi di grande interesse architettonico, che si inseriscono in modo più corretto in un ambiente storico come Catanzaro, che non sopporterebbe nuove compromissioni e ablazioni di parti della città.
La necessità di demolire per ricostruire sottintende l’obiettivo di soprelevare e quindi alterare le volumetrie esistenti, compromettendo definitivamente anche quella parte della città che tra il fabbricato dell’Umberto Primo e l’ex Convento mantengono ancora un carattere unitario che verrebbe definitivamente alterato. Certo la costruzione di un grande fabbricato poco si adatta alla conservazione della portella di S. Agostino, che sarebbe definitivamente cancellata, come è successo per l’altra porta sotto via dei Bizantini, che dopo la costruzione dei grandi fabbricati (Provveditorato e altri) ha accelerato il processo di dissoluzione fino alla quasi totale demolizione..
Sono d’accordo con “Catanzaro nel cuore” quando ricorda tutte le compromissioni avvenute nel tempo nel centro storico che hanno alterato e reso invivibili molti siti del centro storico, piazze e piazzette che negli altri centri storici rappresentano fattori di richiamo con ristoranti, pizzerie bar e altri servizi del tempo libero.
Bisogna che la popolazione si renda conto che questi progetti non comporteranno un’inversione dell’attuale situazione di stallo del centro storico che, viceversa, avrebbe bisogno di un’opera di rigenerazione urbana e di riqualificazione dei contenitori storici secondo criteri di restauro conservativo,
Viceversa l’Amministrazione comunale pensa di demolire il vecchio ospedale, la scuola della Maddalena, anch’essa ex convento, l’ospedale Pugliese, procurare nuove ferite con improbabili ricostruzioni (vedi Serravalle) al tessuto storico e urbano senza affrontare il vero nodo che è quello della riqualificazione dei contenitori storici e del patrimonio abitativo che, a fronte di un degrado palpabile, mantengono ancora l’assetto originario .
Per quanto attiene poi lo spostamento del Pugliese in altra sede (a Germaneto?, non è certo) comporterebbe il collasso di tutta la parte a Nord della città.
Un progetto pericoloso foriero di nuovi rilevanti problemi per la città: un regalo ad imprenditori e imprese che, non potendo costruire abitazioni per la presenza di un rilevante stock di abitazioni invendute, hanno puntato i loro interessi sulle grandi strutture sanitarie e i vuoti urbani. Tutti temi che meritano di essere dibattuti dalle associazioni e dai cittadini che devono esprimersi nel merito.”
Maria Adele Teti (Presidente Italia Nostra – sezione di Catanzaro)
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