Gentiloni, politiche di convergenza in Europa

Globalizzazione, politica europea e migranti: queste le principali questioni su cui si è dibattuto al Convegno: “L’idea democratica e l’avvenire dell’Europa” appena conclusosi organizzato dal Partito Democratico Europeo. “L’Italia farà la sua parte per dare all’Europa una nuova stagione di sviluppo per rispondere alla domanda dei cittadini” queste, tra le altre, le parole del nostro Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni intervenendo al Convegno, presenti anche il Ministro Calenda, il Sottosegretario degli Esteri Benedetto della Vedova, il Sottosegretario agli Affari Europei Sandro Gozi e il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin.

“L’Europa è il luogo in cui tornare a investire, per chi crede ai nostri valori, come la democrazia e la pace – continua Gentiloni – e l’Eurozona crescerà più degli Stati Uniti e anche l’Italia è tornata a crescere di un tasso molto superiore allo 0,8 previsto dalle Istituzioni, ma anche a quello dell’1,5 previsto dal Governo”. Ugualmente d’impronta positiva sono le previsioni di Gentiloni sull’immediato futuro della situazione politico-economico italiana: “…non va verso un periodo di instabilità, con le prossime elezioni politiche, e le sue scelte fondamentali, a partire da quelle europee, resteranno: c’è continuità nelle posizioni dei Governi e del nostro Paese. La crescita economica in atto rassicura coloro che sono preoccupati per una relativa instabilità che il quadro italiano può presentare nei prossimi mesi” e di qui è evidente il riferimento del Presidente del Consiglio alle prossime elezioni politiche e alle incertezze sulla rapida formazione di un nuovo Governo che stanno accompagnando la prossima campagna elettorale, assicurando la continuità della politica italiana qualsivoglia Governo si trovi a governare della linea politica in campo europeo pur precisando che comunque, in alcuni tratti, è necessario rimodulare alcune linee indicative provenienti dall’Unione e dello stesso avviso è il Ministro Calenda.

Intervenuto al Convegno, Calenda, a proposito di Brexit dice che, seppure non abbiamo a disposizione ancora dettagli sufficienti per formulare un giudizio, è comunque importante “essere usciti da una fase di incertezza”. Serve un’Europa “più assertiva, più forte, bisogna che cambi governance, lavori a maggioranza, decidendo di abbandonare l’unanimità. Serve – per Calenda – una classe dirigente che dica alla Commissione (come ha fatto l’Italia) che un accordo come quello del libero scambio con il Canada dopo otto anni lo concludi a livello europeo, senza portarlo davanti a tutti i Parlamenti nazionali”.

Su Brexit si sofferma anche Gentiloni che non nasconde la sua soddisfazione sull’evoluzione di una questione che ha pur sempre rappresentato pur sempre uno “shock” per l’Europa: i negoziatori dell’Unione Europea e del Regno Unito hanno raggiunto un compromesso che permette alla Commissione di “raccomandare al Consiglio Europeo, che si riunirà tra una settimana, di considerare sufficienti i progressi raggiunti e consentire al negoziato per la Brexit di andare avanti sulla parte delle relazioni future” come comunica il Presidente della Commissione Jean-Claude Juncker al termine del suo incontro con Theresa May in cui i due hanno raggiunto l’accordo sulla Brexit e Londra si impegna a sborsare tra i 40 e i 60 miliardi ed è stato siglato un documento che fa il punto sulla situazione e indica ai negoziatori il percorso da seguire per la seconda fase dei colloqui.

Per Gentiloni si è trattato di un fatto positivo in quanto la “Commissione ha registrato comunque buoni progressi su tre punti: l’Irlanda, le somme dovute all’UE, la situazione dei cittadini europei, per passare così, rapidamente, alla fase transitoria”. Occorre, per Gentiloni, rimettere l’europeismo al centro delle proposte politiche, quale via maestra per delegittimare i populismi. Continua ad esserci una “grande domanda d’Europa” a cui non è più possibile restare indifferenti, bisogna riformare e rendere più efficienti le Istituzioni comunitarie in quello che è il loro principale aspetto di debolezza, cioè l’Unione economico-monetaria, per cercare di arginare sul nascere che, nel nuovo anno, la possibilità di nuove lentezze, paralisi o mancanza di risposte esaurienti ai tanti bisogni provenienti dai Paesi membri.

Si vede quindi, come le proposte della Commissione sull’Unione monetaria, sul Fondo Europeo, siano una buona base di partenza. Se questi ambiti ricevono l’assenso di Gentiloni non ugualmente avviene per quanto concerne le politiche fiscali: “bene il Ministro economico europeo, ma non sia solo un controller, ma lavori alle politiche di convergenza”. Questo è il punto nodale per Gentiloni: le Politiche di convergenza. Convergenza che emerge a proposito del fisco, convergenza che viene fuori sulla politica monetaria: “…all’Italia interessa proseguire lungo la crescita e la convergenza” l’Unione monetaria e il Fondo europeo sono solo un momento.

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