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Energia. Sen: target rinnovabili 28% al 2030 obiettivi settoriali 55% elettriche, 39% termiche, 21% trasporti – L’obiettivo che la Strategia energetica nazionale 2017 fissa per le fonti rinnovabili è di una quota del 28% sui consumi complessivi di energia da raggiungere al 2030. Questo quanto si legge nei documenti messi a disposizione in occasione della presentazione della Sen a Palazzo Chigi. Ad oggi l’Italia ha raggiunto gli obiettivi sulle rinnovabili al 2020 con una penetrazione del 17,5% sui consumi complessivi al 2015 rispetto a un target europeo al 2020 del 17%. Un obiettivo “ambizioso ma perseguibile”, precisano i documenti, da declinarsi in un 55% di rinnovabili elettriche al 2030 rispetto al 33,5% del 2015; un 30% di rinnovabili termiche al 2030 rispetto al 19,2% del 2015; un 21% di rinnovabili nei trasporti rispetto al 6,4% del 2015. (Dire)
Energia. Sen: chiusura centrali a carbone al 2025 – La Strategia energetica nazionale 2017 prevede una “accelerazione della chiusura della produzione elettrica degli impianti termoelettrici a carbone al 2025 da realizzarsi tramite un puntuale piano di interventi strutturali”. Questo quanto si legge nei documenti messi a disposizione in occasione della presentazione della Sen a Palazzo Chigi. (Dire)
Energia. Sen, Calenda: diversificare fonti gas priorità parlo dei gasdotti Tap e Eastmed – “Garantirsi fonti diversificate è una priorità dell’Italia, e parlo di Tap e Eastmed, ma anche il Corridoio Sud nel caso il Nordstream vada in porto, per non essere spiazzati”. Questo quanto dice Carlo Calenda, ministro dello Sviluppo economico, presentando la Strategia energetica nazionale a Palazzo Chigi. (Dire)
Energia: Calenda, su sen non possiamo permetterci stop da comuni e regioni – “Non possiamo permetterci di lavorare ad un processo accelerato per uscire dal carbone ed avere Regioni o Comuni che bloccano”. Così il ministro per lo Sviluppo Economico Carlo Calenda in conferenza stampa dopo il Cdm sulla Sen, la strategia energetica nazionale. “Questo si può fare se c’è un forte coinvolgimento” a livello di poteri “locali”. Serve “forte consapevolezza”, perchè se un “Comune fa ricorso contro un elettrodotto o un gasdotto non si sta mettendo a rischio quell’opera ma anche l’obiettivo di decarbonizzare produzione elettrica nazionale”. Ecco perché “non possiamo fare scelte senza la consapevolezza delle conseguenze di queste scelte”. “Noi abbiamo deciso di accettare la sfida della cessazione della produzione elettrica dal carbone ma per fare questo occorrono infrastrutture” e “la consapevolezza di tutti”, spiega Calenda, aggiungendo che “l’elenco delle infrastrutture lo condivideremo e lo recepiremo in un Dpcm”. (AdnKronos)
Energia: Galletti, occhio a burocrazia, rischia bloccare Sen – “La burocrazia rischia di bloccare la Sen”, la Strategia energetica nazionale: per evitare ciò serve un “processo decisionale semplice e snello”. Così il ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, in conferenza stampa a palazzo Chigi. Ecco che, oltre al “dpcm che stabilirà le infrastrutture strategiche, noi come ministero dell’Ambiente abbiamo semplificato la valutazione dell’impatto ambientale”. (ANSA)
Energia. Vaccari (Pd): bene governo, sen ambiziosa e condivisa – “La nuova Strategia energetica nazionale che il governo ha varato oggi è un progetto ambizioso che va oltre gli impegni di Parigi sul cambiamento climatico ed è il frutto di un corposo lavoro di confronto e di consultazione, che ha portato al miglioramento della proposta originaria. Il settore energetico assume il ruolo che gli compete di asse strategico nello sviluppo del Paese, in un’ottica di sostenibilità ambientale e di innovazione. L’Italia ha ora un altro asso nella manica per il futuro”. Lo dice il senatore Stefano Vaccari, capogruppo del Pd nella Commissione Ambiente. “Come Commissioni siamo soddisfatti – prosegue Vaccari – le nostre proposte sulla decarbonizzazione e sul peso del sistema dei trasporti e dell’efficienza energetica sono state raccolte dall’Esecutivo”. (Dire)
