Cronache britanniche
Londra – L’occupazione legale di terre e case in Inghilterra e Galles ha una lunga storia che risale al 1649, raggiungendo un picco dopo la seconda guerra mondiale fino ad arrivare ai giorni nostri. Gli ultimi casi eclatanti di squatting a Londra hanno registrato un grande clamore. Tra le case occupate più illustri c’è sicuramente quella del figlio del colonnello Gheddafi (Said), la cui villa del valore di oltre 10 milioni di sterline fu presa di mira da un gruppo di attivisti chiamati Topple the Tyrants’ in protesta contro la guerra civile scoppiata in Libia nel 2011. Più recentemente, alla fine dello scorso ottobre, la più costosa casa popolare di Londra (valore circa £3 milioni) è stata occupata da un altro gruppo di attivisti di Housing Action. Questi non sono soltanto casi isolati, infatti, la legge britannica è sempre stata abbastanza morbida nei confronti degli squatter che ne hanno approfittato per “vivere a scrocco” per decenni fino all’introduzione nel 2012 da parte del governo Cameron della Weatherley’s Law (dal nome del suo propositore, il parlamentare Mike Weatherley) che criminalizza l’occupazione illegittima di residenze private.
Certamente negli ultimi anni gli squatter hanno avuto un “alibi” di ferro: una crescita verticale del già storicamente stellare costo delle case londinesi. Secondo i dati di Halifax, tra il 2009 e il 2012, i prezzi degli appartamenti a Londra sono cresciuti dell’8%, raggiungendo nel 2013 picchi del 15% nelle aree più ricche della capitale (Chelsea o Kensington), dove il prezzo medio ora sfiora i 2.5 milioni di sterline. Questa crescita repentina del costo degli immobili la si deve in primo luogo all’effetto della crisi che ha portato gli investitori, in particolare stranieri (Russi e Arabi su tutti), a reindirizzare il proprio capitale sul “mattone di Londra”, considerato una specie di cassaforte dalle garanzie di ritorno assicurato. L’altro fattore rilevante è stato l’ultimo ingegno elettorale di Cameron che per spianarsi la strada in vista di una riconferma a Downing Street ha introdotto il piano Help to Buy che prevede un fondo a sostegno degli acquirenti di abitazioni, i quali potranno usufruire di un finanziamento privilegiato del 95% sul prezzo finale degli alloggi fino a 600.000 sterline a monte di un deposito del solo 5%. Lo scheme ha riscontrato il supporto dell’opinione pubblica, ma al tempo stesso ha allertato gli esperti alimentando la paura di una nuova bolla immobiliare, come avverte Howard Archer capo economista di IHS Global Insight.
La prospettiva di una possibile frenata del programma di agevolazione dei mutui proposta da alcuni parlamentari, sicuramente non spaventerà i prossimi inquilini dell’Hertsmere Tower, ultimo progetto avventuristico che prevede la costruzione di un grattacielo che svetterà al di sopra delle “cime” più alte del distretto finanziario di Chanary Wharf contendendo 700 appartamenti di lusso nel cuore dei Docklands. La sua pianificazione ha già suscitato le ire degli attivisti e di alcuni membri della giunta comunale di Londra, tra cui il “politico verde” Darren Paul Johnson, che hanno lamentato l’assenza di un numero adeguato di case popolari segnalando la presenza di una lista di attesa composta già da oltre 23.000 persone. Questo è solo l’ultimo evento all’interno di una cornice immobiliare che riflette sempre di più il divario economico tra classi sociali esistente nella City.
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