Captain Fantastic (Film, 2016)
Cinema indipendente statunitense. E del migliore. Fotografia fantastica, immaginifica, scenografie imponenti, tecnica di regia perfetta, interpretazioni credibili, sceneggiatura priva di punti morti. Presentato in anteprima mondiale al Sundance Film Festival, miglior regia a Cannes nella sezione Un Certain Regard, dove passa il miglior cinema d’autore. Matt Ross (1970) – per l’anagrafe Matthew Brandon Ross – è autore in senso pieno, non disdegna la televisione e le interpretazioni da attore; Captain Fantastic è il suo secondo lungometraggio da regista, dopo la pellicola indipendente 28 Hotel Rooms (2012).
Film importante perché fa discutere in famiglia sui metodi educativi, mettendo in scena la storia di un padre che decide di portare i suoi figli nella foresta e di allevarli da solo, lontano da convenzioni sociali e consumismo. La morte della madre e il successivo funerale porterà di nuovo la singolare famiglia a contatto con il mondo, soprattutto con i nonni paterni, scatenando una serie di contraddizioni e di ribellioni. Finale a sorpresa che non sveliamo, perché il film – dopo un buon successo in sala – è in programmazione sui canali televisivi satellitari. La bravura del regista consiste nel riuscire a mettere in evidenza quanto la società contemporanea riduca i giovani a parodie di loro stessi, esseri replicanti che amano tutti le stesse cose, dai videogame ai telefoni cellulari di ultima generazione. Al tempo stesso pone l’accento su come un’educazione fuori dalle convenzioni sociali produca esseri disadattati, incapaci di relazionarsi con il prossimo, magari intelligentissimi e originali, ma in definitiva soltanto dei selvaggi che non riescono ad accettare la cosiddetta società civile. Il finale, infatti, dopo un parziale ravvedimento del padre, rappresenta forse la giusta mediazione tra educazione consumistica e vita a contatto con la natura.
Bravissimo e onnipresente il protagonista, Viggo Mortensen, che contribuisce con le sue idee ad alcune modifiche di sceneggiatura e ci regala un’interpretazione memorabile di uomo sicuro di sé, del tutto fuori dagli schemi e innamorato della sua famiglia. Frank Langella è una perfette nemesi capitalista, un suocero conservatore ben inserito nella società contemporanea, che accusa il genero di aver fatto impazzire la figlia, lo ritiene responsabile della sua morte e crede che non sia capace a educare i figli. Leslie Cash è la moglie, ma si vede soltanto in rapidi flashback onirici, quando compare in sogno al marito che la rimpiange e nel finale, durante la cerimonia funebre.
Captain Fantastic è un film che fa bene al cinema, sia per le idee alternative che presenta – facendo pensare che a volte sarebbe opportuno fare un passo indietro – sia per il modo tecnicamente perfetto con cui è girato, da cinema on the road che fotografa in modo spettacolare boschi, montagne, vaste pianure e assolati deserti nordamericani. Da vedere assolutamente.
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Regia: Matt Ross. Soggetto e Sceneggiatura: Matt Ross. Durata: 118’. Genere. Drammatico. Fotografia: Stéphane Fontaine. Montaggio: Alex Somers. Scenografia: Russell Barnes. Costumi: Courtney Hoffman. Produttori: Lynette Howell Taylor, Jamie Patricof, Shivani Rawat, Monica Levinson. Produttori Esecutivi: Nimitt Mandrak, DEclan Baldwin. Case di Produzione: Electric City Entertainment, ShivHans . Interpreti: Viggo Mortensen, George McKay, Samantha Isler, Annalise Basso, Nicholas Hamilton, Shree Crooks, Charlie Shotwell, Trin Miller, Steve Zahn, Kathryn Hahn, Frank Langella, Ann Dowd, Missi Pyle, Erin Moriarty.
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[NdR – L’autore dell’articolo ha un suo blog “La Cineteca di Caino”]