Energia. M5s: sen governo non cambia passo, mantiene dominio fossili – “La Sen approvata questa mattina dal governo seppur contiene alcune integrazioni rispetto alla proposta non cambia nella sostanza l’orientamento politico tenuto in questa legislatura di difesa di un modello energetico centralizzato. In contraddizione con gli obbiettivi europei e gli accordi internazionali sul clima e l’energia la Sen mantiene il dominio delle fonti fossili spingendo troppo sul gas che necessita della realizzazione di nuove infrastrutture e saranno non solo sotto utilizzate ma anche pagate con l’incrementando dei costi della bolletta dei consumatori”. A dirlo è il senatore del Movimento 5 Stelle Gianni Girotto al termine della conferenza stampa del governo. “Siamo sicuri che la decarbonizzazione non verrà raggiunta attraverso il gas – sostiene – perché nel breve periodo sarà superato dall’impiego di tecnologie per la produzione di energia rinnovabile, per il risparmio energetico, per gli accumuli, per la connettività e la mobilità elettrica. Elementi sui quali c’è molta attenzione da parte del settore produttivo del Paese che daranno impulso alla crescita e lo sviluppo di una filiera industriale ed innovativa con benefici diretti alla creazione di nuovi posti di lavoro, la tutela dell’ambiente e quella della salute”. Per questo “crediamo che la Sen abbia obbiettivi insufficienti per le rinnovabili e l’efficienza e scarsi strumenti per raggiungerli. Il documento, che manca del passaggio parlamentare per assumere ancora un valore di indirizzo politico per il Paese. Non contiene azioni concrete che facciano pensare alla volontà di cambiamento. Bene l’intenzione di uscire dal carbone come aveva già proposto il M5S, ma è giusto ricordare qual è la realtà: per far fronte alla riduzione dell’importazione di energia dalla Francia lo scorso anno abbiamo richiamato le centrali a carbone di Genova e Bastardo (PG). Attualmente, la situazione si è nuovamente aggravata per la riduzione della produzione idroelettrica. Ci proporranno ora di riaprire altre centrali vecchie e inquinanti?”. La proposta del governo di passare dal 27% al 28% entro il 2030 con l’allungamento della visione al 2050, “non ci sembra un grande passo in avanti, dal momento che lo scenario non cambia. Mentre dalle Nazioni Unite, dalla commissione Ambiente del parlamento europeo e da una miriade di settori industriali e ambientalisti arriva la richiesta di aumentare l’impegno ad alzare l’asticella fino al 35 per cento, nel bilancio appena presentato al Senato non c’è alcun impegno concreto”.(Dire)
Energia. Verdi: governo non comprende urgenza cambiamento climatico – “La SEN così come è stata approvata questa mattina contiene una unica novità: l’uscita dell’Italia dal Carbone nel 2025, che è sicuramente una importante vittoria di chi, come noi Verdi e le associazioni ambientaliste, chiedevamo questo impegno minimo. Ma se l’alternativa è trasformare l’Italia in un HUB del gas, anziché diventare un polo innovativo in Europa per le rinnovabili, seguendo le indicazioni della Unione Europea, c’è qualcosa che non quadra. Tra l’altro se si continua ad investire sul gas si sottraggono preziose risorse alle rinnovabili. Sembra che il Governo non comprenda l’urgenza dovuta ai cambiamenti climatici. Per il resto si tratta di una serie di enunciazioni da parte del Governo che, pur avendo aperto nei mesi scorsi alle osservazioni di associazioni e scienziati, non ha concretamente recepito nessuna delle idee proposte, salvo portare dal 27%al 28% l’obiettivo per le rinnovabili, un obiettivo minimo e non al passo di quelli posti dagli altri stati europei, di