I babysitter (Film, 2016)

Genere: commedia italiana da evitare. Avvertenze: non è consigliabile spendere soldi per vedere una simile boiata. Consiglio: se la passano in televisione (in programmazione su Sky) e non avete di meglio da fare, guardatela per verificare quanto sto per dirvi.

Giovanni Bognetti è autore in senso pieno del capolavoro, può arrogarsi ogni demerito, pure se scopiazza (male) il soggetto da un film francese del 2014 (Babysitting). La storia si riassume in poche righe. Andrea (Mandelli) è un dipendente vessato e maltrattato dal suo capo (Abatantuono) che un bel giorno lo obbliga persino a fare da baby-sitter al figlio. Si dà il caso che sia anche il suo compleanno, onde per cui gli amici – Paolo Ruffini in testa – invadono la villa del capo e organizzano una mega festa. Come conseguenza la casa viene semidistrutta, il bambino obbliga i baby-sitter improvvisati ad accompagnarlo al Luna Park, quindi agli allenamenti da calciatore, dove arriva anche il padre verso la fine del film.  Espediente della macchina da presa amatoriale ritrovata che filma la festa, grazie alla quale il capo rivede la notte brava del povero dipendente e dei suoi amici. Lacrimuccia finale di amor paterno, con Abatantuono pentito che comprende quanto poco si sia occupato del figlio – che si è divertito un mondo con i baby-sitter – fino a quel momento.

Come abbia fatto una sciocchezza simile a incassare un miliardo e trecentosessantamila euro resta un mistero. Va bene la voglia di leggerezza, che condivido, ma in questa commedia dai tempi morti, condita di battute fiacche e volgari non si ride mai. Al massimo si prova pena per l’interpretazione sopra le righe di un Ruffini, incredibilmente goffo, che pare divertirsi davvero, il problema è che ride soltanto lui. Scompaiono nel niente generale anche due buoni attori come Abatantuono – disinteressato al film, recita svogliatamente – e Catania, allineandosi ai livelli infimi del capocomico Ruffini. Mandelli è il protagonista stralunato e impacciato, inconsapevole come il sodale livornese di quanta bruttezza stia servendo sul piatto di celluloide. Oltre mezzo film pare girato da un dilettante, sembra un filmino in superotto per gli amici, ma è un effetto voluto – alla Cannibal Holocaust dei poveri – perché la macchina da presa ritrovata fa scoprire gli eventi della nottata.

Un film stupefacente per un senso generale di idiozia gratuita di cui è pervaso. Uno dei punti più bassi della cinematografia italiana contemporanea.

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Regia: Giovanni Bognetti. Soggetto e Sceneggiatura: Giovanni Bognetti. Fotografia: Federico Masiero. Montaggio: Danilo Torchia. Produttore: Maurizio Totti, Alessandro Usai. Casa di Produzione: Medusa Film, Colorado Film in collaborazione con Mediaset Premium. Durata: 90′. Genere: Commedia (?). Interpreti: Francesco Mandelli, Paolo Ruffini, Andrea Pisani, Luca Peracino, Simona Tabasco, Bruno Gambarotta, Antonio Catania, Francesca Cavallin, Diego Abatantuono, Francesco Facchinetti, Davide Pinter, Alberto Farina, Armando Quaranta.

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[NdR – L’autore dell’articolo ha un suo blog “La Cineteca di Caino”]

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