Cronache dai Palazzi
Si voterà nel mese di marzo, molto probabilmente domenica 4. “Le elezioni rappresentano il momento più alto della vita democratica”, ha affermato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella durante il tradizionale incontro pre-natalizio al Quirinale con le alte cariche istituzionali, lanciando nel contempo un chiaro appello a tutti i partiti affinché vivano con “fiduciosa serenità” la prossima stagione elettorale.
Il Capo dello Stato non ha ammonito il “confronto serrato” ma ha auspicato l’avanzamento di “proposte comprensibili e realistiche, capaci di suscitare fiducia, sviluppando un dibattito intenso, anche acceso ma rispettoso”. Solo “questa è la strada per ridurre l’astensionismo elettorale e la disaffezione per la vita pubblica”, parole dure che hanno il tono di un ammonimento rivolto a tutte le forze politiche che si accingono al duello elettorale.
Senso di responsabilità e realismo, in pratica, sono per Mattarella i due binari fondamentali da percorrere per non deludere gli elettori; al bando promesse irrealistiche pur di raccogliere voti. Riferendosi all’anno che sta per concludersi Mattarella ha comunque tirato le somme di un bilancio positivo, anche perché alla fine si è arrivati alla fine naturale della legislatura senza sciogliere il Parlamento in anticipo, come sembrava dovesse accadere lo scorso anno dopo la vittoria del “no” al referendum costituzionale. In sostanza è stata preservata la logica della stabilità (prediletta dal Colle) e il lavoro dell’esecutivo Gentiloni “ha consentito di accompagnare la ripresa economica agevolandola”. Il presidente della Repubblica ha inoltre sottolineato che, nonostante le numerose polemiche e le diverse opinioni, la nuova legge elettorale assicura regole “omogenee e non dissonanti” per Camera e Senato, alla fin fine ciò che Sergio Mattarella aveva auspicato rivolgendosi al Parlamento riunito, nei giorni bui in cui il nuovo sistema di voto sembrava proprio non voler venire alla luce.
Il nostro Paese subisce gli effetti di una lunga crisi “sconta un’eredità pesante – ha ribadito il capo dello Stato – si sono accentuate le disuguaglianze, il rischio di povertà e di esclusione sociale presenta livelli allarmanti in particolare nel Mezzogiorno”. Occorre però non cedere allo scoraggiamento, bensì sfruttare la crisi come un’opportunità, tornando a “progettare l’avvenire, senza ignorare il presente”. Ognuno nella società – imprenditori, sindacati, forze politiche e sociali, privati cittadini – ha il dovere di concorrere allo sviluppo del Paese avendo la consapevolezza dell’interesse generale. È necessario avere una chiara “visione sul sistema Paese” e “su come intendiamo svilupparlo”.
In definitiva, occorre concentrarsi sulla “normalità democratica” evitando ogni tipo di drammatizzazione e di esasperazione, soprattutto in vista delle prossime elezioni. Si rivelerebbe deleterio seminare tra l’opinione pubblica l’idea di un possibile disastro, provocato dall’incertezza e dall’instabilità a ridosso del voto. Dopo l’approvazione della legge di Bilancio tra sabato 23 e domenica 24 dicembre, la road map di Sergio Mattarella prevede un incontro (non ancora in calendario) con Gentiloni al Quirinale per la consueta comunicazione di dimissioni da parte del presidente del Consiglio. Il premier ancora in carica, molto probabilmente, rimarrà in carica “per il disbrigo degli affari correnti”, proprio per garantire una certa stabilità e portare a termine i compiti più importanti come, per l’appunto, l’approvazione del Documento di economia e finanza.
Per quanto riguarda le misure finanziarie in arrivo per il 2018 c’è anche il bonus bebé che però sarà erogato solo per il primo anno di vita del bambino (e non più per i primi tre anni come è attualmente). Dovranno far fede ovviamente i limiti Isee, e nel caso in cui non si superino i settemila euro il bonus verrà raddoppiato. I beneficiari stimati per il nuovo anno sono circa 280 mila e circa la metà riceverà un assegno annuale di 1.920 euro, l’altra metà dei beneficiari, con Isee tra i 7.000 e i 25 .000 euro, percepirà invece un assegno annuale di 960 euro.
Per quanto riguarda il capitolo pensioni verranno pagate sempre il primo del mese (o il giorno successivo se festivo o “non bancabile”), viene così abolita la norma del 2016, finora rimasta congelata, per cui il pagamento poteva essere effettuato anche il secondo giorno bancabile, che quindi poteva diventare anche il 4 o il 5 del mese.
Tra le novità vi è un fondo (5 milioni per il 2018 e altrettanti per il 2019) contro l’abusivismo edilizio ed incentivi sono previsti anche per i Comuni che vogliono installare lampioni a risparmio energetico, per ridurre i consumi elettrici.
Nel settore sanità, è legge il ddl Lorenzin, approvato da Palazzo Madama con 148 voti favorevoli, 19 contrari, e 5 astenuti, dopo un iter durato quasi tutta la legislatura. “S’introducono fondamentali novità per tutto il settore” – ha affermato il ministro della Salute Beatrice Lorenzin – e “si aggiunge un nuovo tassello fondamentale a percorso di riforma del sistema”. Dopo circa dieci anni arriva la riforma degli Ordini professionali sanitari, il provvedimento fissa anche dei paletti per quanto riguarda la sperimentazione clinica – in particolar modo nel campo della medicina di genere e in età pediatrica – e per la dirigenza sanitaria del ministero della Salute. Istituiti dei comitati etici territoriali (massimo 40 rispetto agli oltre 100 attualmente esistenti) almeno uno per ogni regione, ai quali sono stati affiancati comitati etici a valenza nazionale (massimo 3) uno dei quali si dedicherà esclusivamente alla sperimentazione in ambito pediatrico. Tutto ciò è finalizzato ad una maggiore competitività in ambito internazionale nel settore delle sperimentazioni cliniche, potendo fare affidamento su tempi certi, canoni etici condivisibili e, per di più, riferendosi ad una tariffa unitaria che coprirà i meri costi di gestione dell’analisi in questione. Sono previste, inoltre, “pene più severe all’abusivisimo sanitario e contro chi commette abusi nelle strutture sanitarie per anziani e disabili”, ha sottolineato la ministra Lorenzin che ha inoltre ricordato l’istituzione di “nuovi Ordini professionali per infermieri, ostetriche, tecnici sanitari di radiologia medica e professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione”. Il provvedimento riconosce infine anche “nuove professioni come quelle dell’osteopata e del chiropratico”.
In coda alla legislatura, il Senato ha anche cambiato le regole di comportamento al proprio interno, autoriformandosi con il consenso di tutti i partiti. Il nuovo regolamento del Senato vuole prevenire soprattutto i repentini “cambi di casacca” tantoché, d’ora in poi, chi vorrà scindersi dalla propria forza politica potrà o aderire ad un gruppo già esistente oppure approdare nel Misto. Snellito inoltre l’iter delle leggi, limitato l’ostruzionismo e valorizzati i lavori delle commissioni. Rimane il minimo di 10 senatori per costituire un gruppo. Montecitorio non ha seguito l’esempio di Palazzo Madama ed è infatti saltata l’approvazione del nuovo regolamento della Camera dei Deputati. Pentastellati e forzisti si sono opposti al sì. La Giunta per il regolamento aveva approvato la riforma delle norme di Palazzo Montecitorio nel gennaio 2014, in seguito slittata in attesa del via libera della riforma costituzionale che poi però non si è conclusa a causa del referendum (costituzionale) del 4 dicembre 2016.
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