È successo a te
Un libro di Gianni Dell’Aiuto – pubblicato recentemente per i tipi dell’Editore Efesto – che all’inizio si fatica a capire e ad afferrarne il significato ma che, dopo avere individuato la giusta chiave di lettura, scorre fino all’ultima pagina e ci si rammarica sia finito. Un racconto che è una sceneggiatura, in cui il passato e molti presenti si accavallano e sommano tra loro, protagonisti come la città non definita in cui si svolge la vicenda.
Come si legge nella presentazione di questo libro, dall’Odissea in poi, tutto è stato scritto sul ritorno, ma questa volta l’autore, nel suo alternare episodi attuali con i ricordi, riesce a descrivere una vicenda che davvero può essere accaduta a ciascuno di noi e il lettore presagisce uno tsunami che, quando arriva, fa chiedere chi davvero sia il protagonista del libro. Il narratore che all’inizio sembra l’eroe? O il personaggio del suo amico dei tempi di scuola, presenza quasi inquietante all’inizio ma che poi assurge a vero gigante della vicenda? O forse il protagonista è un’Italia di provincia (ma non solo) con tutti i suoi difetti e i limiti che l’autore sintetizza in una malattia che, non a caso definisce la Sindrome del campanile.
In ogni caso, È successo a te è un libro da leggere e su cui riflettere, magari accompagnando i due strani ometti che compaiono per tutta la storia, e non si riescono a eliminare, e giunti alla fine, chiederci se siamo stati in grado anche noi di essere andati oltre il rigo viola. Un’immagine questa che, insieme ad altre scene descritte come in un quadro e di cui si avvertono gli odori, lascia il segno.
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L’autore – Gianni Dell’Aiuto (ma gli amici lo chiamano Corto Maltese, o più semplicemente Corto) è nato a Volterra nel 1965. Nasce sotto il segno del Toro, ma senza che glie ne importi molto; se glielo chiedono dichiara che è nato nell’anno del serpente. Si laurea in giurisprudenza a Siena e si trasferisce a Roma dove si picca voler fare l’avvocato, nonostante i saggi consigli del suo mentore.
Lingue, viaggi, esperienze di vita e di lavoro vengono da lui distillati e tenuti pronti all’uso. La sua scelta di vita più gravida di conseguenze è stato forse il trasferimento a Roma, tipico mare magnum della nostra epoca contraddittoria e non sempre comprensibile. Ama viaggiare, la musica, la buona (e tanta) cucina. Incredibilmente stonato, spera ancora di imparare a suonare la chitarra.
Nel suo primo libro Cronache da ultima pagina aveva usato la professione di avvocato per raccogliere le vicende più significative osservate in una raccolta di racconti a sfondo giuridico; in questo suo secondo lavoro tocca argomenti più intimistici e ripercorre la storia di anni importanti osservandoli da diverse prospettive.
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Un semplice appassionato di lettura sa’ che fra le pagine stampate c’è qualcosa di determinante, un fattore che rende il libro un oggetto non solo attraente ma anche fondamentale per colmare un bisogno esistenziale. Sono i misteri, il non detto, la mancanza di un punto fermo a tenerci avvinti.
Non c’è consolazione nelle scomode verità che emergono dal libro di Gianni Corto dell’Aiuto: se pensiamo di leggere per chiudere una questione, per risolvere un problema, probabilmente finiamo per aprirne due, tre, quattro alla volta.