Rassegna stampa estera
Il vertice italo-francese che si è tenuto mercoledì scorso a Villa Madama a Roma è stato per Enrico Letta e François Hollande una grande occasione per discutere di Europa. La stampa estera ne ha parlato molto, anche perché le sorti di due “grandi” dell’Unione preoccupano il Mondo intero. Ma la Stampa internazionale non si è (pre)occupata solo di economia. Ci si è interrogati sulle conseguenze politiche della scissione del PdL (soprattutto la stampa francofona) e sulle drammatiche conseguenze ambientali dei rifiuti tossici che da anni vengono fatti sparire nei visceri “della terra dei fuochi”. Molto ha colpito il dramma della Sardegna, violentemente coinvlta dal ciclone Cleopatra.
Se Giada Zampano e Christopher Emsden sul Wall Street Journal hanno fatto una cronaca puntuale del “summit bilaterale che si è tenuto a Roma tra Italia e Francia, con uno stuolo di Ministri che hanno discusso di politica estera, immigrazione e piani dei due Paesi per la ‘governance’ dell’eurozona”, sottolineando quanto per i due “Paesi sia necessaria la partenza dell’Unione Bancaria e il rilancio delle politiche di crescita”(Italy Prime Minister: Euro Zone Fiscal Capacity Is Big Goal, The Wall Street Journal 20 Novembre 2013), e RFI mette l’accento sull’unità di Italia e Francia nel lavorare insieme per “un Europa della crescita e finirne con l’austerità” (Union Européenne: l’Italie et la France affichent leur unité, RFI, 20 Novembre 2013), Pierre de Gasquet su Les Echos fa un’analisi più critica e soprattutto più realista. Nel suo pezzo La fragilité des deux pays limite la force de leur alliance scrive: “vista dalle alture di Villa Madama, situata molto al di sopra delle acque tumultuose del Tevere, le relazioni franco-italiane sono posizionate su bel tempo stabile. A parte il dossier avvelenato di Alitalia (fatto sparire dal summit per motivi diplomatici) e il ‘malinteso’ della sospensione dell’ecotassa la cui raccolta è stata affidata al consorzio italiano Ecomouv, nessuna vera ombra all’orizzonte. La corrente passa bene tra Enrico Letta e François Hollande. Nessuno può però ignorare, che entrambe rimangono confrontati, ognuno a modo suo, a delle difficoltà che possono sfuggire al loro controllo e che rischiano di pesare sull’asse franco-italiano. Da una parte, il rischio d’instabilità politica legata al crepuscolo senza fine del berlusconismo. Dall’altra, l’insofferenza fiscale e la perdita di popolarità (…) Di fronte alla minaccia della deflazione che regna sull’Europa e alla pressione di Berlino, i due Paesi hanno tutto l’interesse a fare fronte comune. A patto di giocare a carte scoperte: cosa non del tutto scontata visto un caso simbolico come quello di Alitalia”. (La fragilité des deux Pays limite la force de leur alliance, Les Echos, 21 Novembre 2013)
Interessante l’intervista apparsa su Journalism Online Press, fatta a Philippe Moreau Defarges, ricercatore e specialista di politica italiana all’Istituto Francese di relazioni Internazionali (IFRI). “Unione bancaria, immigrazione clandestina…ecco alcuni dossier sui quali si affacceranno François Hollande e il Presidente del Consiglio italiano Enrico Letta durante il summit franco-italiano del 20 Novembre a Roma (…) Defarges torna sull’impatto che potrebbe avere questo incontro a pochi mesi dalle elezioni europee.” Più che dell’incontro bilaterale, il ricercatore ha parlato della situazione politica italiana, affermando, riferendosi al Governo Letta, che “è vero che Silvio Berlusconi ha fatto perdere molto tempo all’Italia. La fine dell’era Berlusconi permetterà all’Italia di occuparsi dei veri problemi e non di quelli falsi. Ma non dimentichiamo che Enrico Letta è in una posizione molto difficile con una maggioranza composita e degli italiani – così come dei francesi – che non vogliono le riforme. L’Italia si è sbarazzata di Berlusconi che però non era il solo problema.” Alla domanda che gli viene posta, se dopo i numerosi scandali avvenuti nell’era di Silvio Berlusconi, Enrico Letta avesse il profilo del lo statista che si aspettavano gli italiani, il ricercatore francese risponde: “Non c’è un politico perfetto, ma Letta è un uomo politico che sembra serio e relativamente onesto. Forse non è la miglior scelta, ma la meno cattiva.” (…) (Sommet franco-italien: La rencontre de deux boiteux, JOL, 19 Novembre 2013)
RFI da parte sua definisce la scissione del Partito di Berlusconi “un dramma romano”, riferendosi alla battuta del Cavaliere “profondamente ferito dalla decisione di Alfano e che per l’occasione ha fatto riferimento alla Storia Romana. E’ con accenti a volta drammatici, che Silvio Berlusconi ha condiviso il suo ‘dolore’ (…) appropriandosi delle celebri parole prese in prestito a Giulio Cesare al momento del suo assassinio, gli ha indirizzato – senza veramente nominarlo – un ‘Tu quoque fili’.” (Italie: la scisscion dans le parti de Berlusconi, un drame romain, RFI, 16 Novembre 2013) Più analitico Philippe Ridet che su Le Monde del 16 Novembre spiega nel suo articolo, ‘Eparpillée, la droite italienne prépare l’après Berlusconi, come questa “iniziativa non abbia che un obbiettivo: mettere insieme i più irriducibili tra i partigiani del Cavaliere – chiamati ‘falchi’ – in un Partito interamente in mano sua grazie al quale potrebbe continuare a pesare sulla politica italiana malgrado la sua condanna definitiva (…) e la sua probabile decadenza.” (…)
Sul Global Post raccontano della tragedia della ‘Terra dei fuochi’. Al di là della brutale cronaca e delle notizie terrificanti sullo stato di salute degli abitanti della zona, l’autore dell’articolo denuncia anche un’altra scomoda verità. Sembrerebbe che “la camorra, dopo aver creato una bomba ad orologeria ambientale, ora si stia muovendo per creare una lucrativa serie di contatti per bonificare l’area.” Un’area che secondo gli ambientalisti, se mappata tutta, arriverebbe a coprire mezza Italia. (AFP per Global Post, Toxic Mafia dumps sow panic in Italy ‘Trinagle of Death’, 21 Novembre 2013) L’Italia, ricca di tesori naturalistici e non, sembra essere stata messa nelle mani di chi non la merita: per colpa dell’uomo si sta avvelenando, per colpa dell’uomo si sta frantumando. Questi episodi faranno riflettere abbastanza per poter essere considerati gli ultimi di una brutta serie?
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