gran lunga più ambiziosi.” Scrivono in una nota la Co-Presidente del Partito Verde Europeo. Monica Frassoni e il Coordinatore nazionale dei Verdi Angelo Bonelli, che spiegano: “Ad esempio Calenda e Galletti hanno ribadito che per il governo le priorità sono le infrastrutture, senza indicare però in quale direzione e senza chiarire che una vera strategia energetica ha bisogno di partire dalla mobilità sostenibile, pubblica e privata, con necessità di risorse reali e non di spiccioli. Quando i ministri sostengono che sullo sviluppo della mobilità sostenibile “non vogliamo fare una rottamazione alla vecchia maniera” lo dicono perché la FCA non vuole fare l’auto elettrica? In questa maniera, invece di governare i cambiamenti futuri, si accetta che la più grande industria automobilistica nazionale sia la zavorra all’innovazione tecnologica ed energetica.” “E quando Galletti parla di cinque milioni di auto elettriche al 2030, ci vuole spiegare come sará possibile senza incentivi, nè colonnine, nè investimenti nella ricerca per non dover continuare a pagare salate le tecnologie importate?” “Noi siamo convinti – proseguono i Verdi – che la SEN, per essere adeguata agli obiettivi di Parigi, dovrebbe prevedere un Piano 100% rinnovabile che indichi i tempi e modi per l’uscita dalle fonti fossili (non solo carbone ma anche petrolio e gas) nei settori elettrico e trasportistico (pubblico e privato) e con un calendario annuale dettagliato e una pianificazione della sostituzione delle fossili con rinnovabili reali (intese quindi primariamente come solare termico, fotovoltaico, eolico, geotermico a bassa entalpia e l’energia dalle maree). Ma anche una Pianificazione obbligatoria e incentivata dell’elettrificazione nei trasporti pubblici e privati e nei porti, con eliminazione progressiva entro il 2035 dei motori a combustione interna ai fini di efficienza energetica e di taglio degli inquinanti, incentivi ai sistemi di multi-sharing e ai sistemi di storage e alle colonnine elettriche ed elettrificazione delle banchine dei porti”. “Inoltre – concludono Frassoni e Bonelli – un Piano nazionale per l’efficienza energetica attraverso misure obbligatorie e incentivi a favore dell’isolamento e del miglioramento energetico degli edifici pubblici e privati. Infine un Piano nazionale per la riduzione delle emissioni in agricoltura, l’eliminazione degli incentivi alle fonti fossili ed incentivi alla ricerca scientifica e all’innovazione finalizzati sia allo sviluppo di nuove tecnologie e materiali legati alle rinnovabili e allo storage”. (Dire)
Energia: Verdi, Sen non va, troppo gas e poche rinnovabili – “La SEN così come è stata approvata questa mattina contiene una unica novità: l’uscita dell’Italia dal carbone nel 2025, che è sicuramente una importante vittoria di chi, come noi Verdi e le associazioni ambientaliste, chiedevamo questo impegno minimo. Ma se l’alternativa è trasformare l’Italia in un HUB del gas, anziché diventare un polo innovativo in Europa per le rinnovabili, seguendo le indicazioni della Unione Europea, c’è qualcosa che non quadra”. Lo scrivono in una nota la Co-Presidente del Partito Verde Europeo, Monica Frassoni, e il Coordinatore nazionale dei Verdi Angelo Bonelli. “Se si continua ad investire sul gas si sottraggono preziose risorse alle rinnovabili – proseguono Frassoni e Bonelli -. Sembra che il Governo non comprenda l’urgenza dovuta ai cambiamenti climatici. Per il resto si tratta di una serie di enunciazioni da parte del Governo che, pur avendo aperto nei mesi scorsi alle osservazioni di associazioni e scienziati, non ha concretamente recepito nessuna delle idee proposte, salvo portare dal 27% al 28% l’obiettivo per le rinnovabili, un obiettivo minimo e non al passo di quelli posti dagli altri stati europei, di gran lunga più ambiziosi”. (ANSA)
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