Prigozhin, capo dei troll russi contro l’Occidente
L’ex cuoco del Cremlino ha fatto fortuna nella ristorazione grazie a Putin. Ma la sua occupazione primaria è oggi lanciare i suoi mercenari in rete, come è avvenuto in Siria.
Nel 2001 accolse Vladimir Putin e Jacques Chirac a bordo del suo yacht-ristorante. L’anno successivo ha servito pietanze speciali al padrone del Cremlino e a George Bush. Infine, ha creato il menù degustato durante i festeggiamenti del 51° compleanno del Presidente russo. Soprannominato il “capo cuoco” di Putin, Yevgeny Prigozhin, 56 anni, appartiene alla cerchia di oligarchi coccolati dal regime. In effetti Prigozhin non è solo un nuovo ricco, proprietario di una dozzina di ristoranti alla moda, ma è un grande difensore della causa nazionale. E’ lui il maggiore finanziatore della più grande fabbrica di “troll” del Paese, accusata dai Servizi occidentali di aver inquinato prima la campagna elettorale americana e poi quella per il referendum sulla Brexit. Ed è ancora lui che si occupa di reclutare i 5000 mercenari di cui Mosca a bisogno in Ucraina e Siria. “Putin ha visto con i suoi occhi che ho creato il mio impero dal nulla”, confida in una delle rare interviste rilasciate all’inizio del 2000. “Dal nulla” e senza preoccuparsi per la sua dubbia reputazione. Perché il cuoco del Cremlino, nato a San Pietroburgo come il suo protettore, comincia la sua ascesa intraprendendo una carriera da mafioso.
A 20 anni finisce anche in prigione per estorsione e prostituzione minorile. Quando esce, nove anni dopo, tenta di introdursi nell’ambiente dei casinò, lancia una catena di hot-dog e apre il suo primo ristorante di lusso. All’epoca Putin si occupa di investimenti esteri per il Comune di San Pietroburgo. I contratti si negoziano nei “privé” dei locali di Prigozhin, che si preoccupa di presentare personalmente i suoi piatti agli ospiti eccellenti. I due diventano presto amici. Quando l’ex ufficiale del KGB conquista la presidenza, il cuoco vede la sua influenza decuplicata. A capo della sua società Concord, assicura l’organizzazione dei ricevimenti ufficiali. Ma non è tutto. Dal 2010, strappa il contratto per le mense scolastiche di San Pietroburgo e Mosca. Non contento, nel 2012 ottiene la ristorazione dell’Esercito. Un affare stimato a 1,4 miliardi di dollari. Poi si impegna nella campagna ideologica. Su consiglio delle autorità, organizza una vera e propria fabbrica di “troll”, nome dato a coloro che fanno girare in Rete falsi commenti. Assume 500 persone che lavorano tutte insieme in un edificio di tre piani situato al numero 55 di via Savouchkina a San Pietroburgo. La loro missione: inondare i social network di messaggi malevoli. implementa anche la creazione di agenzie e siti di propaganda. Tra loro, Kharkov, sito dedicato al conflitto in Ucraina. In poche parole, un’impresa fiorente che vanta 35 milioni di visualizzazioni al mese.
Lo zelo di Prigozhin è senza limiti. Il suo ultimo terreno di gioco? La Siria. La sua compagnia Wagner gestisce tutti i mercenari pagati 4000 dollari al mese. I suoi uomini non sono dislocati in posti qualunque. Si trovano sui campi petroliferi che oggi controllano dopo aver cacciato Daesh. Certamente un’operazione militare, ma soprattutto un’operazione molto remunerativa. In cambio dei suoi servizi, Prigozhin si auto conferisce il 25% della produzione di ogni pozzo liberato. Di fronte a tanto attivismo, Washington ha deciso di prendere seri provvedimenti. Il capo cuoco figura dal Giugno scorso sulla lista degli “amici” di Putin colpiti dalle sanzioni americane.
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