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Ambiente: Assisi, al via ‘Dalla terra alla Terra’, al centro Laudato Si’ – Padre Domenico Paoletti, Ecologia integrale contro visioni settoriali – Tutto nel mondo, nella nostra “Casa Comune”, è in relazione, ogni cosa è connessa. La crisi ecologica? “È il sintomo di un’emergenza antropologica”, per questo “non può esserci ecologia senza un’adeguata antropologia”. È l’ecologia integrale la visione, centrale nell’enciclica Laudato Si’, da contrapporre alle “ecologie settoriali” (antropocentrismo, animalismo, naturalismo): così Padre Domenico Paoletti, vicario della Custodia del Sacro Convento, aprendo “Dalla terra alla Terra. Il suolo tra cambiamenti climatici e nuovi stili di vita”, organizzato dal Cic (Consorzio Italiano Compostatori) in occasione della Giornata Mondiale del Suolo ad Assisi (4 e 5 dicembre). “La novità di Laudato Si’ consiste nel tratteggiare una visione olistica, unitaria della realtà – spiega Padre Paoletti che dedica il suo intervento di apertura all’Enciclica di Papa Francesco – Tutto è in relazione, questo è il concetto base: degrado umano e ambientale sono connessi, la crisi ecologica non è solo ambientale ma umana”. Ma “l’ecologia integrale richiede una conversione”, cioè la capacità di “mettersi in relazione con il prossimo, con il Creato, cioè la Terra, e con Dio”. Una conversione che però “richiede una pratica coerente, un richiamo alla responsabilità, un cambiamento di prospettiva e di stili di vita”. Una riflessione che parte dall’enciclica Laudato Si’ e dalla città di San Francesco, scelta non a caso per ospitare la due giorni del Cic dedicata alla Giornata Mondiale del Suolo. “Il Poverello – ricorda padre Paoletti – è l’esempio eccellente di un’economia integrale vissuta con gioia, esempio per tutti, anche per chi non crede. Per Francesco, qualsiasi creatura era legata a lui con vincolo di affetto”, sottolinea ricordando che Francesco scrisse il suo Cantico delle Creature dopo un lungo percorso di riconciliazione e in un momento di grande sofferenza. “L’ecologia integrale è una prospettiva affascinante ma esigente – conclude – che può essere abbracciata da chi è disposto a cambiare visione”. (AdnKronos)

Giornata del suolo: Wwf, in 50 anni +300% urbanizzazione Aree metropolitane divorano il territorio – Nelle 14 aree metropolitane italiane la percentuale della superficie urbanizzata dagli anni 50 ad oggi è più che triplicata (si è passati dal 3% al 10%) e in città come Milano e Napoli si è andati, nello stesso periodo ben oltre, passando dal 10 al 40%. Lo rileva il Wwf – alla vigilia della giornata mondiale del suolo del 5 dicembre – pubblicando un report inedito (con le elaborazioni del gruppo di ricerca dell’Università dell’Aquila che da anni collabora con l’associazione), sulle 14 aree metropolitane che coprono 50mila kmq e interessano circa 1.300 comuni (16% del totale), dove risiedono 21 milioni di abitanti, pari al 40% della popolazione. Dal 1950 al 2000, l’urbanizzazione è salita da 84mila ettari a 300 mila ettari, con un aumento medio del 260%, dichiara la presidente del Wwf Italia Donatella Bianchi. “Questa crescita impetuosa è dovuta – ricorda il Wwf – ad un incremento demografico che si è concentrato nel territorio dei comuni delle aree metropolitane (Bari, Bologna, Cagliari, Catania, Firenze, Genova, Messina, Milano, Napoli, Palermo, Reggio Calabria, Roma, Torino, Venezia) facendo registrare dal 1951 al 2001 un aumento di ben 12 milioni di persone (circa 2,5 milioni di abitanti in più ogni 10 anni), mentre nel decennio dal 2001 al 2011 l’energia del fenomeno è diminuita con solo 600mila nuovi abitanti”. Come evidenzia il lavoro del gruppo di ricerca dell’Università dell’Aquila “nella fascia chilometrica in immediata adiacenza ai Siti di Interesse Comunitari (SIC), dal 1950 al 2000, l’urbanizzazione è salita da 84mila ettari a 300 mila ettari, con un aumento medio del 260%”. Dal 1950 ad oggi la densità abitativa è aumentata da 305 ab/kmq a 426 ab/kmq, valori superiori alle medie nazionali del periodo I ricercatori dell’Università dell’Aquila, coordinati dal professor Bernardino Romano, del comitato scientifico del Wwf, evidenziano come si sia passati dal 1950 ad oggi da una densità abitativa di 305 ab/kmq agli attuali 426 ab/kmq, valori superiori alle medie nazionali del periodo (157 ab/km nel 1951 e 197 ab/km su scala nazionale). Nelle aree metropolitane di Napoli e Milano l’indice di densità abitativa raggiunge valori di 10 volte superiori al valore medio nazionale, ricorda l’ong. Come rilevato da Istat e ricordato dal Wwf, “tra il 1946 e il 2000 sono stati costruiti in queste aree oltre 2.000.000 di edifici ad uso residenziale, pari a 37mila edifici ogni anno, corrispondenti a 100 edifici al giorno. I dati degli ultimi 10 anni (2001-2011) mostrano come l’energia di tale fenomeno sia diminuita (180.000 nuovi edifici contro i 400.000 mediamente realizzati per ogni decennio precedente) ma comunque non del tutto esaurita. Gran parte di questi nuovi involucri edilizi sono concentrati nelle aree metropolitana di Roma (circa 35.000) e di Torino (circa 21.000)”. Nel rapporto tra edificazione e variazione demografica, il gruppo di ricerca evidenzia nel territorio della città metropolitana di Messina a fronte di un aumento di circa 200 abitanti (2001-2011) sono stati realizzati nello stesso periodo oltre 8.300 nuovi edifici, quasi 37 per ogni nuovo abitante mentre nella città metropolitana di Napoli tre nuovi edifici sono sorti per ogni abitante perso, Cagliari invece ne ha realizzati 2 per ogni nuovo abitante. L’analisi dell’indice di non occupazione delle abitazioni (numero di abitazioni vuote rispetto al totale delle abitazioni calcolato su base comunale) denota un valore medio molto basso pari al 16% (la metá dell’omologo valore rilevato in Appennino). Il valore più basso si registra nell’area metropolitana di Milano (solo il 6% delle abitazioni risulta essere non occupato) mentre i valori più elevati sono stati riscontrati nei territori delle città metropolitane di Reggio Calabria, Palermo e Messina. (ANSA)

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